di Camilla Lastrucci
10 Marzo 2005
Quali sono le finalità principali del Forum delle Associazioni familiari ed i fronti su cui questo agisce?
Sebbene il Forum sia stato costituito da 10 anni, le sue finalità sono ancora valide e molto impegnative. Prima di entrare nel merito dei compiti più urgenti di cui intendiamo farci carico, devo premettere alcune considerazioni: in Italia la famiglia è un valore, ma al di là delle affermazioni di principio, negli ultimi 50 anni poco o nulla è stato fatto per darle un sostegno adeguato. Occorre, invece, diventare consapevoli del fatto che la famiglia non è un fatto privato, ma sociale, dal momento che le sue scelte si ripercuotono sulla società. Per tutti questi motivi, il Forum si pone l’obiettivo di dare una cittadinanza alle voci delle famiglie, facendole divenire i primi interlocutori delle istituzioni. Altro compito fondamentale è quello di dare all’Italia politiche familiari degne di questo nome. Uno dei ruoli delle istituzioni deve essere quello di promuovere e non assistere la famiglia: allo stesso tempo è importante che lo stato metta in condizioni le famiglie di svolgere i propri compiti di cura e di educazione, richiamandole qualora sia necessario. I fronti su cui agisce il Forum sono diversi: il riconoscimento dei carichi familiari, il problema educativo della scuola, le adozioni, il rapporto tra la famiglia ed i media, il lavoro, i minori, il problema welfare.
La Riforma Moratti da poco in vigore sembra accogliere molti punti portati avanti dal Forum, destinando un ruolo centrale alla famiglia nel percorso di formazione dello studente; può esprimere un giudizio sulla sua efficacia tenendo conto anche dell’opinione delle associazioni familiari?
Il mio giudizio non può che essere positivo, anche se la vera novità introdotta sta nel fatto che per la prima volta viene prevista una cooperazione tra famiglia e scuola, per il resto si è attinto molto dal contesto europeo. Le associazioni familiari hanno stilato un articolo che renderanno pubblico sabato 12 marzo e con il quale hanno espresso la loro opinione sulla Riforma. Per quanto riguarda la sua efficacia, molto dipende dagli attori che sono in campo educativo. Posso però anticipare che dalle ultime ricerche “Ocse”, è stato rilevato che tra gli indicatori di qualità della scuola il rapporto famiglia-scuola è positivo: maggiore è il coinvolgimento dei genitori nell’offerta formativa della scuola e nel percorso formativo degli studenti e migliore è il rendimento di questi ultimi.
Lei è presidente del Forum e insegnante, quindi ben in grado di valutare quanto genitori e docenti siano pronti ad aprire reciprocamente mondo della scuola e mondo della famiglia.
Pur esortando le famiglie a costituirsi in associazione non abbiamo avuto molti riscontri positivi. Del resto le scuole non sono ancora ben disposte all'accoglimento dei genitori e devono adottare nuove modalità d’insegnamento e nuovi approcci verso l’esterno.
Diversi pedagogisti hanno criticato la nuova Riforma in quanto a loro avviso favorirebbe le disuguaglianze tra gli studenti e creerebbe confusione di ruoli tra genitori ed insegnati, cosa ne pensa?
Al contrario ritengo che il coinvolgimento degli insegnati andrebbe ad abbattere le disuguaglianza, aprendo la strada del confronto e dell’amicizia. E’ vero che molte famiglie sono "latitanti", ma questo perché non le si coinvolge abbastanza, così come non si richiede loro una partecipazione attiva e un’assunzione di responsabilità. E’ assolutamente prioritario promuovere una cultura della partecipazione. La confusione dei ruoli non esiste, il ruolo dell’insegnate è chiaro e va rispettato.
La Riforma prevede, inoltre, di avviare gli studenti al mondo del lavoro già a scuola; può dare un giudizio sulla sua applicabilità?
Il problema è che per il momento questa grande innovazione non è partita e soprattutto non ci sono i finanziamenti sufficienti per far decollare la formazione professionale, dando ad essa dignità e prospettive.
Quali sono a Suo avviso gli aspetti maggiormente negativi della scuola di oggi?
L’alta percentuale di "mortalità scolastica" rappresenta una grave sconfitta per tutti noi. Anche il livello intellettuale degli studenti è sceso rispetto alla media europea.
Bisogna tornare alla scuola di qualità, una scuola che non sia selettiva ma esigente.
Immagini tratte dalla Banca Dati Dia
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