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SCUOLA-FAMIGLIA

Famiglie, scuola e lavoro, un intreccio che emerge

Maurizio Salvi, Presidente dell' Associazione Italiana Genitori, sull'attualità dei rapporti con la scuola

di Maurizio Salvi
27 Gennaio 2005

Dia IndireLa Riforma Moratti puntando a personalizzare il percorso di formazione dello studente intende  coinvolgere nella Scuola molto di più rispetto al passato la Famiglia. Può spiegare come è stata recepita dai Genitori questa importante novità e dare un giudizio sulla sua applicabilità ed efficacia?  

La nostra Associazione ha sempre sostenuto il compito primario della famiglia nell’educazione dei propri figli.  La scuola, dopo la famiglia, è il luogo privilegiato in cui i ragazzi vengono educati e formati e i genitori non possono essere esclusi. Per questo abbiamo accolto con piacere che nella Riforma della scuola, il genitore  possa partecipare alla stesura del piano di offerta formativa e collabori con i docenti per sua realizzazione, senza confusione di ruoli. D’altronde genitori e docenti sono co-educatori e in questo senso possono, insieme, svolgere meglio questo loro compito nei confronti dei ragazzi.
Per quanto riguarda l’applicabilità, questa dipenderà molto dal dirigente scolastico. Sarà proprio compito del dirigente scolastico predisporre momenti di apertura ai genitori ed alle loro associazioni con incontri  formativi insieme ai docenti. Certamente è un passaggio delicato i genitori non sono preparati, ma nemmeno i docenti. Creare una vera propria partnership tra docenti e famiglie richiederà percorrere insieme passo per passo una strada sentita e condivisa, ma le esperienze già fatte in tante scuole hanno dato ottimi risultati. Nelle giornate europee dei genitori e della scuola sono state presentate presso il MIUR alcune di queste esperienze (buone pratiche) scelte tra centinaia di progetti pervenuti.
C’è anche il progetto “Genitori e scuola” promosso dallo stesso MIUR che permette momenti di progettazione educativa comune tra scuola e famiglia come l’educazione civica, l’educazione alla salute, l’educazione allo sport e l’educazione alla solidarietà anche con l’aiuto delle associazioni di volontariato.

Scuola e Famiglia dovrebbero stabilire un dialogo duraturo nel tempo che possa indirizzare lo studente nelle scelte e seguirlo nel corso dei suoi studi.
Quali ritiene siano le competenze professionali necessarie perché questo dialogo venga incoraggiato e gli strumenti, anche tecnologici,  utili a realizzarlo?

La richiesta dei nostri ragazzi non è quella di essere omologati ad un pacchetto di scelte precostituite, ma di acquisire, attraverso la scuola, una "identità personale" che permetta a ciascuno di adottare, tra le scelte culturali e produttive esistenti, quella che più risponde ai propri bisogni e alle proprie aspirazioni e che consenta, anche, di crearsi un proprio modello culturale o di indagare campi nuovi d’attività, quando sia problematico l'inserimento all'interno del mondo del lavoro esistente.
Ed è in questo senso che genitori e docenti insieme possono trovare per ogni  ragazzo il percorso di apprendimento consono alle sue inclinazioni ed alle sue aspettative. E’ un connubio tra la disponibilità naturale del ragazzo e l’orientamento per il suo futuro. Gli strumenti sono inseriti nella riforma, come i Larsa , laboratori di recupero e sostegno all'apprendimento debitamente attrezzati, i momenti di scelta facoltativa delle materie alternative obbligatorie, la possibilità di scelta delle famiglie  di alcune attività facoltative non obbligatorie e nelle superiori anche l’alternanza scuola e lavoro.
Anche qui sarà molto importante la formazione dei genitori e dei docenti per creare un vero partenariato.
Momenti di progettazione comune  ce ne sono, ma soprattutto bisogna sapere che esistono e che si possono usare e poi dove non arriva la normativa si può  arrivare (per chi ha buona volontà ) con un po’ di fantasia e creatività. E’ quello spazio che prima non c’era e che oggi esiste per merito dell’autonomia.


Un’altra questione affrontata dalla Riforma Moratti riguarda la reciproca indifferenza fra mondo della Scuola e del Lavoro; può dirci quali difficoltà per un verso e motivi di interesse per l’altro famiglie e studenti incontrano al passaggio dello studente dalla Scuola al Lavoro?

Dia IndireFino a trent’anni fa l’insegnante di una scuola tecnica era anche consulente di aziende. Le aziende prendevano come punto di riferimento l’insegnante di materie tecniche per creare innovazioni nella propria produzione. Poi c’è stato un vuoto, la scuola è andata per conto suo preparando i ragazzi in maniera “tradizionale” senza seguire le esigenze delle aziende e da allora ha sempre messo sul mercato del lavoro diplomati ed anche laureati  che non erano in grado di soddisfare immediatamente le esigenze del mercato del lavoro, costringendo le aziende a predisporre adeguate scuole per preparare le persone neo assunte, anche se queste presentavano certificazioni scolastiche di specializzazioni che potevano rientrare nelle loro esigenze. Sostanzialmente la tecnologia andava avanti e la scuola restava indietro, sempre più.
Lo stesso è stato per l’Università, sganciata dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma restata più vicina al mondo del lavoro. Alcune hanno avuto l’accortezza di farsi carico delle esigenze del mondo del lavoro creando corsi suppletivi e di specializzazione ad hoc, altre meno previdenti e meno lungimiranti hanno tirato avanti con corsi tradizionali. Oggi data la riunificazione della scuola dell’obbligo con l’Università e gli Istituti di ricerca, il dialogo dovrebbe essere più fluido facilitando l’orientamento scolastico e professionale e creando corsi più adeguati alle esigenze delle aziende. Tutto questo faciliterà i ragazzi ad entrare nel mondo del lavoro, al termine del loro percorso scolastico.

Il tema dell’alternanza fra Scuola e Lavoro è uno dei punti caratterizzanti la Riforma Moratti: può dare una sua valutazione in merito e chiarire quali sono a Suo giudizio gli interventi oggi occorrenti per migliorare il livello educativo degli studenti italiani?

Come genitori riteniamo importante rendere il percorso di studi degli studenti italiani simile a quello degli studenti che vivono negli altri paesi europei con la consapevolezza che investire sulle risorse umane, e quindi sulla scuola, vuole dire, per un Paese, investire sul proprio futuro.

Anche la scuola italiana sta cercando di dare agli allievi quella formazione culturale che permetta loro di maturare come persona e sviluppare un alto senso critico, ma nello stesso tempo intende sviluppare in loro anche la dimensione di impegno e di competenza nello svolgere il lavoro, qualunque sia, che capiterà loro di fare nella vita.
Resta sempre come fattore determinante aiutare gli studenti a capire meglio qual è la scelta giusta per il loro futuro, sia personale che professionale. L’orientamento scolastico e professionale ha questo compito: far conoscere agli studenti più cose, ampliare le loro competenze, far capire meglio le loro capacità e le loro aspirazioni, per aiutarli a scegliere con più consapevolezza il successivo percorso d’istruzione o di formazione. Non è certamente un’impresDia Indirea facile in un sistema economico che cambia molto rapidamente e in cui alcune professionalità, in passato molto richieste, sono diventate obsolete in pochi anni ed altre, nuove, hanno, invece, inaspettatamente assunto una grande importanza. Diventa, quindi, indispensabile che i giovani sappiano valutare con attenzione le opportunità di lavoro che può procurare la scuola che hanno scelto ed è altrettanto importante che imparino il lavoro collettivo, che è sempre più richiesto nelle aziende, oltre che acquisire un atteggiamento critico e indipendente.
Accanto all’orientamento scolastico e professionale, oggi, si ritiene indispensabile mettere a punto strumenti e percorsi mirati, atti a coniugare la funzione istituzionale della scuola con le esigenze professionalizzanti della formazione, che possano aiutare gli studenti a conoscere meglio il mondo del lavoro. Per questi motivi condividiamo la creazione di esperienze che favoriscano gli studenti ad entrare in contatto con le aziende per mezzo di interventi di alternanza scuola lavoro, con ottica formativa e di orientamento con l’intento di fornire una formazione, sia di tipo scolastico, sia basata sull’esperienza pratica, che consenta ai giovani di conseguire metodologia didattica innovativa.
Condividiamo lo spirito della proposta di  legge che permette di svolgere esperienze di alternanza sia nel canale tradizionale scolastico (corsi quinquennali dei licei generalisti e dei licei tecnologici divisi in indirizzi professionalizzanti), che nel nuovo canale dell’istruzione e formazione professionale. Percorsi in alternanza che prevedono, all’interno dei piani di studio curricolari, segmenti che sono realizzati attraverso esperienze formative in contesti lavorativi e produttivi a condizioni ben precise. Certamente rappresentano un tentativo importante per instaurare una rete di rapporti con le aziende, e nello stesso tempo si vengono così a conoscere le effettive necessità per una preparazione degli allievi sempre più rispondente alle esigenze del territorio. Queste esperienze permettono inoltre agli studenti di valutare la propria preparazione rispetto alle richieste del mondo del lavoro, mettendoli in condizioni di misurare le proprie capacità nell'affrontare nuove realtà ed adeguarsi a nuovi ambienti e a procedure complesse e, nello stesso tempo, danno facoltà alle aziende di conoscere meglio il mondo della scuola e favoriscono il processo di orientamento degli studenti circa le scelte future, post diploma.
Non è poi da trascurare l’aspetto importante che è quello di avvicinare gli insegnanti al mondo del lavoro, permettendo loro di verificare la validità dei programmi, non solo in termini di conoscenze, ma anche in termini di competenze e capacità.

Intervista e editing a cura di Francesco Vettori, Comunicazione Indire 

 

 

 

 


 

 
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