di Gianluca Torrini
18 Febbraio 2005
“La famiglia è testimone privilegiata dello sviluppo dei bambini e dei ragazzi e coopera con la scuola nei modi seguenti: • fornisce conoscenze e indicazioni rilevanti ai docenti; • collabora per l’adattamento dei bambini all’ambiente scolastico; • segue l’esperienza di formazione dei figli e partecipa alla costruzione del portfolio delle competenze; • valuta con i docenti l’idoneità dei bambini alla frequenza anticipata della scuola; • interagisce con il docente tutor e con i docenti responsabili dei laboratori; • si rende consapevole delle eventuali differenze di partenza dei bambini e dei ragazzi e condivide il percorso teso a raggiungere le competenze finali; • comprende le motivazioni che ispirano il piano personalizzato di studio ed è informata delle conoscenze che scandiscono i bienni e i monoenni didattici; • percepisce il profilo educativo, culturale e professionale al quale i bambini devono corrispondere alla fine del primo ciclo di studio e viene informata di tutti gli «scostamenti» che possono divergere da tale direttrice.”
Così il “Piccolo dizionario della Riforma” descrive il ruolo centrale della famiglia all’interno del processo educativo, delineando le nuove tipologie di integrazione fra l’ambiente scolastico e quello familiare. Un’integrazione comunque non pacifica, come del resto è possibile immaginare quando andiamo a parlare di concetti onnicomprensivi come quello della famiglia: i soggetti coinvolti sono molteplici e tali che sembra quasi impossibile riuscire ad unire tante voci per formare un unico coro.
L’idea di famiglia è infatti al centro di continue dispute che riguardano aspetti molto diversi tra loro. Dibattiti che portano alla constatazione del continuo mutamento della fisionomia stessa della famiglia, in una costante riscrittura di ruoli, valori, dinamiche. Non potrebbe essere altrimenti per una delle poche formazioni sociali sopravvissute per millenni ai cambiamenti storici e politici, passata attraverso i tempi più remoti e rimasta attuale nella civiltà Mesopotamica, Greca e Romana, fino al MedioEvo e ai giorni nostri. Una famiglia sviluppata in forme patriarcali, matriarcali, estese o ristrette, chiuse o aperte, ad alta o bassa mobilità sociale, integrandosi velocemente con gli effetti delle rivoluzioni industriali o con le nuove forme di comunicazione e presenza virtuale.
La Riforma della scuola, da poco in vigore, si è inserita in questo processo storico, modificando le dinamiche di interazione fra i luoghi dedicati alla formazione e la famiglia, proponendo nuove tipologie di integrazione fra questi due universi e cercando di destinare un ruolo quanto più centrale alla famiglia all’interno dell’iter scolastico. Una responsabilità, quindi, che è andata notevolmente crescendo, vista l’autonomia dei genitori nella decisione di parti consistenti delle carriere scolastiche dei figli. Con l’attuazione della Legge 53 le famiglie potranno realmente scegliere tra molte materie opzionali: per esempio, nella scuola d’infanzia da 24 a 50 ore settimanali saranno decise dai genitori, 3 nella scuola primaria, 6 nella secondaria di primo grado. Un compito di notevole importanza, per percepire e rispondere ai diversi orientamenti e ai bisogni dei propri figli. In questo scenario, la nuova Riforma non lascia comunque soli i genitori, prevedendo l’inserimento di una nuova figura, il tutor, per aiutarli per chiarire ogni dubbio sul percorso didattico di ogni alunno.
Proprio a causa della molteplicità degli approcci al problema e alla varietà delle figure coinvolte, Indire si occuperà del tema “famiglia” per circa un mese, cercando di ascoltare le opinioni di quante più figure possibile coinvolte. Una scelta che riflette l’importanza dei cambiamenti che la Riforma ha da poco messo in atto e la centralità dell'argomento discusso nella vita di tutti i giorni.
Spazio dunque alle associazioni dei genitori, a psicologi e sociologoci, oltre che alle scuole stesse e ai rappresentanti del Ministero: un tentativodi riassumere nuove strategie e opinioni sulla scuola del fuuro.
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