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INIZIATIVE PER LA SCUOLA

Insegnare a leggere si può

Le azioni di formazione docenti dell’Istituto Indire per lo sviluppo della competenza di lettura

di Loredana Camizzi
04 Ottobre 2011

Immagine tratta dall'Archivio DIAIl nuovo studio di Eurydice, “Reading in Europe: Contexts, Policies and Practicies”, andando oltre alle considerazioni sulle stime relative alle difficoltà dei nostri studenti nelle prove di lettura, che ci hanno afflitto, angustiato anche se sicuramente stimolato nell’ultimo decennio, propone finalmente in positivo un panorama delle politiche educative in merito adottate nei paesi europei e delle migliori pratiche didattiche emerse, per individuare una serie di fattori e strategie che possano essere effettivamente incidenti nello sviluppo della competenza di lettura. Anche in questo studio, come già in altri documenti del Consiglio d’Europa, è indicata come volano di un possibile percorso di cambiamento e miglioramento la formazione dei docenti.

Nella medesima prospettiva per una volta positiva diamo conto di quanto è stato fatto, nell’ambito di alcune delle azioni promosse dal MIUR e realizzate dall’Istituto Indire, per il miglioramento della didattica della lettura.

Negli ultimi anni Indire ha realizzato e promosso corsi di formazione specificamente disciplinari, tra i quali alcuni dei più importanti in ambito linguistico, proprio in risposta alle carenze negli apprendimenti di base rilevati dall’indagine OCSE PISA e in corrispondenza con le indicazioni presenti nei documenti ufficiali del MIUR (Indicazioni nazionali). In particolare sono stati realizzati per la formazione dei docenti di lingua (italiana, lingue straniere e lingue classiche) della scuola secondaria di I grado e II grado (biennio) il Piano Nazionale Poseidon dal 2005 al 2009 e, dal 2007 ad oggi, il suo progetto gemello Pon Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue destinato a  Calabria, Campania, Puglia e Sicilia nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON ) 2007-2013 (*). Entrambi sono stati realizzati in collaborazione con le associazioni disciplinari degli insegnanti diversamente impegnate nella promozione dell’educazione linguistica (ADI SD, GISCEL, LEND e AICC). Più recentemente per la formazione dei docenti di Italiano sono nati il progetto PON Lingua, letteratura e cultura in una dimensione Europea (**) in collaborazione con il prof. Francesco Sabatini, e il Piano Qualità e Merito (PQM) in collaborazione con INVALSI, entrambi dedicati alla scuola secondaria di I grado.

Promuovere l’educazione linguistica

Tutte queste azioni hanno come minimo denominatore comune la promozione nell’insegnamento dell’italiano, in particolare nel delicato e strategico segmento scolastico corrispondente alla vecchia scuola media, di una vera educazione linguistica che possa stimolare lo sviluppo di competenze linguistiche necessarie ad affermarsi nella scuola e nella società. Si tratta di un principio non recentissimo già sancito nella nostra Costituzione (art.3) e ribadito nei testi delle riforme dal 1979 in maniera sempre più sofisticata fino ad oggi, ma che sembra essere venuto all’attenzione dei più con le “urgenze” rilevate dalle Indagini PISA e da quelle dell’INVALSI in Italia.
In particolare, il documento redatto dal GISCEL nel 1979 “Le dieci tesi per l’Educazione linguistica” ha contribuito ad identificare alcuni principi fondamentali in tal senso, queste tesi costituendo un importante manifesto di rifiuto della pedagogia linguistica tradizionale basata su un’educazione grammaticale di tipo normativo, ispirata alla didattica delle lingue classiche (centinaia di paradigmi e coniugazioni imparate a memoria…) e poi, nel passaggio alle scuole superiori, su un insegnamento di tipo prevalentemente letterario.

In queste riflessioni la didattica dell’italiano ha positivamente mutuato alcuni approcci dalla didattica delle lingue straniere sviluppando una particolare attenzione per le abilità linguistiche del leggere, scrivere, parlare e ascoltare.

In questa direzione si pone la proposta del progetto Pon Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue (già Poseidon), dove l’educazione della lingua madre condivide approcci e metodi con la didattica delle lingue straniere e classiche nell’ottica di “un’educazione linguistica generale plurilingue e pluriculturale”, secondo quanto indicato nel QCER (Quadro comune di riferimento europeo per le lingue).
Questo documento emanato dal Consiglio d’Europa, pur riferendosi all’insegnamento delle lingue straniere, sta divenendo sempre di più un punto di riferimento anche nell’insegnamento della lingua italiana, soprattutto con l’affermarsi di una società pluriculturale e con il continuo aumento di alunni e studenti stranieri nelle nostre classi. Utile ai ragazzi italiani che devono imparare a leggere e scrivere ed esprimersi in un italiano standard, non sempre identico a quello (regionale) usato in famiglia. E parimenti utile agli studenti stranieri che imparano l’italiano per poter vivere integrati nella scuola e nella società e che hanno molto più in comune con i coetanei di quanto si possa immaginare (vedi “Interlingua e analisi degli errori” di G. Pallotti).Immagine tratta dall'Archivio DIA
Il plurilinguismo si basa sull’individuazione di categorie linguistiche comuni per la formazione di una coscienza linguistica trasversale che permetta di applicare, nell’apprendimento di una nuova lingua, le competenze di quella già in possesso (vedi “Educazione linguistica e letteraria in un curriculum plurilingue” di A. M. Curci).

Una didattica “esplicita” della lettura

In questo contesto si colloca il modulo specificatamente dedicato alla Didattica della lettura, curato da Mario Ambel. La premessa alla proposta si basa sul presupposto che “a leggere si possa insegnare” e non limitatamente alla fase di alfabetizzazione dei primi anni della scuola primaria. Al di là dell’abilità strumentale di decodifica di un testo, è necessario intraprendere con gli alunni un percorso di acquisizione e progressivo affinamento di quelle abilità via via più sofisticate della comprensione e dell’interpretazione.
Leggere non è, come dice bene Ambel, una predisposizione naturale ma una tipica “competenza culturale” che la scuola si deve prendere in carico di insegnare in tutta la sua complessità.
L’autore propone in primo luogo ai docenti un percorso di analisi e riflessione sui criteri utilizzati nelle indagini nazionali e internazionali, in particolare del PISA, e sui risultati italiani, anche in rapporto alla tradizione didattica del nostro paese.
Lungi dal proporre ricette per allenare gli studenti a risposte corrette ai test e da una soluzione teach to test, purtroppo sempre più frequentemente adottata da alcune case editrici, si propone agli insegnanti un percorso di studio e progettazione per la costruzione di attività di rafforzamento della competenza di lettura, nei termini di una lettura “analitica, critica e consapevole” indispensabile per la fruizione dei testi di studio che caratterizzano la vita dello studente e dei testi della comunicazione reale che fanno parte del quotidiano di ogni individuo e cittadino.

La proposta didattica di questo percorso si basa su alcuni principi teorico metodologici particolarmente rilevanti e fertili per l’elaborazione di strategie didattiche per l’insegnamento della lettura, ai quali proverò velocemente ad accennare.
Leggere è un’attività processuale in quanto il risultato di diverse operazioni cognitive e linguistiche di elaborazione del testo: il riconoscimento dei segni grafici, l’accesso al lessico, l’individuazione della struttura sintattica, il riconoscimento, l’attribuzione di significato e il riconoscimento delle strutture profonde dei testi. Ciascuno di questi livelli presuppone un bagaglio di conoscenze e “repertori mentali” incrementabili che l’insegnante ha il compito di far sviluppare nell’alunno, sia esponendolo il più possibile a diversi tipi di testo, sia attraverso la realizzazione di attività mirate.
Qundi la comprensione si configura come cooperazione tra testo e lettore, un’attività bidirezionale che ha buon esito quanto più sono gli elementi culturali, linguistici e semantici in comune tra testo e lettore.

La scrittura e la lettura sono due abilità cognitive e linguistiche analoghe e complementari…accomunate da profonde analogie e differenziate dalla direzione e dall’esito complessivo delle loro procedure operative, più che dalla sostanza delle singole operazioni impiegate” (vedi contributo di M. Ambel e M. Guastavigna): la fertilità didattica di tale approccio integrato di lettura e scrittura diviene evidente nel momento in cui nei percorsi del modulo si propongono attività in cui le due azioni si intersecano e si mescolano, per esempio nell’impiego di esercizi di riscrittura finalizzati alla comprensione dei testi nella loro struttura linguistica e semantica.
Leggere aumenta il repertorio di conoscenze utili per comprendere e interpretare correttamente i testi, per familiarizzare con strutture che potranno essere utilizzate nelle proprie produzioni, e praticare le operazioni di ideazione, pianificazione e stesura di un testo è funzionale anche a riconoscere queste stesse strutture nei testi che leggiamo.
Tutto questo sembra riguardare solo l’addestramento linguistico e poco l’aspetto della motivazione. Invece secondo la tesi proposta è strettamente legato alla dimensione del “piacere della lettura”. Entrare in sintonia con un testo, soprattutto un testo letterario, per capirlo, interpretarlo e valutarlo è la condizione indispensabile per trarne quel piacere intellettivo. Quel piacere che nasce dai processi di riconoscimento, identificazione o scoperta propri di una lettura matura (vedi, Analisi e interpretazione, di A.Colombo).

Generalizzando le attività didattiche suggerite si possono raggruppare attorno a due principali strategie didattiche:

- Indagare i testi con attività mirate, ponendo le “domande giuste” che dall’analisi dagli elementi più oggettivi riguardanti la struttura linguistica di un testo portino fino alla comprensione globale, interpretazione e valutazione del messaggio, della tesi che il testo vuol comunicare, in un processo di graduale avvicinamento come in un problem solving.

- Ampliare il bagaglio di conoscenze e abilità linguistiche e culturali che permettano la fruizione, la comprensione e il piacere di leggere una gamma sempre più grande di diversi tipi di testo.

Tra i bagagli da incrementare vi è sicuramente quello del vocabolario. Allo sviluppo del lessico, che in particolare costituisce uno degli aspetti della competenza di lettura maggiormente indagati dal PISA e dall’Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) dell’Invalsi, sono dedicati molti contributi in questo e in altri progetti dell’Agenzia: in base all’idea che non basti entrare in contatto con nuovi termini tramite la lettura ma che sia necessario usarli per memorizzarli ed acquisirli, si propongono, come nel caso della comprensione, esercitazioni specifiche finalizzate all’ apprendimento, arricchimento e consolidamento del lessico, che non si limitano ad attività ripetitive e meccaniche, ma sono inserite in un contesto molto motivante come quello della risoluzione di un compito (si vedano, oltre al modulo Lo sviluppo della competenza semantico lessicale a cura di R. Ducati nel progetto in questione, anche i percorsi didattici dell’area “Lessico e dizionari dell’italiano” in Pon Lingua letteratura e cultura – Italiano e alcuni materiali del progetto PQM).

Insegnare a leggere oggi

In questa generale operazione di messa a punto di una didattica della lettura si chiede però alla scuola anche di scendere a compromesso, di farsi interprete dei tempi in cui viviamo per “riaprire il dialogo con gli alunni reali ripensando anche per esempio i repertori di testi da proporre agli studenti condividendo direttamente con loro scelte che si possono anche allontanare dai canoni tradizionali.

Accanto a questo soprattutto nella didattica del testo non ci si può esimere dal ripensare l’insegnamento in relazione a come sono cambiati i modi e i mezzi di comunicare e fruire i testi grazie alle nuove tecnologie. Non affrontare la questione è escludere dai “testi scolastici” il 90% dei testi che fanno parte della vita di tutti e soprattutto dei ragazzi. Non a caso il contributo di Ambel si apre con una nota al “videolettore” che, mentre legge a video, è coinvolto subito in una meta riflessione su il tema della lettura e i suoi supporti.
Ma la questione deiImmagine tratta dall'Archivio DIA supporti digitali non costituisce solo un nuovo elemento nella complessità dell’insegnare a leggere, ma uno strumento prezioso nella realizzazione di una serie di attività didattiche sul testo rese più agevoli dalla naturale malleabilità del testo digitale.
Un testo digitale può essere analizzato attraverso semplici operazioni di editing (evidenziare, cambiare colore o carattere..), può essere sezionato e smontato nelle sue micro e macrostrutture attraverso la funzione di taglia e incolla; quelle operazioni di riscrittura funzionali alla comprensione sono rese più facili e automatiche dalla possibilità di sostituire e spostare le parole non richiedendo di ridigitare ex novo tutto il testo. Con il digitale, quindi, il confine tra scrittura e lettura diviene ancora più sottile e il testo diviene lo spazio dove le due operazioni si intersecano e rincorrono ciclicamente rendendo effettiva la cooperazione tra testo e lettore con tutte le implicazioni didattiche del caso (vedi, Gli ambienti digitali di scrittura e riscrittura di testi di Ambel e Guastavigna).

A questo proposito è necessario ricordare che a partire dal 2012 anche l’Italia sarà coinvolta nella rilevazione delle competenze digitali denominata Electronic Reading Assessment (ERA) introdotta per altri paesi dal 2009 nell’ambito dell'Indagine OCSE PISA. Si tratta di un’ apposita rilevazione finalizzata alla “valutazione della capacità degli studenti di leggere e capire testi digitali e di risolvere problemi presentati su supporto informatico, riflettendo in tal modo l’importanza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella società moderna” (Rapporto Pisa 2009, p. 32 reperibile sul sito Invalsi alla pagina seguente).
Ma sono i nostri studenti a chiederci di aiutarli a interpretare correttamente il loro tempo, prima che ci stimoli nuovamente l’ennesima accreditata indagine internazionale.

Una proposta per tutti i docenti

I contributi del progetto Pon educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue e quelli degli altri progetti ai quali abbiamo accennato, sono nati per essere oggetto di uno specifico modello di formazione per docenti. Come tali acquistano un valore aggiunto per il fatto di essere collocati in un percorso di studio, analisi, sperimentazione e riflessione in cui il corsista, al di là di una sua personale attività di approfondimento, è supportato da tutor esperti e spesso ha l’opportunità di confrontarsi direttamente con gli autori dei materiali dell’offerta formativa tramite forum tematici, laboratori sincroni in audio video conferenza attivati nell’ambiente online.
Questo sostegno continuo e diversificato ha avuto ed ha la funzione di aiutare i docenti nel compito non semplice di intraprendere un percorso continuo di studio e ricerca sulla didattica della propria disciplina, indispensabile per praticare il mestiere di insegnante in una società sempre più complessa ed in continuo mutamento, della quale gli studenti sono lo specchio.
Ma anche al di fuori dei circuiti della formazione, in accordo con il MIUR, questi materiali sono disponibili liberamente sul sito dell’Istituto, al fine di dare la possibilità a tutti i docenti, anche a quelli che non frequentano i corsi, di attingere ad un ricco bacino di risorse frutto del lavoro di ricerca e riflessione di esperti di alto livello. Questa iniziativa di disseminazione e valorizzazione dei contenuti realizzati nell’ambito dei nostri progetti di formazione potrà, crediamo, costituire per gli insegnanti un valido strumento per affrontare anche le questioni didattiche più urgenti, come quella dello sviluppo della competenza di lettura.

 

(*) Il progetto Pon Educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue (B-10-FSE-2010-1) è una delle azioni di formazione nazionale per docenti realizzate nell’ambito del PON 2007-2013, promosso dalla Direzione Generale degli Affari internazionali (ufficio IV) e finanziato grazie al Fondo Sociale Europeo (FSE), che si occupa di finanziare azioni volte ad intervenire nelle aree meno sviluppate dal punto di vista sociale, economico e culturale per colmare il divario con il resto del paese.

(**) Anche questo progetto (B-10-FSE-2010-2) è un’altra delle azioni nazionali di formazione docenti del PON 2007-2013 (vedi nota precedente).

 
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