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EDILIZIA SCOLASTICA

Modelli di learning landscape per le scuole del futuro...prossimo

Il rapporto tra spazio e modalità di apprendimento secondo Herman Hertzberger

di Maria Grazia Mura
25 Maggio 2011

L’architetto olandese Herman Hertzberger si può considerare uno dei maestri contemporanei, un riferimento estremamente significativo soprattutto a livello europeo, per il modo innovativo con cui ha affrontato e risolto il rapporto tra space and learning.
Studiando a fondo la relazione tra spazio e modalità di apprendimento, anche grazie all’influsso esercitato su di lui dalle idee montessoriane, che nei Paesi Bassi hanno avuto grande sviluppo, ha realizzato edifici esemplari attuando modelli di learning lanscapes globali, vivibili e permeati dalle nuove istanze pedagogiche e didattiche.

L’ALTERNATIVA ALLA CLASSE
Fino ad oggi la classe, spiega il progettista, è stata come un’implacabile entità spaziale eretta intorno ad una rigida relazione tra docente e alunni e ad un fisso paradigma pedagogico, mentre il diffondersi di nuove modalità di apprendimento ha nel frattempo fatto crescere la necessità di forme spaziali più appropriate , spazi significativi dove incontrarsi e lavorare.
Nello specifico, mettendo a fuoco la trasformazione del paradigma della classe si possono distinguere alcune fasi successive (successive stages of development):

1. L’incremento di angoli che articolano il classico schema rettangolare con la presenza di nicchie, sporgenze, spazi di supporto;
2. L’inclusione della zona tra classe e corridoio (la soglia: the threshold) che può essere usata se e quando necessario per ingrandire l’area di apprendimento;
3. Il cambiamento di ruolo della classe da luogo privilegiato dell’istruzione a home base, ovvero luogo di riferimento del gruppi di alunni che sempre più spesso svolgono molte attività da qualche altra parte.
4. L’emergere di un learning landscape dove le aule sono in secondo piano o spariscono.

Per rompere la rigida spazialità della classe, propone Hertzberger, il primo passo è ripensare gli spazi di raccordo, di solito talmente spogli e privi di significato da essere pensati come luoghi ‘punitivi’: quante volte l’alunno disattento è stato rimproverato con la minaccia di essere mandato nel corridoio, in balia della solitudine e della noia?
Nell’ottica del rinnovamento, invece, i corridoi e gli spazi di raccordo sono chiamati a diventare parte dello spazio di apprendimento, ambienti animati da luci, nicchie, sedute che ne fanno spazi assembleari, zone di lavoro e relax dove i guardaroba non sono più una presenza dominante e ingombrante.
È il passaggio da una scuola in cui gli interni somigliano a ‘un labirinto di tane di conigli dove corridoi di varie dimensioni raccordano stanze chiuse di diverse dimensioni’, ad un learning landscape articolato e denso di significati, capace di adattarsi ai cambiamenti e di ospitare il singolo come il gruppo, dove è decisivo creare il più grande numero di posti di lavoro e farli più differenziati possibile (the main thing is to make a greatest imaginable number of workplaces and make them as differentiated as possible).
Il progettista che vuole dare una forma spaziale alle nuove idee sull’educazione deve tenere conto di una complessità di fattori, tra cui l’ingresso a scuola delle ICT, la presenza di alunni di differente origine culturale, l’importanza di internet nella vita dei ragazzi. La scuola del futuro, sia per controbilanciare l’attenzione individuale verso lo schermo  del PC sia per favorire l’integrazione, dovrà anche valorizzare al massimo lo spazio sociale, diventare un ambiente che provochi scambio e confronto e inciti alla socializzazione.
Il learning landscape non potrà essere composto da uno spazio aula dotato di significato ed uno spazio non-aula privo di significato ma rivendicherà l’intero edificio, dissolvendo l’opposizione tra spazio della classe e spazio di raccordo, e rivelando quest’ultimo come una straordinaria fonte di occasioni per creare luoghi vivibili e funzionali.


SPACE AND LEARNING
Una delle caratteristiche più interessanti che contraddistinguono il lavoro di Hertzberger – in sintonia con le idee montessoriane sullo spazio educativo che tanto profondamente lo hanno influenzato - è la continua attenzione alla dimensione individuale, intima, concentrativa.

Il progetto del learning landscape oscilla infatti tra due polarità, altrettanto importanti:

  • necessità di concentrarsi e lavorare individualmente e in piccolo gruppo
  • necessità di appartenere ad una grande entità, ad un sistema aperto che stimoli curiosità e appartenenza.

L’attenzione ad entrambe le polarità lo porta a ideare soluzioni significative e particolarmente originali, al contrario di quanto avviene spesso nell’ambiente scolastico, dove lo spazio di raccordo ad es. è definito genericamente ’spazio comune’ senza che a questo aggettivo corrispondano significati diversi da una eccessiva semplificazione che lo svuota di senso.
Un ambiente di apprendimento dove un’ampia gamma di attività possa essere svolta simultaneamente da gruppi e individui diversi chiede il maggior numero di luoghi, riparati l’uno dall’altro in modo che ogni alunno possa restare concentrato sul suo lavoro ma allo stesso tempo abbia dell’insieme una vista sufficientemente ampia da stimolare la curiosità e lo scambio reciproco.

Così ad esempio i work balconies del Montessori College Oost di Amsterdam rappresentano estensioni delle classi che coinvolgono lo spazio di raccordo, adatte ad usi didattici o di socializzazione.
I luoghi per l’apprendimento hanno bisogno di trovare il giusto equilibrio tra il nascondere e il guardare fuori: l’articolazione e l’integrazione degli elementi architettonici e degli arredi offre infinite occasioni per creare nicchie, rialzi graduati, sedute, piani di lavoro, angoli di osservazione e di incontro.
Ad esempio lo spazio generalmente scomodo del sottoscala grazie all’abbassamento del pavimento può dare vita ad angoli intimi e ospitali  , dove leggere o stare soli.
L’area ricavata nella De Spil Extended School  mostra efficacemente quanto sarebbero necessari per gli studenti ambienti di questo tipo per abitare la scuola e farla propria.
Se i bambini amano giocare nel pavimento, è giusto che questo diventi piano di lavoro: ecco quindi che nelle scuole primarie (come la Eilanden Primary School) questo si alza e si abbassa dando forma a scalinate più o meno ampie, che diventano piani di lavoro rivestiti in legno adatti a giochi, attività di coppia, incontri per gruppi più grandi.

Allo stesso modo, per i giovani della scuola secondaria, Hertzberger realizza all’interno dell’edificio delle ampie scalinate articolate in partiture diverse, luogo ideale per incontri informali e liberi, oltre che per spettacoli e assemblee.
Gli scalini offrono viste differenziate, formano micro-ambienti di lavoro, diventano aree di riferimento. Non solo attirano le persone ma gestiscono il loro stare, fanno sorgere un senso del luogo che facilmente aiuta a lavorare. Portano differenze di livello e provvedono a fornire sedute senza bisogno di spostare sedie, facendo emergere attività spontanee di drammatizzazione, musica, performance learning.
Anche i muri - pensati in modo tridimensionale - diventano una continua occasione per inserire armadiature, contenitori, o veri e propri learning spaces, piani che inseriti a una certa altezza diventano superfici da attrezzare per lavoro.Nelle partiture verticali possono aprirsi angoli guardaroba, vetrine mostra, scaffali allargati sopra le cornici di porte e finestre, nicchie di studio, piani di lavoro alle finestre, angoli cucina, sedute.

Hertzberger ci offre altri importanti suggerimenti e stimoli attraverso la domanda: l’ambiente didattico è in grado di essere fatto proprio come area familiare e sicura, che rispecchia la nostra vita?
Questa qualità è legata alla capacità di accogliere la maggiore varietà di contenuti mantenendo le specifiche del luogo, di assorbire ciò che produciamo, mostrarlo e tenerlo in ordine, dargli un senso. L’ambiente per l’apprendimento deve essere ricco di soluzioni che aiutano a incorniciare le cose in modo che ognuna possa acquistare valore in sé stessa, mentre l’insieme avrà la chiarezza organizzativa necessaria perché ogni cosa trovi il suo posto. Hertzberger afferma che le persone e le cose hanno bisogno di nicchie e fessure per abitare lo spazio (People and things require nooks and crannies to inhabit in space. An essential quality in this respect is what we might call ‘cupboardness’, with the kangaroo as our ideal’.)


LEARNING LANDSCAPE
Il learning landscape è un paesaggio mutevole, continuamente in stato di flusso, e la sua maggiore qualità è quella di essere capace di assorbire e adattarsi ai cambiamenti. È in grado di ospitare il più specifico ma anche il più mutevole degli interessi, è un luogo dove ogni cosa ha la sua nicchia e ognuno si sente a proprio agio e allo stesso tempo appartiene ad un insieme, ad uno spazio aperto, ad una rete di strade e piazze dove tutto è preparato per favorire il maggior numero di contatti, confronti ed esperienze.

Secondo la lezione di Hertzberger esistono alcuni elementi che aiutano un edificio a diventare una entità sociale , ad esempio:

• legare insieme i piani, ’bucarli’ in modo da impedire che l’edificio sia diviso da piani orizzontali. Un vuoto centrale, soprattutto se permette buone visuali, può rompere l’oppressiva e monotona altezza costante dei piani. I corridoi possono diventare come strade esterne, illuminate dalla luce naturale.
• pianificare più chiaramente possibile una rete di spazi aperti indoor, che oltre a favorire la chiarezza organizzativa, siano in grado di connettere le arterie della circolazione interna.
• rendere visibile la mobilità all’interno dell’edificio, per esempio non nascondendo le scale ma mostrandole apertamente e da tutte le parti. Questi movimenti attraverso l'edificio diventano poi il focus dell'attenzione.

In questo modo gli interni della scuola non saranno più simili ad una rigida costellazione di unità isolate ermeticamente, ma ad un mosaico di attività sovrapposte e multiformi, diventeranno un insieme sintonizzato sulla vita sociale che offre una visione delle esperienze e della vita didattica, come si può vedere, ad esempio, nella De Titaan School, realizzata nella città di Hoorn.
Più ci avviciniamo ad un open learning environment più ci avviciniamo al paradigma della città. Lo spazio oltre la classe si è evoluto dal tradizionale corridoio verso qualcosa che somiglia ad una shopping street dell’educazione, un ambiente di apprendimento nel più ampio senso della parola: una learning street che si apre nelle learning squares ospitando angoli di lavoro, mostre, presentazioni, attività teatrali, postazioni PC, angoli per giocare a scacchi o per vedere dei video.
Lo spazio dell’apprendimento dovrebbe essere un ambiente stimolante e allo stesso tempo un territorio familiare, come una città, che continuamente cambia trasformando case e negozi ma resta sé stessa nelle sue strade e nella sua struttura.
L’esperienza di Hertzberger mostra una strada possibile dove l’architettura tiene insieme queste esigenze e attraverso una risposta complessa e originale realizza una scuola che sia come una città dove ci si sente a casa.


BREVE BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

Le scuole di Herman Hertzberger sono state trattate in numerosi articoli e pubblicazioni come:

• Hertzberger, Herman; De Swaan, Abram; The Schools of Herman Hertzberger, 010 Publishers, Rotterdam, 2009
• Hertzberger Herman, Space and Learning, 010 Publishers, Rotterdam, 2008
• Bergeijk Herman, Herman Hertzberger magister ludi dello spazio: De Eilanden Primary school, Amsterdam, su Area, a.14, n.70, settembre 2003

Studio dell’architetto Herman Hertzberger: architectuurstudio HH
Per una esaustiva bibliografia  

 

 
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