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PROGETTI DI COLLABORAZIONE

2009 Global Junior Challenge: la scuola è protagonista

A Roma la fase finale del concorso sull’uso innovativo delle nuove tecnologie per la formazione, la solidarietà e la cooperazione internazionale.

di Rudi Bartolini
22 Settembre 2009

Il 2009 Anno europeo della Creatività e Innovazione sta vedendo il succedersi di numerose iniziative volte “ad accrescere la consapevolezza dell’importanza della creatività e dell’innovazione in quanto competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico”.

L’Italia, come stato membro UE, ha cercato di valorizzare in particolare progetti e sperimentazioni provenienti dal mondo dell’istruzione e della formazione. E’ dalla scuola e dal mondo della formazione infatti che può nascere quella “cultura dell’innovazione” che appare, oggi come non mai, in una società in costante e veloce cambiamento, indispensabile per affrontare le sfide future.

In questo senso assume un’importante rilevanza la V edizione del concorso internazionale “Global Junior Challenge”, che ha visto la partecipazione di giovani e scuole di tutto il mondo e il cui evento conclusivo si terrà a Roma i prossimi 7-8-9 ottobre con la prima conferenza internazionale sull’innovazione sociale, uno spazio espositivo e la premiazione dei vincitori.

Il concorso “Global Junior Challenge” premia l’uso innovativo delle moderne tecnologie per la formazione, l’educazione, la solidarietà e la cooperazione internazionale. 456 sono stati i progetti iscritti e 109 quelli che hanno raggiunto la fase finale.

I 109 progetti finalisti sono stati selezionati da una Giuria internazionale, presieduta da Alfonso Molina, docente di Strategie delle tecnologie all’Università di Edimburgo (Regno Unito) e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale, l’organizzazione non profit che ogni due anni promuove il concorso Global Junior Challenge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Tra i finalisti sono rappresentati ben 32 Paesi diversi, sia paesi ricchi che aree poverissime del mondo, dove i ragazzi vivono in slum e non riescono a frequentare la scuola. Ma anche dal Burkina Faso, dall’Uganda, dallo Zambia, paesi che gli indicatori dello sviluppo umano pongono in fondo alla classifica, sono pervenuti progetti interssanti, segno che i giovani stanno cercando di prendere in mano il destino delle loro comunità e sfruttano la risorsa strategica della tecnologia per combattere povertà e disuguaglianza.
Le scuole, di diverso ordine e grado, hanno firmato oltre l’80% dei progetti, spesso realizzati in cooperazione con studenti e docenti di altre parti del mondo. Ben 40 sono le scuole italiane in finale. All’indirizzo www.gjc.it è possibile visionare l’elenco dei finalisti e l’archivio di tutti i progetti iscritti.

Il 7 e 8 ottobre, la Conferenza internazionale “Social Innovation for a Better World in Our Time, promossa dalla Fondazione Mondo Digitale, verrà introdotta dal professore emerito Tullio De Mauro e affronterà il tema dell’ “innovazione sociale contro la crisi e per lo sviluppo” di tutti i Paesi, come acceleratore strategico per raggiungere gli Obiettivi del Millennio. Dal Canada, dall’India, dagli Stati Uniti, dall’Unione europea, per la prima volta saranno a Roma studiosi, opinion leader e personalità attive nel campo dell’innovazione sociale, per riflettere da prospettive diverse, su successi e fallimenti delle iniziative attuate sino ad ora e per individuare nuove direzioni di sviluppo

 

Di seguito, il Prof. Alfonso Molina, Docente di Strategie delle Tecnologie all’Università di Edimburgo e Direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale, risponde ad alcune domande relative ai progetti in concorso:

Il concorso “Global Junior Challenge” ha visto la partecipazione di numerosissimi progetti di notevole interesse, provenienti da tutte le parti del mondo: quali sono le differenze che emergono nella visione di “Creatività e Innovazione” da parte di questi giovani, appartenenti a diversi continenti, diversi paesi e differenti culture?

Alla 5ª edizione del Global Junior Challenge si sono iscritti 456 progetti e ne sono stati selezionati 109 provenienti da 32 Paesi. Una selezione difficile, impegnativa per la varietà e la qualità delle soluzioni proposte. Oggi è difficile individuare delle vere e proprie differenze culturali, perché molti progetti, anzi tanti progetti, nascono come piattaforme di lavoro comune e prendono forma già “sconfinati”, sono iniziative transnazionali, che attraversano Paesi e continenti, grazie proprio agli strumenti della tecnologia. Penso, ad esempio, alle iniziative di Marsha Goren, un’insegnante della Ein Ganim Institution, a Petach Tikva in Israele. Per lei la tecnologia è lo strumento più efficace di comunicazione globale. In una delle piattaforma di lavoro cooperativo che ha creato sono coinvolti studenti e docenti di 25 scuole sparse nel mondo. In Italia, una piccola scuola di Pulsano, in provincia di Taranto, coordina un social network scolastico, in lingua inglese, tra 33 scuole di Paesi diversi (Stati Uniti, Ghana, Uganda, Ungheria, Inghilterra, Italia, Grecia, Svezia, Slovenia, Polonia, Portogallo, Ucraina, Lituania, Irlanda).
Esperienze di formazione digitale alla pari le troviamo nelle Filippine, con “The Power Users of ICT” - giovani tutor che si offrono volontari per insegnare informatica ad altri coetanei che hanno abbandonato la scuola o che hanno bisogni speciali per particolari disabilità – così come in Puglia, in un progetto di animazione territoriale realizzato in diverse aree degradate della regione.
Ovviamente nei Paesi più poveri c’è maggiore attenzione alle tecnologie a basso costo e a basso impatto ambientale, ma nello stesso tempo l’uso degli strumenti digitali è più “spinto”, come se fossero dei veri e propri acceleratori di sviluppo sociale. Con la tecnologia si fa prevenzione sanitaria, per l’Aids, si costruiscono piccoli villaggi connessi per portare la scuola ovunque, si realizzano programmi di formazione dedicati alle donne soprattutto nelle aree rurali…
Nei Paesi occidentali tendiamo ad avere una visione distorta e primitiva  della tecnologia, come segno di benessere, uno status symbol, oppure come strumento di controllo o di sopraffazione, ad esempio nei casi di cyber bullismo. Ricordo una ricerca dell’Osservatorio permanente sui contenuti digitali che sottolineava come anche l’Italia sia a rischio di digital divide e di cultural divide, perché gli italiani tendono ad usare le tecnologie in modo passivo, soprattutto come svago o come gadget. Il “technofan” pensa che l’innovazione sia solo l’ultimo modello di un strumento tecnologico in commercio… Al contrario, dai progetti del Global Junior Challenge, emerge una visione sana, vitale, evoluta e sempre inclusiva della tecnologia. Noi siamo convinti – come tutti gli innovatori che partecipano a questa sfida internazionale - che la tecnologia al servizio dell’innovazione sociale sia uno strumento straordinario per cambiare il mondo, uno strumento di uguaglianza e di lotta alla povertà e che possa contribuire a realizzare una società della conoscenza per tutti.


40 sono le scuole italiane in finale, un risultato importante: potrebbe segnalarci quali sono le originalità emerse nei loro progetti, quali ordini di scuola hanno partecipato e ottenuto i migliori risultati e la loro di distribuzione sul territorio? Inoltre, quali sono state le categorie di concorso in cui le nostre scuole hanno eccelso?

Ovviamente i progetti delle scuole italiane concorrono soprattutto nelle categorie classiche del concorso, secondo l’età dei destinatari, quindi soprattutto nelle prime tre: “fino a 10 anni” (13 progetti), “fino a 15 anni” (10 progetti) e “fino a 18 anni” (24 progetti). Poi abbiamo un progetto nella categoria “Inserimento nel mondo del lavoro” e un altro nella categoria “Creatività e Innovazione sociale”.
Alcuni istituti, particolarmente attivi e vivaci, hanno presentato più di un progetto, come un liceo scientifico di Livorno e un liceo classico di Matera.  I progetti sono arrivati dalle scuole di ogni ordine e grado, alcuni perfino con collaborazioni trasversali dalla scuola dell’infanzia all’università, e da ogni parte di Italia, Nord, Centro e Sud. E anche dai centri più piccoli, lontani dai capoluoghi di regione.
I progetti toccano vari temi, dall’alimentazione alla tutela dell’ambiente, a volte nascono per risolvere bisogni particolari all’interno di una classe, come l’inserimento di studenti stranieri, oppure per potenziare lo studio delle materie meno congeniali.
Posso fare qualche esempio: un software didattico per i bambini con difficoltà linguistiche in una scuola per l’infanzia di Genova, un’originale applicazione del metodo simultaneo di letto-scrittura a Cremasco o una biblioteca musicale con trascrizioni in Braille a Ferrandina, in provincia di Matera. Al circolo didattico di Gorgonzola i ragazzi costruiscono narrazioni multimediali interattive con il motore “1001storia”, realizzato dal Politecnico di Milano. L’Università popolare di Lavagno (Verona) ha cercato il supporto dei più piccoli per insegnare il computer agli anziani. A Terni studenti e docenti collaborano con l’Enea e l’Ifad, per dotare di energia una scuola rurale africana. Per un progetto di robotica, che sperimenta anche gli automi in ospedale, le collaborazioni sono trasversali, tra scuole di diverso ordine e grado e con associazioni ed enti di ricerca. Tra le dolomiti friulane, a Piancavallo, c’è una scuola in ospedale. Gli alunni ricoverati hanno inventato una serie radiofonica per raccontare la montagna a tutti gli ascoltatori. E poi podcast, blog, webquest, media education… Molti i progetti che stimolano la partecipazione attiva della nuova generazione alla vita sociale del Paese con l’uso consapevole dei nuovi media digitali: i ragazzi imparano a costruire videogiochi educativi, spot, video e perfino cartoni animati digitali.
Tutti i progetti, in attesa dell’evento finale a Roma, 7 e 8 ottobre, si possono consultare online all’indirizzo www.gjc.it. Presso l’istituto storico Galileo Galilei, una del prime scuole ad indirizzo tecnico della Capitale, sarà allestito  lo spazio espositivo per tutti i progetti finalisti. Le scuole italiane concorrono anche al riconoscimento speciale del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che sarà consegnato in occasione della Cerimonia di Premiazione in Campidoglio, nell’Aula Giulio Cesare, il prossimo 9 ottobre.

E' possibile scaricare il comunicato stampa dell'iniziativa in italiano e in inglese.

 

 

 
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