di Gianluca Torrini
03 Gennaio 2006
La logica del “plug and play” ormai ha divorato se stessa: con buona pace della cultura 'pseudo-aziendalistica' che l'ha alimentata e promossa vendendo l'idea che avere significasse - potenza della tecnologia sempre più facile, di una formazione sempre più normativa, uguale per tutti - sapere.
Dopo anni nei quali si è pensato che insegnare il “saper fare”, in ambienti rigorosamente procedurali e semplificati, fosse il metodo più innovativo per trasmettere un know how duraturo (in realtà consumato nel giro di pochi mesi), sta emergendo la convinzione che l'individuo, al centro di cambiamenti sociali e tecnologici sempre più rapidi, debba svincolarsi da modelli operativi standard e poggiare i propri saperi su solide basi teoriche e sperimentali che lo rendano operativo in maniera più creativa, progettuale e attenta alla specificità delle situazioni e dei contesti. Questo non in contrasto ma nel rispetto, proprio, e nel rafforzamento di un linguaggio comune.
Su questa convinzione si basa il lavoro del Prof. Luca Toschi (http://www.csl.unifi.it/it/node/121) autore del corso di comunicazione da oggi online sulla piattaforma riservata agli insegnanti, PuntoEdu, approfondimento al percorso A di ForTic, modulo 9.
“In un'epoca in cui si fa un grande parlare di interazione/interattività, della centralità, nel sistema di comunicazione, del ricevente/utente" ha affermato il prof. Toschi “le possibilità di governo e di uso libero della comunicazione, al contrario, sono entrate in una fase tremendamente critica. La comunicazione, che è sempre più alla base della costruzione sociale, specie dopo l'avvento delle nuove tecnologie che ridisegnano lo scenario mondiale e locale, non può significare appiattimento della creatività in nome di fraintese pratiche comuni; né tanto meno monopolio di standard e di ambienti. E' fondamentale, viceversa, dare all’individuo, ai gruppi sociali, strumenti per rafforzare la propria libertà e identità nell'orientare la comunicazione, cioè nell'ideare, progettare e costruire la propria socialità. Esiste un evidente bisogno di fondamenti teorici, di prospettive, di orientamento generale; c'è l'esigenza vitale di sviluppare uno sperimentalismo non fine a se stesso ma sensibile ai contesti situazionali dove il soggetto si trova, sceglie di operare. Pratiche indispensabili per alimentare il circolo virtuoso che è alla base delle teorie e delle strategie di comunicazione".
“Teorie e pratiche non sono contrapposte” conclude il prof. Toschi “chi le contrappone in nome di una fraintesa praticità rinuncia a progettare e a costruire il futuro, mentre non governa il presente che è in continuo movimento. Si sente e si sentirà sempre in ritardo di una mossa. Ci troviamo davanti ad un'epoca eccezionalmente viva, ricca di grandi trasformazioni, dove il potere dell'uomo non è solo autodistruttivo ma anche creativo, propositivo, innovativo; non bisogna aver paura della propria libertà, delle proprie conoscenze e dei propri saperi. Ma governarli, indirizzarli, dare loro una speranza liberandoli dalle paure che li attanagliano, da quel senso d'emergenza che comanda la nostra vita di tutti i giorni. La comunicazione e le nuove tecnologie danno un potere sconosciuto al DNA culturale dell'uomo, un'occazione quasi provvidenziale, a patto però che siano gli uomini a fare sistema e non viceversa".
Si tratta quindi di un corso fortemente innovativo, in controtendenza. Un punto di partenza, anche, in quanto ciò che è pubblicato su PuntoEdu rappresenta un’anticipazione di quelle che saranno le “Lezioni di Comunicazione”, prossimamente su Click di Qualità all'interno del sito Indire. Gli spunti presenti su PuntoEdu saranno sviluppati e approfonditi, dando grande spazio ad esempi specifici, una sorta di potenziali laboratori, offerti come punto di partenza per esperienze ed esercitazioni del tutto personalizzate.
E' possibile contattare l'autore tramite email scrivendo a l.toschi@indire.it
Gianluca Torrini, redazione webzine
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