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INTERCULTURA

Quando scuola e istituzioni collaborano

Multicultura promessa, anzi promossa: le risposte di P. Ennio Brovedani sj, Direttore dell'Istituto Stensen di Firenze

di Francesco Vettori
18 Novembre 2005

Il Vostro Istituto "si propone di favorire la ricerca e il confronto tra le diverse culture": può parlarci delle finalità che animano questa ricerca e di come riuscite a realizzarla?

Viviamo in un periodo storico caratterizzato, da un lato da un progressivo abbandono dei valori del passato, dall'altro, dall'affermarsi del pluralismo culturale, etnico e religioso. Il pluralismo di per sé non costituisce una minaccia; al contrario, in quanto espressione della complessità della realtà, rappresenta una preziosa risorsa. Ciò che è determinante è la gestione del pluralismo che, se non accolto, può effettivamente divenire un fattore di preoccupazione e di rigidità.
In funzione di questo contesto socio-culturale, che non solo progressivamente sviluppa il proprio pluralismo, ma che è anche spinto a rapportarsi ai temi inediti del nostro tempo come le biotecnologie, l'equilibrio ecologico, ecc., l'Istituto opera per il confronto tra le diverse e nuove culture. In particolare l'Istituto cerca di favorire la ricerca pluridisciplinare proponendo dei percorsi d'informazione e riflessione su temi fondamentali che hanno particolare rilevanza e incidenza nelle nuove dinamiche antropologiche e sociali. I temi affrontati in questi ultimi anni nelle diverse edizioni del "Novembre stenseniano" sono esempi di possibili percorsi per contribuire alla promozione culturale e sociale. A sviluppare i percorsi sono stati chiamati docenti ed operatori credenti e non credenti, italiani e stranieri. Particolare attenzione è stata rivolta ai giovani ed alle istituzioni formative. Nell'edizione del Novembre stenseniano 2005, d'accordo con un gruppo di scuole della Provincia di Firenze, con la SISS Toscana - sede Università di Firenze - e i Dipartimenti universitari di Filosofia e di Scienze dell'Università di Firenze, sono state organizzate delle sessioni mattutine specifiche per le scuole e gli specializzandi SSIS.

Avete a disposizione una sala cinematografica, una biblioteca, organizzate mostre, incontri, eventi che si rivolgono spesso ai giovani: quali sono a vostro parere i bisogni culturali emergenti, che cosa chiedono oggi alla cultura?

L'Istituto cerca di rispondere ad una esigenza significativa dei giovani di oggi, cioè la disponibilità di un luogo di elaborazione culturale del sapere, che consenta di situare il sapere, nato dalle istituzioni di ricerca e produzione, su un orizzonte di senso e significato. Un altro criterio, cui l'Istituto si attiene, è quello di lasciare autonomia ai giovani nelle loro esigenze di creatività e nello sviluppo delle loro attività culturali. I giovani sentono il bisogno di autonomia nell'attività di ricerca ed organizzazione degli eventi culturali per potersi misurare e confrontare con se stessi e con la realtà.

Nel caso del dibattito su Evoluzionismo e Anti-evoluzionismo cui è dedicata una vostra iniziativa, vorremmo capire le ragioni che vi hanno portato a scegliere laboratori didattici, un modo di insegnamento-apprendimento che incontra particolare favore.

Con la realizzazione dei laboratori didattici abbiamo inteso rispondere a due esigenze:

  • 1) Consentire al gruppo dei docenti che hanno partecipato al percorso sull’evoluzionismo di riflettere ed approfondire congiuntamente il percorso seguito, allo scopo di individuare le implicazioni più significative dell’evoluzionismo. Tutto ciò con l’obiettivo di definire delle tracce di percorsi didattici che poi ciascun docente personalizzerà in progetti coerenti con le proprie specifiche esigenze.
  • 2) Offrire al contesto della scuola della Provincia di Firenze i risultati, meglio una parte dei risultati, del percorso relativo all’evoluzionismo. Questo come contributo alle attività delle istituzioni scolastiche della nostra Provincia.

Il Vostro Istituto promuove una ricca attività cinematografica molto apprezzata: che ruolo ha il cinema nel Vostro programma culturale e, ancor più nello specifico, avete mai pensato ad un uso didattico degli audiovisivi?   

Il Cinema è un’attività molto presente sia per tradizione che per struttura – l’auditorium infatti è adibito anche a sala cinematografica secondo gli standard tecnici più moderni. L’impostazione che viene data alla programmazione rispecchia il ruolo di proposizione e confronto di temi culturali e in particolare ogni singola rassegna, percorso o festival che organizziamo, ha una sua “cornice” tematica, un filo conduttore e un tema portante che poi viene sviluppato attraverso il doppio binario della visione e del dialogo con il pubblico. Praticamente ogni proiezione viene accompagnata da un commento, tassativamente successivo alla visione, per permettere il confronto tra pubblico e ospiti e per lasciare anche libera scelta allo spettatore di seguire o meno l’approfondimento. Tutti i film in quest’ottica sono scelti per il loro alto valore contenutistico, comunicativo o artistico. Anche eventuali prime visioni e programmazioni continuative sono frutto di scelte consapevoli e indipendenti dai compromessi del mercato. L’attività punta soprattutto a coinvolgere i più giovani in un’affinità tra coloro che organizzano e una buona parte di pubblico.
Ci sono anche attività prettamente indirizzate alle scuole e organizzate in collaborazione con insegnanti e istituti scolastici, ancora limitate, perché riteniamo che sia un campo troppo delicato per proporre, come fanno molti cinema, proiezioni continue senza un adeguato suppporto. Finora i lavori sono stati indirizzati soprattutto alle scuole secondarie, con stage, lezioni, proiezioni guidate e alla presenza dei registi. Per l’anno 2006 prevediamo un incremento di questo tipo di offerta con una preparazione specifica e varie collaborazioni, confidando in un sostegno da parte soprattutto della pubblica amministrazione.

 

 
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