Indire, sito ufficiale
Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa MIUR
immagine di contorno      Formazione separatore dei progetti      Documentazione separatore barra alta      Didattica separatore barra alta      Comunicazione separatore barra alta Europa
contorno tabella centrale
LINGUAGGI DELLA COMUNICAZIONE

Dentro la Scuola: strumenti utili e motivazioni quotidiane

Intervista al Prof. Renato Montemurro, inventore della Sordinella e della Girandola delle Tabelline

di Renato Montemurro
26 Maggio 2009

Il rinnovamento della didattica passa anche attraverso la creazione di oggetti che facilitano l'insegnamento e l'apprendimento, rispondenti a finalità didattiche ben precise?

Dalla mia esperienza posso rispondere di sì, intendendo il rinnovamento un "rinnovamento condiviso", non solo quindi della didattica utilizzata nella nostra classe, ma allargato e riconosciuto da un certo numero di scuole e colleghi.
Non tutti gli strumenti didattici che si possono costruire producono tali effetti, ma solo quelli che superano una serie di requisiti.
Dalla mia esperienza, mancando uno di questi tutta la catena crolla. Anzitutto devono essere apprezzati: 

  • dai ragazzi, dimostrando così di rappresentare una risposta adeguata a delle loro difficoltà,   
  • dagli esperti nella didattica del settore scolastico interessato, di cui avremo prima chiesto pareri e consigli, mandando loro i prototipi da sperimentare.

Superate queste fasi bisogna passare alla:

  • ricerca di un potenziale produttore, disponibile all'investimento a livello industriale per abbattere notevolmente i costi, 
  • un distributore di sussidi didattici che li sappia collocare nel mercato italiano ed estero.

Il primo punto è comunque il più importante, qui l'insegnante deve riuscire per un attimo ad identificarsi nel ragazzo che ha di fronte e nelle sue difficoltà.  Successivamente occorre che amplifichi nella propria immaginazione queste difficoltà per trovare una risposta attraverso un metodo, un oggetto o altro ancora. Ma non è finita: talvolta passaggi mentali o operativi, che noi ritenevamo banali, bloccano il percorso cognitivo ipotizzato, per cui serve pazienza e tenacia per modificare nuovamente il tutto.
In effetti non c'è niente di nuovo: l'insegnante, seguendo questo metodo, programma continuamente.
Questa fase non manca di soddisfazioni, i ragazzi sono molto attratti da ciò che è nuovo, colorato, giocoso e soprattutto manipolativo;  si mostrano subito pronti a suggerire ed esprimere le loro idee. 
Ho trovato una grande potenzialità nell'ingegno e nella manualità, che purtroppo raramente la scuola dell'obbligo riesce ad incanalare attraverso le proprie discipline d'insegnamento.

Il secondo punto andrebbe vissuto non come una difficoltà ma come un aiuto ed incoraggiamento.
Grazie alla rete internet sono entrato facilmente e velocemente in contatto con molti esperti nel campo della didattica musicale (per quanto riguarda la sordinella e la girandola del flauto) e  nel campo della discalculia (per quanto riguarda la girandola delle tabelline), sia in Italia che all'estero.
E' nato quindi uno scambio di materiali ed opinioni molto fruttuoso che mi ha arricchito personalmente.
Tutti si sono mostrati interessati ed incuriositi dalle potenzialità nuove offerte dai miei sussidi ed alcuni di loro hanno anche pubblicato  alcune recensioni (ad esempio la rivista  "Amadeus"  riguardo la "Cyclomusic" maggio 2004 e la "Sordinella",  ancora in prototipo,  nel giugno 2006). 
Altri, autori di libri scolastici, hanno ritenuto degne di menzione queste novità e le hanno descritte nei propri testi.
In particolare la girandola del flauto e quella della tabelline sono state anche apprezzate e prodotte anche da una nota casa editrice, previo il mio permesso.  

Che parte hanno nella più generale creazione di contenuti didattici, e quotidianamente a scuola, i nuovi media digitali con le forme e opportunità che offrono?

Da parte mia, insegnando educazione musicale, ho trovato interessante e molto utile e produttivo l’uso della  lavagna interattiva. Queste attività, inserite nella  programmazione disciplinare con obiettivi specifici riguardanti l’ascolto e la comprensione musicale, hanno catalizzato l’interesse  di tutti i ragazzi, nessuno escluso.  In alcune lezioni si trattava infatti di giochi musicali per riconoscere melodie, strumenti musicali, oppure per memorizzare sequenze e riprodurle con esattezza sviluppando così le  “rappresentazioni uditive” e molto altro ancora.
Il fascino consisteva anche nel fatto che le risposte, suscitate dai giochi didattici, andavano date stando in piedi davanti ad un grande schermo, ricco di stimoli, toccando su di esso gli oggetti, che rispondevano animandosi immediatamente, oppure seguendo l’effetto Karaoke su una partitura musicale mentre la si ascolta tenendo il segno, emettendo una melodia, e altro ancora.
Una bella differenza, soprattutto per gli studenti,  rispetto alla lezione da seduti, ascoltando e leggendo sul libro.
Sorprendente anche l'apprezzamento dei ragazzi per l’opera lirica (io ho proposto dopo una breve presentazione “Cavalleria Rusticana” nella versione  filmica  di Zeffirelli). Un successo dovuto al contributo di immagini spettacolari, di  chiari sottotitoli in scorrimento per una comprensione immediata delle parole, e di un’ adeguata amplificazione musicale. 
Fra gli aspetti positivi va anche considerato il  risparmio di carta per fornire il libretto a tutti; libretto che avrebbe costretto i ragazzi allo scomodo passaggio dalla  lettura del foglio alla visione dello schermo.
L’importante in queste attività è riuscire ad inserirle all’interno di una unità didattica ben strutturata, con la consapevolezza  educativa di ciò che si propone, e favorendo una ricaduta immediata e facilmente sintetizzabile dai ragazzi. Una integrazione quindi fra gli strumenti nuovi e stimolanti e la metodologia classica e collaudata. 

A partire dalla sua esperienza, quali sono oggi gli atteggiamenti riscontrabili di alunni e insegnanti: crede che la disponibilità per gli studenti di molteplici e diversi mediatori della conoscenza rispetto al precedente  passato stia amplificando le differenze – di forma mentis, di capacità, di aspettative, etc..- con i docenti?

Secondo me c’è semplicemente un differente approccio al linguaggio multimediale. Negli  adulti è più prudente, cercando di esplorare gradualmente i programmi su cui si lavora. I ragazzi invece sono più a loro agio nella scoperta giocosa di questi mezzi, memorizzano più facilmente le procedure e non si preoccupano  affatto di sbagliare.

Stanno emergendo nuovi bisogni da parte di insegnanti e studenti, che vivono un momento di autentico cambiamento oppure, oltre l’apparente moltiplicazione di strumenti, c’è sostanziale continuità con l’esperienza tradizionale?

A mio giudizio, in questo momento servirebbe un consolidamento di queste nuove procedure didattiche, e quindi una continuità con l’esperienza tradizionale.
Un ultimo aspetto da considerare è il ricambio generazionale. La nuova classe insegnante, sui trent’anni, ha studiato ed è cresciuta con l’informatica: saranno gli insegnanti a instaurare, con naturalezza e strumenti futuri, un nuovo equilibrio fra didattica ed informatica. Fra questi, vorrei segnalare i sussidi didattici che ho personalmente brevettato.

Il primo, di 6 anni fa,  è la Cyclomusic: una cyclette che ho creato, con il contributo di amici artigiani, per integrare nelle lezioni, in modo attivo, un ragazzo autistico non in grado di comunicare con la parola. Praticamente la cyclomusic è una cyclette, che alimenta con la pedalata uno stereo, che produce la base musicale sulla quale gli alunni della classe suonano il flauto o cantano.
In circa due mesi, con la collaborazione degli insegnanti di sostegno, il ragazzo ha imparato a coordinare le gambe per pedalare ed ottenere una musica intonata. Se infatti la pedalata si bloccava la musica si fermava o si distorceva.
Quindi era effettivamente la sua musicalità che lo guidava e lo correggeva nel movimento.
Anche gli altri ragazzi hanno chiaramente provato sia come gioco che come esperienza la produzione di "energia ecologica" trasformata in musica.

Il secondo è la Sordinella, l'unica sordina per il flauto dolce scolastico: è  nata dall'esigenza di studiare in casa senza disturbare gli altri, anche negli orari meno opportuni.
Molti insegnanti la utilizzano, talvolta anche nella classe, quando non hanno l'aula di musica a disposizione e non vogliono distrarre la classe di fianco che magari sta svolgendo una verifica
Da pochi mesi è uscito il modello "Concerto" che è più adatto per le persone che suonano il flauto professionalmente.

Il terzo è la Girandola delle Note del flauto dolce: un sussidio per facilitare la comprensione della diteggiatura sul flauto dolce. In pratica sostituisce i fogli di istruzione con le  posizioni al flauto e mostra più chiaramente e con colori diversi, in base alla mano destra o sinistra, solo un flauto selezionato alla volta. E’ nato dalla consapevolezza, in ogni giorno di insegnamento, che spesso i ragazzi non ricordano alcune posizioni allo strumento, anche se  precedentemente studiate.

Infine la Girandola delle Tabelline, un brevetto  tanto semplice quanto geniale: si tratta di un sussidio di carta plastificata che allena il bambino su una tabellina alla volta, proponendo le moltiplicazioni secondo un semplice criterio logico. Il bambino risponde ad alta voce alle domande, poi ne controlla l'esattezza girando un pochino il dischetto, curioso nei colori e nel funzionamento e molto comodo da utilizzare ovunque.
Anche in questo caso, risulta uno strumento utile  ai bambini con difficoltà di memorizzazione ma può essere impiegato, anche solo per consultazione, dai discalculici, che vedono un risultato alla volta e non una serie di numeri.
Questi sussidi sono visibili sul sito www.sordinella.it  e cercando su Google si trovano anche modelli per esigenze specifiche.

 

 

 

 
Articoli correlati

Il CoderDojo: come imparare una programmazione strutturata
di Mario Boninsegni (11 Dicembre 2014)

Al via le iscrizioni al corso "Didattica Digitale"
di G. Cannella, R. Carro, E. Mosa, L. Tosi (29 Febbraio 2012)

Che cos’è la competenza digitale?
di Silvia Panzavolta (19 Ottobre 2010)

Il modello I-CLEEN
di Matteo Cattadori e Maddalena Macario (17 Maggio 2010)

3.0 verso il Web semantico: THINKERS WANTED!
di Silvia Dell Acqua (17 Febbraio 2010)

Dove il libro non è il medium prevalente della conoscenza
di Francesco Vettori (29 Aprile 2009)

Francesc Pedró: per capire quel che sta accadendo
di Francesco Vettori (18 Aprile 2006)

Mai più una comunicazione "usa e getta"
di Gianluca Torrini (03 Gennaio 2006)

A un mese di distanza dalla morte di Mario Luzi
di Francesco Vettori (21 Marzo 2005)

Il valore della conoscenza, la forza della comunicazione
di Stefania Chipa (09 Febbraio 2005)

Cammina cammina
di Stefania Chipa (01 Gennaio 2005)

Strappate quella pagina
di Stefania Chipa (18 Novembre 2004)

Nuovi linguaggi: scrivere, leggere, interagire
di Antonio Sofia (12 Novembre 2004)

Il registro comunicativo ritrovato
di Giovanni Nulli (21 Settembre 2004)

Bookcrossing: una biblioteca che gira per il mondo
di Annalisa Fiaschi (06 Agosto 2004)