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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Intervista alla Dirigente Scolastica Giuseppa Antonaci

Un’opportunità per innovare il processo di insegnamento/apprendimento in un orizzonte europeo

di A. Augenti e M.G. de Judicibus
12 Marzo 2012

Immagine tratta dall'Archivio DIAQuali opportunità hanno offerto i Fondi Strutturali nella realizzazione di uno  spazio europeo in cui assicurare mobilità , trasparenza e permeabilità  dei percorsi di apprendimento anche non formali?
L’Obiettivo C relativo all’Asse I Capitale Umano del Piano Operativo Nazionale 2007/2013 puntando a “Migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani ,” si articola in azioni  finalizzate alla formazione su competenze chiave riferibili agli assi culturali e dunque al Quadro Europeo delle Qualifiche, come strumento di certificazione delle stesse rispetto agli apprendimenti formali, informali e non formali dell’allievo.
Potenziare le key skills e le life skills pone le basi per “vivere un’esperienza” di alternanza come occasione di orientamento ma anche di esercizio della propria autonomia e responsabilità nella consapevolezza del valore dei propri “apprendimenti” che si trasformano in competenze agite in contesti diversi “dall’aula”.
La misura C5 finanziata dal PON-POR Puglia testimonia in primis, un modello virtuoso di programmazione e pianificazione integrata delle risorse del Fondo Sociale Europeo funzionale ai bisogni dei giovani pugliesi ed offre loro opportunità di crescita e sviluppo personale e professionale. In tal modo, promuove innovazione attraverso la formazione di quel capitale umano che da semplice forza lavoro di tayloristica matrice, diventa risorsa e quindi motore di sviluppo territoriale.
La misura C5 rappresenta, inoltre, una interessante opportunità di capitalizzazione delle competenze acquisite nel curricolo, rese trasferibili e certificabili in percorsi formativi in Alternanza scuola lavoro, presso aziende dell’area UE.
L’Istituto “ A. de Pace”, già in fase di programmazione, ha proceduto alla “curvatura” del curricolo sulla  specificità di indirizzo relativamente al profilo in uscita dell’allievo ed alle competenze professionali che attengono alla cosiddetta terza area, certificata con un modello innovativo proposto e ratificato dal Protocollo d’intesa USR Puglia e Regione Puglia nell’A.S. 2009-2010.
Nell’art. 4 di tale Protocollo, al comma 2, si evidenzia come “Elemento fondante del sistema è la possibilità di certificare le competenze acquisite dagli allievi nell’ambito del curriculo scolastico, ai fini del raggiungimento del monte ore necessario all’acquisizione della qualifica finale. - (riferibile al repertorio ISTAT) - Il soggetto a ciò preposto è l’Istituto professionale che, già in fase di programmazione, dovrà procedere alla “curvatura” del curriculo verso la specificità della qualifica in uscita dalla III area e, in fase di strutturazione del sistema di valutazione degli apprendimenti, dovrà integrare l’elemento della certificazione delle competenze acquisite anche in termini di quantificazione di unità orarie.
Inoltre, già in sede di presentazione del progetto, sarà obbligatorio illustrare la metodologia che l’istituto scolastico intenderà adottare per il riconoscimento dei crediti formativi e per la certificazione delle competenze, con articolazione didattica in moduli formativi coerenti, quali le unità formative capitalizzabili (UFC) di breve durata, tendenti all’acquisizione di competenze definite.“

In riferimento a tale comma e in fase di strutturazione del sistema di valutazione degli apprendimenti, l’Istituto “A.De Pace “ ha tenuto presenti i principi di riconoscibilità, trasferibilità, e capitalizzabilità delle competenze presenti nel dispositivo ECVET, nell’ottica dell’EQF,  che favorisce la mobility per tutto l’arco della vita, a livello nazionale ed europeo, attraverso gli strumenti di EUROPASS.
In questo orizzonte di costruzione e certificazione delle competenze relative al profilo individuato, si fonda la progettazione della misura C5.

Qual è l’iter processuale attivato ?
Le azioni che hanno preceduto l’esperienza sono state supportate da una macro e poi da una microprogettazione: è stato individuato  in prima istanza il percorso generale riferito al PECUP, definito,poi, il profilo di specializzazione in termini di conoscenze, abilità e competenze in coerenza con l’indirizzo di studi, con gli interessi degli studenti e le loro vocazioni, coniugate con la domanda ma soprattutto con i bisogni del  contesto socio economico locale, nazionale, ed internazionale. Tali bisogni sono stati  letti e specificati in gruppi integrati di collegialità tecnica a garanzia della qualità del percorso formativo condotto.

Come si è articolato il percorso?
La scuola ha fatto riferimento a tutti quei soggetti del territorio che sistematicamente collaborano con essa. L’organizzazione è stata supportata da enti esterni  qualificati per la  certificazione  linguistica, da agenzie di servizi turistici, dall’Ente Provincia attraverso la rete Europe Direct e la Rete dei Servizi per il Lavoro della Provincia di Lecce di cui l’Istituto è uno dei soggetti partner. Sono state in tal modo selezionate 23 aziende nelle città di Bristol, in Inghilterra e Perpignan, in Francia, individuate in coerenza ai profili professionali in uscita dai percorsi curricolari e da quelli di specializzazione ed anche in base al loro background di esperienze formative in grado di garantire qualità all’esperienza.
I 30 allievi selezionati in base al merito hanno sperimentato in una reale continuità degli apprendimenti, la trasferibilità,  nelle funzioni  e nei ruoli assunti in azienda, delle competenze acquisite nel curricolo professionalizzante.
L’articolazione del percorso ha previsto, tra le misure di accompagnamento, un corso di microlingua inglese e francese finalizzato alla comunicazione in ambienti di lavoro e quindi riferito all’indirizzo, concluso con una certificazione linguistica rilasciata agli allievi/e secondo il modello EUROPASS. Gli apprendimenti non formali e formali si sono integrati in una continua osmosi guidata dai tutor aziendali e dai docenti dei corsi pomeridiani.
Sono state valorizzate in sede di progettazione delle attività qualificanti il percorso, tutte le esperienze finalizzate alla conoscenza del territorio, della cultura , della storia e del costume  che hanno permesso l’esercizio delle life skills nel confronto tra realtà differenti  e nel contempo,  hanno consentito agli allievi  ed alle allieve di affinare la capacità di autorientarsi e quindi ridefinire il proprio progetto personale e professionale.

Quali si possono definire gli elementi di qualità di tale esperienza?
Gli elementi di qualità del percorso investono complessivamente il processo di insegnamento/apprendimento sia nell’area della progettazione curriculare che nella valutazione e validazione degli esiti, senza trascurare la ricaduta sulla sfera emotiva e motivazionale degli allievi. Immagine tratta dall'Archivio DIA
Il processo di validazione dell’apprendimento non formale anche in contesti lavorativi europei secondo il modello EUROPASS ha confermato la straordinaria opportunità offerta dai percorsi ASL per riflettere sul  matching tra i bisogni del mondo del lavoro  e le opportunità di istruzione e formazione anche in questo caso, nei diversi Paesi dell’eurozona.
La riflessione è avvenuta soprattutto sui processi di definizione del curricolo e della sua articolazione in competenze, abilità e conoscenze in cui ogni disciplina  ha riconosciuto il proprio ruolo. Il fatto che gli allievi abbiano rilevato la validità del percorso scolastico come prerequisito per poter accedere ad un tipo di formazione “situata” e non formale,  ha avvalorato il processo di ricerca attivato da tempo nella nostra scuola sui terreno del “curricolo integrato”, oggi nel Riordino,  meglio definito come “opzione”.
Si può parlare, dunque,  di questa,  come di un’esperienza di Laboratorio per l’opzione  soprattutto per i Docenti impegnati nella sua definizione e attuazione.

Lo scenario europeo impone una forte innovazione nel passaggio da una didattica curricolare  basata sui saperi ad un modello formativo centrato sullo sviluppo di competenze. Quali opportunità offre il percorso ASL in tal senso?L’esperienza formativa realizzata ha confermato che il modello EQF offre realmente un quadro di riferimento per riorientare la progettazione curriculare centrandola sulla personalizzazione e sulla costruzione dei progetti di vita, integrandola con il territorio, le sue risorse, i suoi bisogni formativi ma nel contempo conferendo trasferibilità ai percorsi attraverso la comparabilità dei titoli di studio e la certificazione degli esiti. Un particolare rilievo assume in tale ottica il concetto di “ambiente di apprendimento” non più soltanto inteso come aula o laboratorio ma come contesto che valorizza la costruzione cooperativa dell’apprendimento e sollecita una profonda riflessione sulla valenza della didattica laboratoriale.

Come rientra il modello formativo di Alternanza scuola lavoro promosso dall’ USR Puglia nel riordino del sistema dell’istruzione secondaria superiore?
Il modello di Alternanza scuola lavoro messo a punto dall’USR Puglia con l’apporto di SPEGEA, soggetto esterno alla scuola  e competente nell’ambito della formazione aziendale, ha consentito alle figure di sistema, referenti di ogni Istituto pugliese sperimentatore, di sviluppare un approccio esperto al percorso.
Attraverso l’interazione degli  istituti di diverso ordine coinvolti nella prima fase, è stata promossa una rete virtuosa che ha consentito la valorizzazione degli istituti Simucenter per il network IFS, affidando loro, in qualità di poli scolastici, la formazione dei docenti della rete secondo il modello della ricerca-azione. L’attivazione di laboratori per l’innovazione dei curricoli ha rappresentato il modello della formazione riservata ai docenti coinvolti nell’attivazione di nuovi percorsi. Le nuove tecnologie hanno supportato le azioni in rete e la circolazione e diffusione di best practices (www.ipdepace.com – sezione: La nostra offerta formativa- Alternanza scuola lavoro).

Come il modello ASL Puglia ha attivato l’innovazione del curricolo?
Il modello pugliese di Alternanza scuola lavoro ha consentito al nostro istituto di mettere a sistema strumenti, percorsi ed esperienze già realizzate sia nei percorsi integrati biennali e triennali legati al diritto-dovere di istruzione, sia a quelli di professionalizzazione della cosiddetta terza area del curricolo. L’art. 4 della legge 53 ed in particolare la sua declinazione nel modello pugliese, ha valorizzato le esperienze progettuali fondate su metodologie attive quali l’impresa formativa simulata, modalità di Alternanza scuola lavoro riconosciuta ope legis . Nell’ambito del network IFS, l’istituto gestisce l’Agenzia Simulata delle Entrate, la cui attività  ha consentito la creazione di  strumenti e percorsi afferenti allo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva.
La riflessione sul curricolo e sui profili in uscita è stata condotta alla luce di tali esperienze pregresse e degli input offerti dal mondo del lavoro e delle professioni in un team integrato, costituito da risorse interne ed esterne alla scuola,  divenuto così gruppo strategico di macroprogettazione in grado di consentire il dialogo tra sistemi e la declinazione del curricolo nella trasparenza degli esiti in termini di  indicatori e descrittori di competenze.

Come il modello ASL Puglia ha cambiato la didattica curricolare?
Nella microprogettazione è stato messo al centro il profilo per competenze in cui tutte le discipline devono riconoscersi ed a  cui devono afferire in termini di responsabilità e concorrenza attraverso la  flessibilità nel metodo e nell’organizzazione e nell’utilizzo di ciascuna disciplina. Si è consolidata la funzione del Consiglio di Classe come gruppo di progettazione integrata che pone la centralità del raggiungimento degli esiti prefissati come elemento di sviluppo ed evoluzione dell’azione formativa.

Come il modello ASL ha concorso ad arricchire la professionalità docente?
Attraverso l’analisi epistemologica disciplinare realizzata nelle articolazioni funzionali del Collegio Docenti, quali sono i Dipartimenti d’Asse, di Indirizzo e di Area, i docenti  hanno focalizzato le attività di ricerca-azione sulle tecniche valutative relative a prove autentiche in grado di  verificare le competenze  su standard condivisi,  consentendone la certificazione .
La riflessione sugli esiti genera un circolo virtuoso e rende i docenti consapevoli della propria efficacia nell’azione didattica e consente da un lato, il riconoscimento delle risorse professionali di ciascuno, dall’altro, favorisce il bisogno di miglioramento in una comunità che cresce.
La professionalità del docente si è arricchita della nuova dimensione della funzione tutoriale in termini di empowereeng che facilitando gli apprendimenti, ottimizza le risorse personali dell’allievo.
Anche in questo caso è stata valorizzata l’esperienza pregressa della scuola che ha partecipato alla costruzione di un pacchetto multimediale “A.Scuo.La” coordinato dal Dipartimento delle Relazioni internazionali del MIUR,  in cui è sta sottolineata l’importanza delle diverse figure tutoriali come riferimento essenziale nei processi di apprendimento.

Giuseppa Antonaci è Dirigente Scolastico presso l’IISS “A. De Pace” di Lecce

 
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