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DISPERSIONE SCOLASTICA

Un'esperienza contro la dispersione scolastica

I progetti e le logiche di innovazione dell'ITI Vittorio Emanuele III di Palermo: intervista con il docente Giovanni Messina

di Antonio Sofia
29 Settembre 2004

La recente rilevazione statistica pubblicata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha evidenziato che il fenomeno della dispersione scolastica ha ancora oggi un'incidenza preoccupante sul piano nazionale, ma ad una analisi della distribuzione del fenomeno, si presenta ancor più grave la percentuale rilevata nel Sud Italia. Questo ha comportato l'intensificazione degli interventi sul territorio per prevenire ed arginare il disagio.Archivio DIA, Indire

Il professor Giovanni Messina, docente dell’Istituto Tecnico Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, è una voce di questo territorio. L'istituto, diretto dall'Ing. Achille Scaduto, opera da anni in maniera sapiente e innovativa contro la dispersione scolastica.

Quali iniziative di carattere strutturale avete intrapreso per arginare il fenomeno della dispersione scolastica?

Molte, sia strutturali che organizzative. Fra queste vale la pena di citare:

  • Gli “IDEI” (Interventi Didattici E Integrativi), corsi di recupero rivolti agli allievi che hanno conseguito dei debiti formativi e si svolgono regolarmente prima dell'inizio dell'anno scolastico, per il recupero dei debiti conseguiti nel corso dell'anno precedente, e a Febbraio/Marzo per colmare quelli conseguiti nel corso del primo quadrimestre.
  • Lo "Sportello Didattico", un servizio pomeridiano di tutoraggio erogato da un gruppo di docenti, una sorta di doposcuola.
  • "Le passerelle" ovvero corsi di formazione integrativi rivolti a quegli allievi di primo anno che nel corso dell'anno scolastico hanno espresso la volontà di cambiare indirizzo di studi. L'attivazione dei corsi passerella ha come scopo l'insegnamento di quelle discipline, come il latino e il greco, che non essendo previste nel piano curricolare della nostra scuola venivano considerate critiche nel passaggio ai corsi liceali.
  • Il "Gruppo di lavoro dispersione", formato da docenti incaricati di monitorare la frequenza di alunni a rischio, rilevando il numero delle assenze, situazioni problematiche e curando la comunicazione con le famiglie.
  • “Percorsi per la formazione integrata e professionale” rivolti agli allievi con scarso profitto con l'obiettivo di creare un orientamento al mondo del lavoro per la creazione di figure professionali particolarmente richieste dal mercato come "tecnici di telefonia mobile", "Web Designer", etc.
  • "Star bene a scuola", progetti consistenti in attività pomeridiane extracurriculari quali teatro, giornalismo, musica, con l'obiettivo di rimotivare gli allievi con scarsa affettività scolastica.
  • E come ultimo nato il Progetto "SMARRITI.NET" acronimo di "System Management Attività di Recupero in Rete Istituto Tecnico Industriale", una piattaforma di e-learning nata per aiutare gli allievi, che propone corsi di recupero per tutte le discipline curriculari tenuti da docenti formati allo scopo. "SMARRITI.NET" ha permesso il superamento dei vincoli temporali e logistici propri dello “Sportello Didattico”, attraverso l'offerta di un servizio "al bisogno" che si è rivelata adatta ai tempi di apprendimento degli allievi.  Nell'ambiente on line gli allievi hanno altresì trovato un momento di socializzazione con i propri compagni e con quelli delle altre classi, rendendosi disponibili alla collaborazione, dando quando possibile il loro contributo.

Archivio DIA, Indire

Quali interventi, preventivi o di recupero, operate nel quotidiano della vita scolastica?

Il monitoraggio delle frequenze che permette l'individuazione dei soggetti a rischio. Il recupero degli argomenti disciplinari in orario curriculare svolto normalmente dopo le verifiche di profitto in modo da rimotivare gli allievi. L'organizzazione di gruppi di lavoro all'interno della classe composti in modo da sviluppare la solidarietà e la cooperazione nel raggiungimento dei risultati richiesti. Lo stimolo alla solidarietà e la pratica dei valori dell'amicizia e dell'onestà si rivela un aspetto fondamentale nella conduzione del gruppo classe, almeno nell'esperienza personale, e permette ai singoli di emergere dando al gruppo un contributo proporzionato alle proprie capacità. E naturalmente l'erogazione del servizio internet SMARRITI che ormai è entrato di diritto come l'attività più richiesta coinvolgendo venti docenti e oltre 400 studenti per un numero totale di oltre 800 iscrizioni ai corsi (in media due corsi per ogni studente).

Quali risultati avete finora raggiunto ?

Significativi ma non omogenei.
Si registrano percentuali medie di successo del 50% per i corsi IDEI, frequenze assidue ai corsi di formazione integrata assicurando questi alternative possibili nel mondo del lavoro, mentre hanno avuto minore efficacia gli sportelli didattici visti dagli allievi come un prolungamento del tempo scuola e le attività extracurricolari che, pur riscuotendo un indiscusso successo, non sempre riescono a coinvolgere ragazzi a rischio abbandono. Risulta invece fondamentale il lavoro di monitoraggio che permette un'azione mirata di rimotivazione e recupero dei soggetti a rischio.

Per quanto riguarda il progetto Smarriti.net, leggendo i documenti sul sito, è fortemente rimarcata la possibilità di socializzazione che la piattaforma in rete sta proponendo. Gli studenti superano le difficoltà di relazione con i docenti all’interno delle chat, verificano tra di loro cooperazione e sviluppano solidarietà. Quanto questo fenomeno ha coinvolto studenti in difficoltà, a rischio di abbandono?

Il progetto è rivolto a quegli allievi che presentano lacune disciplinari avendo conseguito debiti formativi: ha quindi come obiettivo primario il coinvolgimento degli studenti in difficoltà. L'insuccesso scolastico storicamente è uno dei fattori principali dell'abbandono. Smarriti proponendosi come un sistema che, integrando incontri su internet e incontri in presenza, punta al superamento delle difficoltà  incontrate dagli allievi con l'aiuto dei docenti, è da considerarsi a tutto tondo uno strumento per la prevenzione della dispersione scolastica. 

L’interazione in rete ha permesso un coinvolgimento tanto intenso anche per gli studenti meno predisposti all’utilizzo delle nuove tecnologie?

La nostra scuola essendo un Istituto Tecnico Industriale dove la disciplina informatica ricopre un ruolo fondamentale in tutte le specializzazioni risulta avvantaggiata in tale direzione. Comunque sono stati previsti degli incontri rivolti a tutti gli allievi mirati alla presentazione dei servizi offerti e ove necessario all’alfabetizzazione informatica (specialmente per gli allievi del secondo anno). Dai nostri sondaggi preventivi inoltre risulta che il numero degli allievi che possiede il computer a casa, negli ultimi anni è aumentato sensibilmente raggiungendo medie dell'80% a partire dalla terza classe.

Come si è ovviato nel caso di situazioni dove il recupero necessario non trovava il sostegno di una pratica del web matura o finanche possibile (lo studente non ha il pc, non sa usarlo, non ha la connessione ecc.)?

Sono stati riservati ad orari prestabiliti degli spazi appositi all'interno della scuola. In particolare la Mediateca, dotata di più computer collegati in internet a banda larga, è diventata il luogo naturale di  utilizzo e di incontro per docenti e allievi che partecipano al progetto. Sono stati nominati gli allievi tutor, compagni più anziani (del quinto anno) che, debitamente formati, hanno assunto il compito di mediatori tra i compagni, le macchine e i docenti. Per tale attività gli allievi tutor hanno consegiuto un credito formativo da spendere agli esami di stato, tanto che alcuni di loro hanno preparato interessanti relazioni sul mondo dell'e-learning. Inoltre è stato chiesto agli allievi che dispongono a casa di collegamenti veloci Flat di ospitare i compagni stimolando lo spirito di collaborazione. Ma non ci siamo fermati a questo. Abbiamo censito gli internet point messi a disposizione dagli enti locali a favore del cittadino (a Palermo ne esistono due accessibili gratuitamente ) e li abbiamo contattati riferendo del nostro progetto e chiedendo di riservare qualche postazione ai nostri allievi. La risposta è stata positiva e in alcuni casi studenti fuori sede hanno avuto la possibilità di accesso a computer  messi a disposizione dagli uffici dei comuni di provenienza.

Creare uno spazio “altro” rispetto a quello scolastico, in cui i medesimi protagonisti, docenti e studenti, assumano ruoli e codici di comunicazione differenti, permette sicuramente di superare le distanze formali, ma non ha mai portato a percepire spaesamento negli studenti ovvero rilevare il rischio di una mancanza di omogeneità nel coinvolgimento degli stessi alla partecipazione scolastica? 

Nella nostra esperienza potremmo affermare il contrario. Non soltanto non abbiamo rilevato casi di “spaesamento” ma la diminuzione del grado di formalità che la comunicazione attraverso il sistema digitale ha comportato, ha consentito anche agli allievi più timidi o meno integrati, di prender parte alle attività didattiche e di socializzazione. In conclusione potrei affermare che l’atmosfera delle discussioni, sia per i contenuti che per la forma, è risultata più “diretta”, più “fresca” e più “spontanea” tutte qualità che tendono a rendere più armoniosi i rapporti fra gli attori citati.
La  sensibilizzazione dei docenti, che hanno partecipato attivamente ai forum di  discussione si è rivelata vincente nell'accezione di una presenza non canonica legata alla incentivazione delle discussioni positive e all'indifferenza verso discussioni poco edificanti. Stemperare la tensione dello studio partecipando ad uno spazio "giovani" nel quale ci si ritrova parte di una community che persegue gli stessi obiettivi ha significato, per lo studente, l’abbandonare la sensazione di solitudine, specialmente  quando sta faticando per raggiungere buoni risultati e serenità nella vita scolastica.

 

 
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