di Silvia Panzavolta
06 Ottobre 2006
Il bullismo è un fenomeno purtroppo abbastanza diffuso ma considerato relativamente poco nella sua tragica fenomenologia. Grazie a un'attenta ricerca in rete, si è rilevato un diverso approccio al problema nella cultura italiana e in quella anglosassone (prevalentemente statunitense). Per quanto riguarda infatti risorse e servizi offerti a supporto di insegnanti, genitori, educatori ecc. si è notato che in Italia molti sono i servizi di informazione e supporto, parte dei quali consistenti in siti Internet specificamente dedicati. Tra i tanti si segnala il sito di www.bullismo.it, curato dal Dott. Oliviero Facchinetti, psicologo e psicoterapeuta, che svolge anche attività di consulenza nelle scuole di ogni ordine e grado. Il sito offre sia documentazione informativa sia indicazioni pratiche e operative: una guida rivolta ai genitori per riconoscere il fenomeno e prendere i dovuti provvedimenti , una sezione FAQ molto articolata, la consultazione full-text di articoli di natura psicologica.
Per quanto riguarda il panorama anglosassone (si veda anche Bullismo in Gran Bretagna: la sitografia), la tendenza è quella di fornire pacchetti informativi-operativi, come gli Oggetti Didattici: oggetti che aiutino l'adulto a riconoscere il fenomeno e a intervenire in base ad una serie di indicazioni operative. Questo per esempio è un oggetto didattico tratto dal repertorio statunitense Capus Alberta Repository of Educational Objects.
Il diverso approccio, più comportamentista l'anglosassone, più relazionale l'italiano, è probabilmente spiegabile per due fondamentali ragioni: primo, il bullismo è sicuramente più diffuso negli Stati Uniti, con caratteristiche che davvero preoccupano, quindi una politica del 'pronto intervento' è necessaria se si vogliono quantomeno contenere gli effetti devastanti sulle sue vittime. In Italia il fenomeno sembra avere dimensioni più ridotte, tant'è che fino a poco tempo fa si utilizzava il termine inglese 'bullying'e l'italiano 'bullismo' viene solo successivamente introdotto. Secondo, la cultura anglosassone, e in particolare quella statunitense, da sempre preferisce un approccio comportamentista che intervenga nella dinamica comportamentale, piuttosto che sulle cause (quindi: individuazione del fenomeno e applicazione di protocolli d'intervento per la rieducazione e il contenimento). L'approccio italiano, invece, più razionalista e più teorico, privilegia gli aspetti eziologici e preventivi, preferendo attività di sensibilizzazione relativamente a tutti gli attori coinvolti (genitori, insegnanti, educatori, decisori politici, ecc.). Nel contesto italiano sono infatti molte le inziative volte alla prevenzione del fenomeno - primo indicatore di un futuro comportamento antisociale, dicono i criminologi - quali le attività di rafforzamento delle competenze sociali e relazionali (le cosiddette life skills), delle strategie di coping (cioè di gestione di situazioni problematiche o difficoltose) dell'alunno e di monitoraggio da parte dei genitori e degli insegnanti. Si registrano anche numerose attività di ricerca-azione nella scuola, documentate in Internet e mirate alla diffusione di buone pratiche trasferibili.
E' disponibile e scaricabile una selezione di testi e articoli sul bullismo a scuola, che mettono in risalto le specificità di carattere psicologico e socio-affettive di questo tipo di comportamento violento nel bambino e nell'adolescente. Insieme ai risultati di ricerche italiane e straniere, la bibliografia seleziona una pubblicistica attenta alla definizione, alla gestione in classe e agli interventi possibili per arginare il fenomeno e sensibilizzare insegnanti e dirigenti scolastici. La bibliografia è tratta dalla Banca Dati bibliografica BIBL, che conta 22.328 documenti fra testi e spogli da riviste di scienze dell'educazione, segnalati e documentati da agenzie specializzate, quali Dipartimenti Universitari, Istituti di Ricerca, Associazioni Professionali degli Insegnanti.
La selezione sul bullismo a scuola è curata da Franca Pampaloni, responsabile della Banca Dati bibliografica BIBL.
Foto tratta dall'archivio immagini DIA di Indire - concessa da CSAC-Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma
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