di Alessandra Lazazzara
06 Agosto 2004
Le imprese chiedono un numero sempre maggiore di diplomati adeguatamente formati e specializzati. I corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) e i corsi postdiploma regionali non riescono ancora a soddisfare questa domanda. Al Miur si sta pertanto valutando l’ipotesi di autorizzare un certo numero di istituti tecnici a sperimentare l’organizzazione di corsi biennali a tempo pieno, per il conseguimento di un diploma di tecnico superiore o di tecnologo.
All’inizio degli anni settanta, in alcuni istituti tecnici industriali, fu avviata una sperimentazione di “Istituti superiori di tecnologia”. Essa venne subito bloccata per via giurisdizionale dalla Corte dei Conti, la quale sentenziò che il Ministero della pubblica istruzione non poteva finanziare corsi postdiploma, e che l’istruzione superiore era di competenza esclusiva dell’università. Nel 1999 la legge 144 ha sanato il caso permettendo di realizzare una rete di partnership istituzionale e progettuale che comprende lo Stato (Miur e Ministero del Lavoro), le Regioni, gli enti locali, le parti sociali e soprattutto l’università. Gli standard sono definiti a livello nazionale dal Comitato nazionale IFTS, la programmazione degli interventi è di competenza delle Regioni. Lo scorso 15 luglio il ministro Moratti ha insediato il nuovo Comitato.
I corsi IFTS sono dal 1999 la risposta più organica dell’Italia per offrire ai giovani diplomati e non corsi alternativi al percorso universitario. In altri Paesi questi corsi hanno durata e consistenza pari a quelle degli studi universitari, ma in Italia non si è avuto questo sviluppo per la tendenza dell’università a egemonizzare tutta la formazione superiore. Per maggiori informazioni si consulti la danca dati IFTS di Indire.
di Alessandra Lazazzara, Ufficio Comunicazione, Indire
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