di Patrizia Lotti
11 Settembre 2003
Abstract dell'articolo di "La didattica come luogo di mediazione interculturale", pubblicato in Prospettiva EP.
E’ ormai certo che l’interculturalità influenza l’attività scolastica e ne arricchisce i contenuti.
Per favorire l’integrazione scolastica degli alunni stranieri è necessario pensare un’organizzazione scolastica flessibile riguardo alle risorse, agli strumenti di valutazione, ai tempi e agli spazi dell’attività didattica, privilegiando l’insegnamento individualizzato, lo sfruttamento e la valorizzazione di tutte le risorse del docente, attivando nuove e diverse modalità di apprendimento-insegnamento e stimolando il lavoro di gruppo in classe e fra le varie classi.
Per realizzare un’attività scolastica attenta all’interculturalità è necessario il collegamento scuola - territorio, intrattenendo rapporti con le famiglie, con gli Enti locali, con le Associazioni e le Comunità degli immigrati; così come è indispensabile conoscere la storia e gli stili cognitivi di ogni alunno. Una valorizzazione adeguata delle conoscenze generali degli alunni stranieri può costituire un arricchimento per le attività didattiche di tutto il gruppo di classe: ciò favorirebbe anche l’autostima dell’alunno straniero, quindi la sua motivazione all’apprendimento e alla socializzazione.
Per valorizzare una didattica interculturale, perciò, è necessario adottare una strategia flessibile di intervento che affianchi all’approccio didattico prevalentemente collettivo quello prevalentemente individualizzato.
Massimiliano Fiorucci, "La didattica come luogo di mediazione interculturale", in Prospettiva EP, a. 25, n. 1, gen mar 2002, pp. 43-65.
Abstract a cura di Valeria Biggi, progetto RIVI - Indire.
|