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Il contributo dell’ANSAS-Piemonte a Cla@ssi 2.0

Il significato del "coaching sul campo"

di Giuseppe Cagni
09 Marzo 2010

Entriamo nell’atrio di questa scuola ospitata in un edificio della prima metà del ‘900 situato nel centro di un piccolo paese immerso nella campagna piemontese. Siamo in tre, chi scrive e le due ottime ricercatrici del Politecnico di Torino, nucleo operativo del Gruppo regionale di coordinamento del progetto Classi2.0 in “missione” di coaching sul campo. Ci accoglie, con gentilezza, la vicepreside e ci accompagna al piano superiore dove ci introduce nell’aula che, a breve, ospiterà la classe 2.0. E’ uno spazio ampio con arredi nuovi, colori vivaci, grandi banchi, una LIM alla parete, il tavolo del docente. Tutta la classe è cablata ma non si vede un cavo. I banchi sono organizzati in modo da permettere una pluralità di strutturazioni dell’ambiente; posati su questi, per ogni coppia di alunni, i notebook con chiavetta USB.
L’Ente Locale ha contribuito largamente alla realizzazione delle infrastrutture e dell’arredo. L’aula è in via di ultimazione e i ragazzi e le ragazze ancora per qualche giorno faranno la spola fra la vecchia aula e questo nuovo, invitante ambiente.
A detta dei docenti, la loro impazienza di poter stabilmente e quotidianamente lavorare nell’aula 2.0 è fortissima. Il consiglio di classe, con cui cominciamo a dialogare, dopo una rapida descrizione dei lavori in corso per l’allestimento dell’aula, sembra unito e motivato nell’affrontare questa sperimentazione. I livelli di competenza tecnologica e di impegno non sono omogenei ma appare evidente la volontà di collaborare e aiutarsi a vicenda.
Traspaiono, nelle parole e negli atteggiamenti di molti di loro, entusiasmo e motivazione per il progetto accompagnati da una serenità riflessiva che li rende consci anche delle difficoltà che dovranno affrontare. Fra una settimana la scuola inaugurerà la classe 2.0 con un evento aperto al territorio e alle sue Istituzioni.
Questa fotografia, approssimata e sfocata, potrebbe rappresentare, con le naturali differenze e specificità, ognuna delle 12 classi 2.0 della Regione. A pochi mesi dal seminario di settembre che, materialmente, ha dato avvio a questa avventura innovativa, se ne possono vedere già i primi concreti effetti. Risalta in questa fase, e le ragioni sono facilmente comprensibili, l’attenzione alla trasformazione fisica degli spazi, il desiderio, oltre che la necessità, di dare forma al contenuto iniziando dalla riorganizzazione dell’aula, dei suoi arredi e dei suoi strumenti e degli altri spazi disponibili della scuola. Si parte dall’aula, trasformandola in senso tecnologico, quale componente, non unica e non più importante, del complesso ambiente di apprendimento che ci si prefigge di innovare sulla base di una attenta e articolata progettazione già elaborata, coscienti, forse quanto lo era S. Papert 30 anni fa descrivendo la sua visione dell’apprendimento, che “…il fatto di avere a disposizione un elaboratore costituisce una semplice premessa, di per sé priva di qualsiasi aspetto innovativo”.

Gli ultimi cinque mesi sono trascorsi con le classi e i docenti impegnati nella negoziazione, condivisione e costruzione di una progettazione abbastanza complessa, a volte faticosa, ma indispensabile per disporre di un disegno chiaro e attendibile del percorso da compiere nei prossimi tre anni. A queste/i docenti, fiduciosi nell’innovazione, amanti della professione, desiderosi, chi più chi meno, di mettersi in gioco, spesso impegnati su più fronti, fra cui quello della formazione LIM, motivati dalla nuova sfida e magari amareggiati dalla perenne volontarietà/gratuità del loro lavoro aggiunto, a queste/i insegnanti e ai loro Dirigenti il Gruppo Regionale di supporto sta cercando di offrire le condizioni affinché si sentano partecipi di un comune progetto e accompagnati nell’impegnativo percorso dalle Istituzioni promotrici.

Il Gruppo regionale si è costituito immediatamente dopo il seminario interregionale ed è composto da tre referenti dell’USR, da tre docenti del Politecnico di Torino e da un ricercatore dell’Agenzia Scuola. Si è riunito periodicamente per coordinare le attività, predisporre i materiali di progettazione, esaminare dal punto di vista scientifico, didattico e tecnologico le proposte elaborate dalle scuole, fornire i necessari feedback. Il  nucleo più ristretto, citato all’inizio, si è assunto il compito più operativo di mantenere con ogni classe rapporti continui,  sia on line sia in presenza, attraverso una costante azione di consulenza, supporto, orientamento e condivisione del lavoro svolto dai docenti.
L’Agenzia Scuola, nucleo del Piemonte, opera con un solo referente (peraltro diviso fra coordinamento del progetto LIM e altre azioni di carattere locale) e, per le ragioni che si descriveranno più avanti, ha assunto un ruolo significativo nello sviluppo del progetto.
Si sente la mancanza di un rapporto di informazione e coordinamento con il livello nazionale e di confronto e condivisione con gli altri nuclei regionali.
Per una più facile comprensione del contesto, risulta necessario tratteggiare brevemente una cronistoria delle azioni svolte in questi mesi, attraverso un elenco parziale e sintetico dei processi attuati.
Nel mese di ottobre si sono riunite tutte le classi partecipanti in un incontro, a Torino, per condividere un questionario di ingresso per gli studenti , la bozza di modello di progettazione e per presentare l’ambiente di Edulab. Si sono realizzate, a cura dello staff del Politecnico, videointerviste con gli attori del progetto.
Successivamente, in contemporanea all’apertura dell’Edulab regionale e delle classi virtuali, si è realizzato un incontro in videoconferenza con tutti i CdC per definire insieme il modello di progettazione.
In questa fase, il supporto alle classi è stato effettuato interamente on-line attraverso i forum e realizzando 15 incontri in videoconferenza fra Gruppo Regionale e i singoli Consigli di Classe per la messa a punto delle progettazioni.
In novembre è stato organizzato dal Politecnico, coordinato dal prof. Ricciardi, un seminario informativo su alcune tipologie di ICT e loro applicazioni: esperti dell’Università hanno presentato ai docenti alcune significative esperienze basate su tecnologie potenzialmente adattabili alle progettualità delle classi 2.0, in particolare orientate alla produzione audio-video.
A gennaio, dopo i necessari feedback, si sono definite e validate le progettazioni. Le scuole hanno iniziato a formulare i piani di acquisto e a confrontare preventivi. Il Gruppo regionale ha fornito consulenza e pareri sulla coerenza  e adeguatezza dell’acquisizione di tecnologie in relazione alle singole progettazioni.
Contemporaneamente le classi hanno avviato le prime attività didattiche con i ragazzi in chiave 2.0 utilizzando le prime tecnologie disponibili, in particolare la LIM, costruendo ambienti di interazione e cooperazione on-line , utilizzando LMS open source per organizzare repository  a disposizione degli alunni, organizzando il sito web per documentare .
In questa fase di transizione fra la progettazione, l’attuazione e la sperimentazione si stanno realizzando gli incontri sul campo del Gruppo Regionale con i Consigli di classe.

Si è anticipato che l’Agenzia Scuola ha assunto un ruolo significativo nello sviluppo del progetto, questo, in particolare, rispetto a 5 questioni principali: il rapporto con i docenti, la gestione della comunicazione e del supporto a distanza, il contributo di carattere pedagogico-didattico, la disponibilità delle proprie strutture e l’approccio al processo di documentazione.
Una peculiarità piemontese, forse unica in tutto il panorama nazionale del progetto, è costituita dalla preziosa presenza del Politecnico quale componente universitaria, a differenza delle altre regioni dove questa è rappresentata, quasi ovunque, dalle facoltà di Scienze della formazione o dell’educazione.
Il team del Politecnico, nelle persone del professor Ricciardi, delle dottoresse Taddeo e Tirocchi, grazie alle specifiche competenze, fornisce un supporto indispensabile soprattutto riguardo all’architettura progettuale e alle potenzialità delle ICT.
In tale condizione l’Agenzia Scuola ha trovato uno spazio proprio, nel supporto pedagogico-didattico. Nel definire, da parte di ogni scuola, l’idea-chiave su cui modellare l’intera progettazione, è stata avvertita la necessità di una riflessione capace di dare preminenza all’idea pedagogica (o più ampiamente culturale)  rispetto all’idea tecnologica. Come, profeticamente, avvertiva il piagetiano padre del LOGO: “La mia filosofia personale è rivoluzionaria piuttosto che riformista, per la sua concezione del cambiamento. Ma
la rivoluzione che intravedo è di idee, non tecnologica. Essa consiste nell’intendere in modo nuovo specifici ambiti di conoscenza e il processo stesso di apprendimento….. Mi riferisco a una rivoluzione nelle idee che non è riducibile alla tecnologia…”.
 
Questa attenzione si è dimostrata, poi, efficace nell’atto di pensare e produrre le progettazioni, evitando il rischio di concentrare il peso sulle risorse tecnologiche a scapito di un più complesso intervento sull’insieme delle variabili costituenti l’ambiente di apprendimento che si intende trasformare. 
Un secondo rilevante contributo riguarda la gestione della comunicazione e dell’assistenza on-line attraverso l’ambiente collaborativo di Edulab; gestione assegnata al referente dell’Agenzia.
Edulab, con tutti i suoi limiti, e sono molti, si è, tuttavia,  rivelato un prezioso strumento per l’ottimizzazione dei tempi e delle risorse. Sia l’ambiente regionale sia le classi virtuali, queste ultime in misura differente, hanno costituito, finora, uno spazio informativo e interattivo notevole, utile per lo scambio dei materiali in lavorazione e per il confronto fra i vari attori. Oltre 4000 accessi e 600 messaggi postati nei forum offrono l’immagine di una sufficiente fidelizzazione dei docenti all’ambiente. Ma, soprattutto, s’è dimostrato efficace quale strumento di collaborazione sincrona permettendo di realizzare forme di coaching mirate alle singole realtà e finalizzate alla elaborazione delle progettazioni.
Questa responsabilità relativa all’ambiente EDULAB ha, probabilmente, concentrato in misura maggiore sul referente AS le relazioni con i gruppi classe e anche con singoli docenti. L’organizzazione del forum, la pressoché quotidiana lettura dell’ambiente regionale (la moderazione dei 12 sottogruppi delle classi virtuali è stata divisa con le ricercatrici del Politecnico che li presidiano egregiamente ) e i necessari feedback, hanno contribuito a costruire un rapporto di fiducia con buona parte dei docenti, che si concretizza anche in interventi esterni all’ambiente con funzioni vagamente simili a un numero verde per classi 2.0.
L’Agenzia piemontese contribuisce, come d’altra parte l’USR per gli incontri del Gruppo di supporto e il Politecnico per l’organizzazione dei seminari, mettendo a disposizione le proprie risorse logistiche. Così è stato per la realizzazione degli incontri di supporto in sincrono con i 12 CdC, effettuati dalla sala videoconferenze della sede torinese dell’Agenzia; così è per la disponibilità a aprire, sulle due piattaforme LMS OS, Claroline e Moodle, allocate su un server dell’Agenzia, spazi di lavoro collaborativo e repository per gli alunni delle classi che ne hanno fatto richiesta nell’ambito delle azioni previste dalle proprie progettazioni.
Un compito istituzionalmente affidato all’Agenzia concerne il processo di documentazione della sperimentazione. Per tutta la fase di progettazione, in mancanza di indicazioni specifiche a livello nazionale, si è provveduto a invitare le classi a raccogliere e archiviare in Edulab i materiali che potessero documentare la situazione di partenza e le graduali modificazioni via via apportate. Si è raccolto così un vasto insieme di documenti, di cui i link presenti in questo articolo sono solo un esempio molto parziale, che andrà organizzato e integrato con le nuove proposte che, in questa seconda fase, verranno realizzate in collaborazione col settore documentazione dell’Agenzia.
Ma su questo versante, in Piemonte, resta ancora molto da fare a partire dalla condivisione, nel repository nazionale di Edulab, delle progettazioni validate dal referente scientifico.
Indubbiamente l’impegno più gravoso, ma allo stesso tempo interessante, ha coinciso con la fitta attività, in stretta e feconda collaborazione con i rappresentanti del Politecnico, di lettura, analisi, confronto delle proposte progettuali delle scuole, di negoziazione e consulenza con i docenti, di conoscenza delle professionalità e delle competenze presenti nei diversi CdC, tutti uguali e tutti diversi nella loro composizione e nel loro approccio con questo stimolante progetto. Ognuno si assomiglia per la forte motivazione, per la fiducia nelle prospettive innovative, per la stratificazione delle competenze e dei ruoli all’interno del progetto ma si differenzia per le idee innovative, per le modalità di realizzazione, per l’approccio sperimentale. Una ricchezza di professionalità che già ha prodotto significativi, seppur iniziali, risultati e che permette di prefigurare gli esiti positivi dell’esperimento se si sarà in grado di tenere sotto controllo, attraverso efficaci modalità di verifica, i processi attivati, avendo cura di creare le condizioni per una graduale contaminazione delle altre classi nella prospettiva di transitare dalla classe 2.0 alla scuola 2.0.
Prende avvio, nel momento in cui le 12 classi sono nel fermento dei primi reali e concreti mutamenti dei loro ambienti di apprendimento, l’azione di supporto sul campo, di incontro diretto del Gruppo regionale con i consigli di classe nel contesto didattico effettivo. E questo, almeno dai primi incontri, sembra risultare molto efficace perché c’è vera “carne al fuoco”, ci sono concreti problemi da affrontare e a cui trovare concrete soluzioni. Si può cogliere in modo diretto la credibilità di questo progetto attraverso gli atti, le parole, i dubbi, le aspettative dei docenti entrati in gioco scommettendo sulla bontà dell’ipotesi di partenza, prefigurandosi una scuola nuova per i propri alunni, una scuola ripensata sul principio che “…un nuovo tipo di ambiente di apprendimento implica un contatto libero tra bambini ed elaboratore

Giuseppe Cagni, ANSAS-Piemonte

Le fotografie sono della scuola Calvino di Galliate (NO) e dell’IC di Sommariva del Bosco (CN)

 

Post Scriptum: recentemente sono apparsi sui quotidiani i risultati, unanimemente ritenuti “allarmanti”, di una ricerca secondo cui un giovane italiano su 2 è razzista o xenofobo . Al di là di una attenta analisi della ricerca per evitare stereotipi, allarmante il dato lo è, e dovrebbe esserlo soprattutto per i sistemi educativo e scolastico. Ecco perché questo post scriptum: affinché l’allarme non duri il tempo di un titolo di giornale. Ma anche perché, forse, ha a che fare con la scuola 2.0, una scuola che potrà, grazie alle tecnologie, aprirsi al mondo e alle sue culture (non è forse la LIM una vera finestra aperta sul mondo? Non è il web 2.0 terreno di socialità collaborativa?). Riuscirà la scuola 2.0, o meglio 3.0, a ridurre quella percentuale allarmante ad un misero decimale?

 

 

 

 

 

 


 


 

 
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