di Elena Mosa
01 Aprile 2012
Abbiamo intervistato Godelieve Van den Brande, responsabile del settore “ICT for learning” presso la Direzione Generale “Education and Culture” della Commissione Europea.
La conversazione ha riguardato principalmente le politiche europee in materia di ICT, formazione del personale docente e progetti di monitoraggio/osservazione di realtà scolastiche europee. Queste azioni sono ampliamente richiamate nei documenti programmatici europei (Europa 2020), Digital Agenda tra i più recenti), a partire dalle digital skills (“pillar” n. 6 nella DAE) che, sottolinea Van den Brande, non si limita al saper usare una tecnologia, ma a saperne individuare il valore metodologico-didattico. Le ICT fini a se stesse, infatti, non hanno alcun senso e le politiche mirano pertanto ad aiutare gli stati membri ad integrarle nelle pratiche didattiche quotidiane. L’obiettivo di questa azione vuole essere quello di perseguire un apprendimento autentico, creativo ed innovativo, in una parola: costruire il pensiero critico nei nostri ragazzi. Rispetto alle competenze digitali, che ovviamente differiscono tra quelle che devono essere possedute dagli studenti e dai docenti (per i quali è necessaria una curvatura forte sulla didattica), un passaggio importante che rimane da fare è quello di creare un dispositivo per valutarle. Non è affatto semplice, infatti, andare a valutare una competenza che non sia solo abilità ma che preveda una ricaduta sui comportamenti (siano essi didattici e non) degli utenti. Su questo c’è ancora molto da fare, a partire da un collegamento ai curricoli dei vari paesi e alle performance dei ragazzi.
Le priorità nell'agenda che ci vede proiettati verso il 2020, sono di seguito riassunte:
- Promuovere le competenze digitali;
- Utilizzare le ICT come un catalizzatore di innovazione per la formazione;
- Promuovere le competenze digitali in ambito professionale.
Queste azioni mirano a riportare l’istruzione formale sulla stessa lunghezza d’onda di altri settori della società dove le ICT sono state foriere di grandi cambiamenti. L’education and training (E&T) stenta ancora a cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica. Lieve sottolinea, infatti, un trend comune ai vari paesi Europei nei quali l’impiego delle ICT nel settore scolastico è lento a confronto con gli altri ambiti societari (e-governance, e-society, sanità…). L’uso intensivo che viene fatto della rete risulta essere principalmente la ricerca di informazioni, ma questo da solo non costituisce un valore aggiunto, la direzione verso la quale necessario andare è piuttosto quella di un uso creativo ed innovativo delle tecnologie. Quali le ragioni di questo rallentamento?
- Le ICT sono ancora inserite in paradigmi educativi tradizionali;
- Il vero potenziale delle ICT, ovvero rendere l’apprendimento più attraente, creativo, pertinente ed interessante non è ancora del tutto esplorato nei sistemi d’istruzione formale;
- Pur esistendo numerosi progetti europei che promuovono un uso innovativo delle ICT, questi non riescono ad uscire da una fase di prima adozione per aprirsi ad una più ampia ricaduta;
A questo si aggiungono le carenze relative ad una formazione docenti ancora non del tutto adeguata agli obiettivi: agli insegnanti mancano strategie didattiche ed esperienze realmente valide nell’impiego critico e consapevole delle ICT. Oltre a ciò la Commissione rileva uno scollamento tra innovazione e cambiamento nella didattica e una forte discrepanza di utilizzo delle tecnologie a scuola rispetto ad un loro impiego intensivo e spesso evoluto a casa. Su queste premesse affonda le radici il progetto Creative Classrooms (CC), finalizzato a promuovere la competenza digitale e a diffondere l’uso delle ICT nella pratica educativa tra gli stati membri. Il lavoro che la commissione si accinge a fare sulle classi creative è una risposta pratica , concreta , dell'oggi, alle difficoltà vissute nel quotidiano nel definire spazi e funzioni delle ict nei sistemi educativi. Nell’ambito di questo progetto si vanno ad incontrare una serie di buone esperienze dove le ICT agiscono da volano dell'innovazione sistemica, realizzate nei diversi paesi.
Si cercherà quindi di monitorare come l’utilizzo creativo delle ICT contribuisca alla creazione di un ambiente di apprendimento più attraente. Il focus, è evidente, non è sulla tecnologia se non come fattore di innesco di un nuovo modo di fare scuola. Si parte dalla costituzione di un gruppo numeroso di CC che condividono e riflettono su problemi analoghi che vengono principalmente individuati dagli educational leaders e dalle autorità educative. Si passa quindi ad una fase di osservazione per vedere cosa funziona e cosa no andando così a costruire delle “lesson learned”, un repertorio di esperienze e soluzioni condivise confrontate su scala europea in un contesto di apprendimento tra pari. In questo scenario le ICT giocano un ruolo solo se contribuiscono a risolvere un problema didattico assieme ai contenuti, ormai sempre più liberamente accessibili e disponibili (si pensi all’iniziativa Open Educational Resources).
Qui viene riproposta la roadmap del progetto che attualmente si trova in una fase di individuazione del concept. La call per le scuole che intendono candidarsi verrà avviata a partire dal mese di giugno.
Le classi coinvolte saranno numerose per costituire un’esperienza su larga scala e connettere le sperimentazioni tra classi di paesi diversi offrendo delle soluzioni basate sulla sperimentazione reale. Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di fornire una guida ai decisori politici e ai diversi stakeholders (in ambito formale, non formale ed informale). Questa azione intende costituirsi come un potenziale moltiplicatore di pratiche/esperienze e riflessioni e fonda le premesse su situazioni reali, fatte di insegnanti, studenti, problemi tangibili nelle normali situazioni didattiche di tutti i giorni. L’ultima domanda di questa conversazione ha richiamato un progetto attualmente in corso, Itec, con il quale esistono alcuni punti di contatto in quanto anch’esso è finalizzato a ripensare il concetto della classe come ambiente di apprendimento. Lieve ha sottolineato una differenza forte di impostazione tra i due piani: mentre Itec è orientato al futuro, CC ha come obiettivo l’immediato presente, osservare le scuole di oggi per risolvere questioni del presente.
"It is timely to move away from perceiving ICT diffusion and usage as a goal and instead see ICT as an enabler of teaching and learning. It is not about ICT but about transformation …” ICT cluster under OMC – ET2010
Le immagini delle slide sono state estrapolate dalle presentazioni di Lieve dal titolo
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