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INTERCULTURA

L’integrazione scolastica degli alunni immigrati in Europa

Una analisi comparativa

di Simona Baggiani e Erika Bartolini
20 Febbraio 2008

La questione dell’integrazione degli immigrati nella società è al centro dei dibattiti politici degli ultimi decenni nella maggioranza dei paesi europei, collocandosi nel più ampio contesto dell’obiettivo strategico di Lisbona, dello sviluppo di una cittadinanza attiva, di pari opportunità e coesione sociale.

Ma come è possibile applicare misure appropriate che facilitino l’integrazione delle persone immigrate, pur nel rispetto dei loro valori e delle proprie origini? Le risposte possibili sono molte e variano a seconda dei diversi contesti nazionali.

La Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’anno appena inaugurato come “Anno europeo del Dialogo Interculturale” vuole riportare la questione della diversità culturale all’attenzione della riflessione comunitaria affidando al dialogo interculturale il ruolo sempre più importante di incoraggiare l’identità e la cittadinanza europea.

In questo contesto la Commissione europea, in particolare la Direzione Generale “Istruzione e cultura”, riconoscendo il ruolo centrale dell’istruzione per l’integrazione e l’inclusione sociale, ha previsto per l’aprile 2008 la pubblicazione di un libro verde su Istruzione e Migrazione, con gli obiettivi primari di:

  • aumentare la consapevolezza sul problema e delineare possibili soluzioni e buone pratiche;
  • ricavarne messaggi di istruzione inclusiva di più ampio respiro;
  • riflettere su ciò che può essere fatto a livello di UE, possibilmente anche attraverso un dibattito sulla direttiva del Consiglio del 1997, prima misura normativa dell’Unione nei confronti della scolarizzazione dei bambini immigrati.

Nessun paese sembra ancora aver trovato la soluzione perfetta, ed è per questo che il dibattito e lo scambio di buone pratiche rimane aperto ed estremamente utile.

Qui di seguito, grazie alle fonti Eurydice, presentiamo una breve analisi sui principali modelli di integrazione e sulle misure scolastiche di sostegno adottate nei paesi europei seguita da una descrizione più approfondita su quattro paesi in particolare: Francia,Regno Unito, Spagna.
Con l’obiettivo comune di raggiungere rapidamente una completa integrazione, i paesi europei hanno trovato diverse soluzioni per organizzare la vita a scuola dei bambini immigrati residenti nel loro territorio.

Nei sistemi scolastici europei sono previste misure di supporto per i bambini immigrati corrispondenti a due modelli principali:

  • un modello integrato nel quale i bambini immigrati sono inseriti in classi ordinarie composte da alunni della loro stessa età (o di età inferiore a seconda dei casi). Qui essi seguono i metodi ed i contenuti curricolari previsti per gli alunni originari del luogo. Misure di supporto (essenzialmente di natura linguistica) sono applicate su base individuale per ogni alunno durante il normale orario scolastico.
    In alcuni casi è previsto, in aggiunta all’offerta ordinaria, anche un insegnamento extracurricolare. In questi casi, gli alunni immigrati ricevono delle lezioni al di fuori del normale orario scolastico ma sempre all’interno delle strutture scolastiche. Le autorità educative del paese ospitante sono responsabili di questo tipo di insegnamento.
  • Un modello separato che può assumere due forme:
    • accordi transitori: i bambini immigrati sono inseriti in gruppi separati dagli altri bambini per un periodo di tempo limitato in modo che possano ricevere un’attenzione particolare adattata ai loro bisogni. Tuttavia, possono assistere ad alcune lezioni insieme agli altri alunni;
    • misure a lungo termine: sono costituite classi speciali all’interno della scuola per uno o più anni scolastici, e spesso i bambini immigrati sono raggruppati in base alle loro competenze nella lingua di insegnamento. Il contenuto del corso e i metodi di insegnamento sono adattati ai loro bisogni.


La Figura , tratta da L’integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa, offre un quadro generale delle diverse misure che vengono adottate per integrare i bambini immigrati in età di istruzione obbligatoria all’interno dei sistemi educativi ospitanti. In generale, i due modelli principali per l’offerta di sostegno ai bambini immigrati non si escludono l’un l’altro ma spesso coesistono in uno stesso paese.
Nel modello integrato, le autorità educative danno la priorità all’inserimento immediato dei bambini immigrati nella classe ordinaria corrispondente, insieme agli altri alunni della loro età. Tuttavia, è anche possibile inserire gli alunni nella classe inferiore a quella indicata per la loro età, sulla base di una valutazione iniziale delle loro conoscenze linguistiche (nella lingua di insegnamento) o del loro rendimento generale a scuola, o di entrambi. In questo contesto, durante il normale orario scolastico, si possono pianificare misure di sostegno individuale – o meno frequentemente collettivo – che comportano il ritiro di questi alunni dalle lezioni ordinarie destinate alla lingua di insegnamento.
La Figura mostra anche che in molti casi il modello integrato coesiste con il modello separato “transitorio”. In quest'ultimo, classi o gruppi di “ricezione” e “transitori” vengono organizzati regolarmente per gli alunni appena arrivati nel paese ospitante, per un periodo variabile generalmente non superiore ad un anno dopo. Queste classi hanno lo scopo di offrire un’assistenza focalizzata sui bisogni speciali (e particolarmente sui bisogni linguistici) e di facilitare la graduale integrazione nel sistema scolastico ospitante.
L’organizzazione di gruppi o classi separate per una durata superiore ad un anno è molto meno diffusa.
In circa un terzo di tutti i paesi, agli alunni immigrati vengono anche offerte lezioni aggiuntive fuori dall’orario scolastico ufficiale. Questa offerta extracurricolare spesso viene organizzata nel pomeriggio, durante l’estate o, in ogni caso, quando gli edifici scolastici non sono occupati e possono essere più facilmente utilizzati.

All’interno dei due modelli principali, i sistemi educativi europei offrono ai bambini immigrati una gamma di misure di sostegno particolarmente ampia, che si può ricondurre a tre categorie:

  • misure di sostegno tese a compensare le lacune linguistiche degli alunni immigrati la cui lingua materna non è la lingua di insegnamento. Fra i primi criteri presi in considerazione quando si tratta di collocare i bambini immigrati nelle classi ordinarie, c’è infatti quello della lingua: quei bambini sono in grado di seguire le lezioni nella lingua di insegnamento utilizzata nella scuola? Se la risposta è negativa, la maggior parte dei sistemi educativi prevede un sostegno linguistico specifico adeguato. In generale, si tratta di un insegnamento basato sul metodo della “immersione linguistica” secondo il quale gli alunni sono esposti direttamente alla lingua del paese ospitante e ricevono un insegnamento intensivo durante il normale orario scolastico, individualmente o in piccoli gruppi. È anche possibile un insegnamento “bilingue”, che viene offerto in parte nella lingua di insegnamento e in parte nella lingua originaria degli alunni.
  • Misure di sostegno tese a rispondere alle necessità linguistiche degli alunni immigrati attraverso determinate aree del curriculum del livello di istruzione al quale sono iscritti. In questo quadro, è possibile che siano apportate delle modifiche al contenuto e ai metodi didattici del curriculum ordinario, organizzati corsi di sostegno e, talvolta, è possibile che gli alunni immigrati siano valutati in maniera diversa dagli altri alunni.
  • Le dimensioni delle classi possono essere ridotte in modo da permettere un migliore rapporto alunno/insegnante.

Queste tre tipologie principali di sostegno, sono spesso combinate con i modelli integrati o separati. Il sostegno linguistico è di gran lunga il metodo più diffuso nei paesi europei.
Anche i fenomeni di abbandono scolastico e assenteismo fra gli alunni immigrati costituiscono una preoccupazione per coloro che sono responsabili dell’istruzione. Data una situazione familiare e/o socio-economica che spesso può essere piuttosto instabile, gli alunni immigrati sono oggetto di speciale attenzione, in quanto popolazione scolastica a rischio. Di conseguenza, alcuni paesi hanno introdotto programmi tesi a prevenire e combattere l’insuccesso scolastico fra questi bambini.
Infine, le scuole prendono spesso iniziative per assistere alunni e genitori immigrati nelle procedure di iscrizione, inserimento nel sistema di istruzione e accesso alle informazioni sulle opportunità future all’interno del sistema scolastico. Queste misure vanno dall’aiuto per l’espletamento delle formalità amministrative, al sostegno psicologico per gli alunni nel loro nuovo ambiente. Spesso si concentrano sul miglioramento della qualità dello scambio di informazioni fra casa e scuola, in particolare facilitando l’uso delle lingue diverse da quella normalmente utilizzata a scuola (per esempio molti paesi pubblicano informazioni sul sistema scolastico nelle lingue straniere degli alunni immigrati).


 

 
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