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DISABILITA'

Tecnologie didattiche per i diversamente abili

Presso l'ITD-CNR di Genova, i risultati delle ricerche dimostrano come le nuove tecnologie educative siano garanzia di comunicazione per i disabili

di Silvia Panzavolta
24 Ottobre 2003

immagine da 'Patrimonio Librario Indire'

L'ITD (Istituto delle Tecnologie Didattiche) di Genova è particolarmente attivo nella ricerca sulla disabilità e nella messa a punto di metodologie e software che 'abilitano' i diversamente abili alla comunicazione, all'apprendimento e alla partecipazione alle attività scolastiche con i compagni. Circa il 12% dei software presenti nella banca dati sono dedicati alla disabilità e molte ricerche in questo ambito - condotte sia dall'Istituto sia da altri enti di ricerca - sono mirate a studiare quali tecnologie e quali condizioni favoriscano l'integrazione del disabile, sia in campo lavorativo che educativo. Descrizioni dettagliate di tali ricerche si trovano nel periodico 'Tecnologie Didattiche', edito dall'Istituto.     

Una ricerca condotta sugli strumenti e i materiali per i disabili, 'Autismo e Comunicazione Facilitata' (CF), mostra come, anche in questo caso, la tecnologia possa fare molto per i diversamente abili. La Comunicazione Facilitata viene utilizzata prevalentemente con i bambini autistici, fin dall'età prescolare. Le ricerche mettono in luce come l'utilizzo della CF consenta un maggiore sviluppo comunicativo e relazionale, fondamentale per l'autistico, oltre all'acquisizione di autonomia personale.

Altre ricerche condotte sulle tecnologie e le metodologie che consentono di facilitare la comunicazione in soggetti ipoacustici e non udenti confermano che le tecnologia educative sono per i diversamente abili una garanzia per uscire da isolamento, emarginazione e disagio.  

Un'esperienza pilota con allievi sordi, realizzata nel 2002 e documentata nel periodico dell'Istituto, mostra come Internet sia un mezzo estremamente efficace per comunicare o per fruire di percorsi educativi individualizzati e personalizzati, eliminando le barriere spazio-temporali. 
Si sa che lo scambio e il contatto sociale sono elementi corroboranti l'apprendimento. Lo stile di apprendimento tipico dei disabili uditivi si basa quasi esclusivamente su modalità visive ed esperienziali. I “visual learner”, o discenti visivi, tendono a preferire il lavoro collaborativo a quello individuale ed Internet rappresenta per loro un potente alleato poiché consente maggiore autonomia nella comunicazione interpersonale. In questo caso la CMC (computer-mediated communication) è fondamentale per il disabile che interagisce con l'insegnante e con gli altri compagni attraverso e-mail, chat e altri spazi di incontro virtuali.

Anche in altri ambiti le tecnologie si rivelano una carta veramente vincente. Per esempio per i bambini ospedalizzati. Il progetto, chiamato EDELWEISS e curato dall'ITD, è un'iniziativa che si propone di sperimentare le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione in ambito ospedaliero, utilizzandole come supporto e ausilio alle attività educative, ludiche e comunicative. Infatti, l'uso dei mezzi telematici consente di mantenere i contatti tra i bambini e i familiari, i compagni di classe e gli insegnanti. Le ricadute positive dal punto di vista affettivo, emotivo e motivazionale sono notevoli, come racconta la Dott.ssa Vincenza Benigno, ricercatrice presso l'ITD e psicoterapeuta.

Oltre a realizzare progetti di ricerca, l'ITD svolge anche un importante compito di raccolta e selezione del software didattico attraverso un servizio di documentazione, l'SD2. Nella banca dati si possono effettuare ricerche in base al tipo di disabilità: difficoltà motorie, difficoltà specifiche e non specifiche di apprendimento, disturbi dell'udito, disturbi della comunicazione e disturbi visivi. E' possibile, inoltre, visionare una scheda relativa a ciascun software, in cui vengono fornite oltre alle caratteristiche tecniche, indicazioni circa il tipo di destinatario, la fascia di età e il disturbo specifico, una descrizione approfondita del software e il contesto di applicazione.   

Alcuni software sono particolarmente interessanti, come spiega la Dott.ssa Benigno, in quanto particolarmente efficaci nel recupero di competenze in casi di disgrafia, discalcolia, e dislessia.

Consulta la scheda relativa all'ente nella banca dati PERINE

Riviste che si occupano di disabilità

 

di Silvia Panzavolta, webzine Indire [s.panzavolta@indire.it]

 
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