di Francesco Sabatini
26 Giugno 2009
La
“centralità” dell’insegnamento di italiano, per tutti i tipi di scuola,
viene spesso enunciata, ma raramente è percepita nelle sue effettive dimensioni.
Per la grandissima maggioranza degli alunni questo insegnamento copre il terreno
della lingua primaria, che è al tempo stesso la loro principale
lingua di cultura: è la lingua con la quale l’individuo non solo comincia a
esplorare l’ambiente più vicino e rappresentare sé stesso, ma interpreta il
mondo più ampio, compie le operazioni cognitive più impegnative e conquista con
maggiore facilità ogni nuovo sapere, comprese le altre lingue, che aggiungono
altre potenzialità. Dell’italiano l’alunno deve dunque poter sfruttare tutte
le risorse come motore primo e principale del proprio apparato
cognitivo e come preesistente e sua personale lingua di cultura:
successi o insuccessi in altre discipline (dalla matematica alla filosofia alle
scienze e alle lingue straniere) dipendono spesso dal grado di possesso e dalla
capacità di sfruttamento di tale lingua cardine. La formazione
fornita al docente d’italiano dai parcellizzati e incompleti Piani di
studio universitari, anche se prolungata da una specializzazione didattica, non
è certo sufficiente per dargli una visione adeguata della funzione formativa di
questa particolare disciplina. Tale visione si conquista veramente solo con
l’esperienza sul campo, cioè in presenza dei discenti, una
situazione dalla quale al docente può derivare facilmente insoddisfazione della
propria preparazione, che avverte limitata o asimmetrica. Al suo desiderio di
migliorarla, che prima o poi si manifesta, bisogna rispondere non con un casuale
e cursorio “aggiornamento”, ma proponendogli un’occasione per
riconsiderare criticamente parti della sua formazione:
accostandolo cioè a fonti capaci di trasmettergli forti stimoli innovativi
quanto a nozioni da precisare o acquisire e a metodi didattici più fecondi.
Il Progetto Lingua, letteratura e cultura in una dimensione
europea ha appunto queste caratteristiche: i contenuti in termini di
sapere di base e il trattamento didattico di tali contenuti mediante percorsi e
procedure orientati a precisi obiettivi educativi e cognitivi. Il Progetto
prevede la piena utilizzazione della lavagna interattiva multimediale
(LIM), che si rivela strumento di particolare efficacia per
l’attuazione delle proposte innovative contenute nel Progetto stesso.
I CONTENUTI DI SAPERE
L’insegnamento dell’italiano
nella scuola secondaria di I grado richiede nel docente una prevalente
formazione in linguistica italiana, un vasto campo disciplinare che invece nella
formazione tradizionale del nostro laureato in Lettere è scarsamente o
debolmente rappresentato (in ciò risiede gran parte della frustrazione che
colpisce quel laureato divenuto docente). Il presente Progetto è perciò
fondato su un deciso recupero e consolidamento delle conoscenze di base
ritenute fondamentali nel campo della linguistica italiana. Esso si articola in
9 moduli, che vengono di seguito descritti in dettaglio e che preliminarmente si
possono raggruppare in due filoni:
I) il filone delle
conoscenze più direttamente utilizzabili nell’azione didattica,
ricavabili dai seguenti ambiti: linguistica generale; grammatica italiana;
lessico e dizionari; caratteri della testualità scritta; dialettologia italiana;
istituzioni letterarie; II) il filone delle conoscenze di
livello più profondo, che sostengono per così dire “alla radice” il
sapere del docente, ma sono ugualmente utilizzabili nell’azione didattica:
latino di base; genesi della lingua italiana per evoluzione del latino parlato;
storia della lingua italiana.
L’insieme di tali ambiti di conoscenze
costituisce una precisa piattaforma sulla quale poggia l’intera competenza
professionale del docente d’italiano nel previsto ordine di scuola. La
materia è distribuita in 9 moduli di cui si fornisce qui una descrizione più
analitica.
Modulo 1 Introduzione alla linguistica generale e
italiana Non avrà carattere astrattamente teorico, ma fornirà, su basi
scientifiche aggiornate, una ricognizione generale essenziale dei caratteri
della lingua verbale e del funzionamento dei suoi quattro
livelli (fonologico, con il corrispettivo ortografico; morfologico; sintattico;
lessicale-semantico), il tutto applicato direttamente alla lingua italiana.
Modulo 2 Un’idea del latino I riferimenti
alla lingua madre dell’italiano sono ovviamente numerosi e talora essenziali
nella didattica della nostra lingua, anche ai livelli della scuola secondaria di
I grado. Il docente d’italiano non può escludere, almeno nella propria mente, il
latino come terreno di chiarimento di molte questioni riguardanti l’uso
dell’italiano. Questo modulo si compone di due parti: la prima offre una
cognizione storica del latino (vicende, caratteri e funzioni di questa lingua
dall’epoca antica all’epoca moderna), la seconda permette di compiere un veloce
“ripasso” delle sue strutture, viste in stretto rapporto con quelle
dell’italiano. La sintassi latina viene illustrata mediante lo stesso modello
esplicativo (quello della grammatica “valenziale”) che si adotta per la sintassi
italiana.
Modulo 3 Dal latino all’italiano e ai dialetti
d’Italia Propone un profilo di “grammatica storica”, cioè una veloce
descrizione del passaggio dal latino parlato fino al dialetto fiorentino come
base dell’italiano, con accenni alle altre varietà dialettali. Questo tipo di
descrizione mette a nudo le trasformazioni che avvengono nel vivo tessuto della
lingua quando prevalgono le forze, meno controllabili, del parlato spontaneo,
dell’analogia, degli incroci indebiti tra parole, della semplificazione, della
concretezza dei significati. Presentandoci il volto dell’uso linguistico
popolare, questo studio permette di individuare per contrasto anche il filone
dell’uso colto. (Un esempio: nel latino parlato per indicare la bocca si
abbandonò l’uso di os, che indicava anche il volto, e si preferì bucca, che
indicava specificamente il rigonfiamento delle guance quando queste contengono
il boccone o una quantità d’aria, infine l’apertura e il cavo per il cibo e per
l’aria; di qui il nostro termine bocca. Ma quando si è sentito il bisogno di un
aggettivo tecnico riferito alla bocca, si è tornati a prenderlo da una parola
latina antica, oralis derivato di os, gen. oris). La “grammatica storica” è
ricchissima di suggerimenti e spiegazioni sulla dinamica dell’uso vivo delle
lingue.
Modulo 4 Storia della lingua italiana È il
modulo chiave per la formazione della coscienza linguistica del parlante
italiano. Offre una ricostruzione di forte incisività dell’intero percorso
storico della lingua italiana: dalla fase dei molti volgari scritti presenti
nelle diverse regioni italiane al prevalere del volgare fiorentino, potenziato
dall’opera dei grandissimi scrittori del Trecento, e poi alla sua progressiva
diffusione in Italia, dapprima attraverso la circolazione di testi scritti e
solo tardi (con l’Unità d’Italia) attraverso movimenti della popolazione,
istruzione scolastica generalizzata, diffusione dei mezzi audio-visivi.
Tracciata a grandi linee, questa ricostruzione costituisce anche una efficace
sintesi della storia generale italiana dall’alto medioevo ad oggi, con lo
sguardo rivolto più nettamente ai fatti sociali e culturali. Il panorama dei
fatti linguistici è illuminato da immagini, diagrammi, citazioni di testi. Lo
svolgimento linguistico fa anche da supporto a una essenziale trama dei fatti
letterari.
Modulo 5 Grammatica dell’italiano Contiene la
vera proposta sfida per infrangere il muro della temuta grande difficoltà di far
studiare utilmente la “grammatica”. Il modulo illustra anzitutto la fruttuosità
cognitiva di questo studio e la sua indispensabilità per la correttezza dell’uso
scritto, fermo restando che questo percorso di riflessione è complementare a
quello della pratica “testuale” della lingua (trattata nel modulo 6). Ma la vera
novità della proposta consiste nell’adozione di un efficacissimo modello
esplicativo della struttura e del funzionamento del sistema della lingua: il
modello cosiddetto della “grammatica valenziale”, che fa perno sulla descrizione
delle proprietà del verbo come pilastro e motore dell’intera “frase”. È un
modello ormai sperimentato in vari manuali di grammatica italiana e molto
diffuso per lo studio delle altre lingue, che presenta una serie di vantaggi
anche didattici: permette una visione centralizzata, e quindi economica e
rapidamente acquisibile, di tutte le strutture della frase (semplice e
complessa); abitua alla diversa formulazione di una stessa nozione (mostra come
tutte gli elementi che non fanno parte del nucleo della frase possono assumere
forma di avverbi, di espressioni con preposizioni o di frasi dipendenti); fa
scoprire, contestualmente alla spiegazione strutturale, i principi basilari
dell’interpunzione nello scritto.
Modulo 6 La lingua nella concretezza del
testo La trattazione è imperniata sulla distinzione tra il “sistema
della lingua”, che è oggetto di osservazione dello studio grammaticale, e l’“uso
comunicativo della lingua”. Il “testo” viene definito come
il prodotto di un preciso intento comunicativo di un determinato emittente che
si rivolge a un determinato destinatario e si giunge così a un chiarimento
fondamentale: nella comunicazione reale, il sistema della lingua viene
utilizzato in modi molto diversi, secondo l’effetto che l’emittente vuole
ottenere sul destinatario e l’atteggiamento che questo assume nell’interpretare
il testo. La dimostrazione è data attraverso una ricca serie di rilievi sul
diverso uso di verbi, nomi, congiunzioni, ecc., nei diversi “tipi di testo”: da
quelli “rigidi” (scientifici, normativi, tecnici), destinati a
un’interpretazione il più possibile univoca, a quelli di “media rigidità”
(esplicativi, saggistici, di semplice informazione), destinati a
un’interpretazione alquanto più aperta, a quelli decisamente “elastici” (testi
letterari, in prosa e in poesia), destinati all’interpretazione più libera. Tali
rilievi guidano in maniera concreta il docente e il discente sia nella lettura,
sia nella produzione dei testi.
Modulo 7 Lessico e dizionari dell’italiano La
lingua si presenta come un sistema anche se si osservano le singole parole, cioè
il lessico, al di fuori delle maglie della struttura grammaticale. Il lessico
costituisce il corpo stesso della lingua e, nel suo insieme, è organizzato nella
nostra mente secondo diversi criteri di “reperimento” e di richiamo: per campi
semantici, per somiglianze formali, per opposizioni, per derivazioni, ecc.
L’illustrazione di questa rete di rapporti e le spiegazioni sulla formazione
delle parole, sulla loro storia, sui loro diversi valori di registro, sono
operazioni che contribuiscono notevolmente all’arricchimento del linguaggio. Il
modulo offre anche una guida alla consultazione dei dizionari, attività di
facile attuazione e di grande rendimento, eppure solitamente poco praticata in
ogni ordine di scuola.
Modulo 8 Istituzioni letterarie Nelle
attività della Scuola secondaria di I grado va tenuta ancora molto ai margini la
“storia letteraria”, ma il testo letterario è ben presente: con il lavoro su di
esso si pongono, in questa fase dell’istruzione, i primi fondamenti dell’
“educazione letteraria”. I testi letterari (racconti, poesie, poemi epici,
dialoghi teatrali) vanno letti, com’è noto, facendo bene attenzione alla loro
“forma” linguistica, che è portatrice di una parte importante del loro
significato. Raccogliendo nella categoria delle “istituzioni letterarie” una
serie di informazioni riguardanti i generi letterari, il linguaggio figurato, i
metri, si mettono a disposizione del docente gli elementi per condurre l’
“analisi del testo”, esercizio (qui ampiamente esemplificato) di notevole valore
formativo delle facoltà critiche e interpretative dell’alunno. Un’informazione
essenziale sulla tradizione dei testi e sul lavoro che precede la loro edizione
rende il docente più consapevole della qualità del prodotto che ha davanti a
sé.
Modulo 9 Dialetti e altri idiomi in Italia I
dialetti costituiscono una realtà ancora importante nel tessuto sociale
italiano. Hanno valore come testimonianza di tante storie particolari della
popolazione italiana e sono ancora, per una parte di questa, strumenti di
comunicazione, che influiscono anche sull’uso generale dell’italiano. Sia l’uno
che l’altro aspetto non possono essere ignorati nel processo di istruzione,
specie nell’età preadolescenziale: una presentazione scientifica complessiva
dell’assetto dialettale italiano permette di evitare anche stereotipi negativi
legati all’uso delle diverse parlate. La stessa considerazione va fatta della
presenza di nuclei di alloglotti (albanesi, greci, serbo-croati,
ecc.).
Nella nostra descrizione i moduli sono messi in un ordine logico
che va dal generale o propedeutico al particolare. Ma ogni modulo è costruito in
modo indipendente dagli altri ed è suscettibile di utilizzazione autonoma.
Le modalità di fruizione prevedono sia la lettura di testi lineari su carta,
sia le operazioni mediate da tutor in linea e il riversamento diretto di quanto
conosciuto e appreso nella propria attività didattica.
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