di Alessandra Lazazzara
11 Ottobre 2004
L'Istituto di scienza dell'alimentazione del Cnr sta studiando l'aumento dell'obesità nei bambini in Italia. Scuola, famiglia e medici sono i tre punti chiave attraverso cui realizzare programmi efficaci per la prevenzione dell'obesità infantile.
Il Progetto BRAVO è uno studio prospettico su obesità, stile di vita e abitudini alimentari e fa parte di un progetto di educazione alimentare rivolto agli alunni di un circolo didattico di Avellino ed alle loro famiglie.
Anche nelle fasce d’età sinora protette come i bambini, infatti, sta aumentando l’incidenza delle cosiddette “malattie del benessere” ed in particolare dell’obesità, tanto che oggi è considerata una malattia “epidemica”. Si rivela quindi necessaria l’attuazione di strategie preventive precoci per avere risultati ottimali in termini di salute pubblica.
Nella patogenesi dell’obesità infantile sono coinvolti due tipi di fattori, quelli genetici e quelli ambientali. Mentre i fattori genetici sono ancora poco conosciuti, per quanto riguarda quelli ambientali se ne possono individuare due tipologie fondamentali: eccessivo consumo di alimenti ad alta densità energetica e stile di vita sedentario.
Dallo studio campano è emerso che gran parte del campione presentava una BMI (Body Mass Index) al di sopra del limite per la definizione del rischio di sviluppare soprappeso in età adulta secondo gli standard recentemente proposti dall’International Obesity Task Force. I risultati, ottenuti misurando peso e altezza di 1087 bambini e sottoponendo un questionario ai genitori, confermano la scarsa tendenza alla pratica sportiva e la preferenza accordata alle attività sedentarie. Dopo aver caratterizzato le abitudini alimentari e valutato la presenza di soprappeso ed obesità nel campione, la fase successiva dello studio consiste nello sviluppo di un programma educazionale per una sana alimentazione sia per i bambini sia per le famiglie. L’impatto di questa fase rieducativa sarà verificato sui cambiamenti che avverranno nei gruppi esaminati.
Questi risultati evidenziano la tendenza a sostituire il modello alimentare classico della dieta mediterranea con un’alimentazione un po’ più “occidentale”, con effetti negativi sulla salute. E' importante in questo senso l’intervento della scuola per mettere a punto un’efficace strategia di prevenzione.
di Alessandra Lazazzara, Ufficio Comunicazione, Indire
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