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E-LEARNING

I nuovi paradigmi dell'e-learning: una prospettiva globale

A Smau, Athony Basiel della Middlesex University di Londra tenta un'analisi delle tendenze e dei cambiamenti in atto

di Lorenza Venturi
29 Ottobre 2003

Quali tendenze si intravedono a suo parere, prof. Basiel, nel campo dell'e-learning e della formazione?Anthony Basiel

Bisogna innanzitutto stare attenti a non generalizzare troppo: lo stato dell'arte per l'e-learning in questo momento, presenta discrepanze notevoli tra un modello e l'altro. Quello che è certo è che nell'immediato futuro l'utilizzo di questa modalità, soprattutto nell'ambito della formazione, è destinato a crescere in maniera rapida: secondo il Gartner Group - il gruppo di ricerca e di consulenza che fornisce analisi per l'industria delle tecnologie dell'informazione - nel 2005 oltre il 70% delle grandi imprese europee avranno sviluppato dei Learning Management Systems per coprire le proprie esigenze di formazione/e-learning (con probabilità indicata come 0,7).

Lei ha parlato di modelli diversi: si può tentare una distinzione in base ad un diverso modo di intendere l'apprendimento elettronico come un prodotto o viceversa come un processo?

Certamente. Da una parte, infatti, c'è la tendenza americana a considerare "l'apprendimento come un prodotto". Sono previsti utenti finali molto motivati, che vedono nella formazione online un'opportunità per migliorare la propria posizione lavorativa e finanziaria, e che presumibilmente sono discenti autonomi. In pratica si tratta di un modello trasmissivo, incentrato principalmente sui contenuti e sul ruolo di chi li eroga. I principali vantaggi sono visti in termini di risparmio di tempo e di denaro rispetto agli spostamenti fisici altrimenti richiesti dalla lezione in presenza, dalla possibilità di soddisfare un'ampia utenza, da una riduzione dei costi del personale e delle strutture necessarie - anche se bisogna dire che l'investimento iniziale legato allo sviluppo di un sistema ad hoc rimane comunque alto. Stanno iniziando adesso ad emergere dei modelli prevalenti per i Virtual Learning Environemnts, o VLEs, ad esempio i più diffusi prodotti commerciali: WebCT, oppure sistemi per la gestione di contenuti come il sistema ICARE.

Dall'altra c'è la tendenza europea che vede "l'apprendimento come un processo". L'utente, nel nostro caso, ha bisogno di un supporto e di una interazione continui; il modello è quello collaborativo, basato sull'attività e incentrato sul discente. Sul versante del ritorno sugli investimenti non si delinea una tendenza ben definita: i costi iniziali sono minori, ma salgono al momento in cui si tratta di attivare il corso e di fornire il supporto. Si va verso un approccio personalizzato, ad esempio: L-change; il progetto OPUS della Oxford University; e UfI Learndirect, learning through work, nel Regno Unito. Nel modello europeo la motivazione del discente è legata principalmente al riconoscimento e alle qualifiche. Vengono portate alla ribalta pedagogiche per sviluppare "discenti elettronici" maggiormente autonomi. L'importanza di disporre di strumenti di comunicazione di alta qualità e di protocolli per la collaborazione e il feedback è ormai un fatto acquisito e ampiamente riconosciuto.

Cosa significa comunicazione nel campo dell'e-learning?

Questo aspetto assume un rilievo particolare nel secondo dei modelli sopra descritti, quello basato sull'attività, dove lo scambio sociale necessita di riflessione e contestualizzazione, perché la conoscenza non esiste di per sé, né può essere completa in sé stessa, al di fuori di un contesto, di un modello di pensiero, di una data realtà sociale e temporale. La conoscenza esiste e si sviluppa nell'interazione. Ma perché tale interazione possa realizzarsi pienamente, l'ambiente di e-learning deve essere stato dotato già in fase progettuale di buoni strumenti di comunicazione, sia tra discente e insegnante o tutor, sia inter pares, ovvero tra discenti. Un buon ambiente di e-learning si differrenza profondamente da una semplice CMC, comunicazione mediata da computer, proprio per gli aspetti di collaborazione e interattività.

Quali ostacoli ancora si frappongono al pieno sviluppo dell'e-learning?

Affinché l'e-learning dispieghi tutto il suo potenziale nella società digitale in cui ci troviamo a vivere, bisogna che si sviluppi una piena fiducia nel valore dell'esperienza di comunicazione/apprendimento elettronico. Deve essere riconosciuta l'importanza di disporre di buoni tutor online, e anche la loro formazione deve essere curata affinché possano supportare in maniera adeguata la collaborazione online. La Human Computer Interaction HCI - la disciplina che si occupa dello sviluppo, della valutazione e dell'implementazione di sistemi elettronici interattivi per utilizzo umano - e i suoi principi relativi all'usabilità e alla navigazione devono essere alla base dello sviluppo degli ambienti di apprendimento virtuali. L'eguaglianza di opportunità di accesso inizia proprio dalla progettazione.

E, dunque, quali sono i nuovi paradigmi a cui allude il titolo della sua relazione?

Vi è una transizione dal ruolo di "instructional designer" al quello di "learning technologist" che nel Regno Unito è già riconosciuta anche a livello ufficiale di posti di lavoro. In altre parole, se prima il modello del supporto su basava semplicemente sulla trasmissione della conoscenza, con l'attenzione focalizzata sui contenuti, adesso si pensa piuttosto in termini di sviluppo basato sulla ricerca o sul progetto.

Il modello tradizionale dello studente universitario viene sostituito dal modello di discente "work-based", dove il monitoraggio e la valutazione della effettiva attività da lui svolta diviene un elemento di valutazione fondamentale.

Un altro cambiamento importante è il fatto che il focus, anche nella letteratura specializzata, si sia spostato dalle questioni tecniche relative agli ambienti di apprendimento, all'impostazione psico-pedagogica in gioco. Potrei qui citare autori come Stephenson, Laurillard, Mason et al., ecc.

Sicuramente ci sarà un'evoluzione verso il modello di apprendimento integrato, o blended learning, dove il quadro educativo completo si realizza attraverso un utilizzo congiunto delle due modalità di apprendimento - in presenza ed elettronico. Presumibilmente si tratterà di lezioni in presenza, affiancate dall'utilizzo di risorse e comunicazione/supporto online.

Questo potrebbe essere un modo per salvare quell'aspetto della fascinazione, del coinvolgimento emotivo che spesso sta alla base della relazione insegnante-allievo, e che altrimenti potrebbe andare perduto con la distanza?

Sì, forse possiamo pensare anche in questi termini, ma non dobbiamo dimenticare che il coinvolgimento emotivo si realizza anche a distanza: in un ambiente di apprendimento virtuale ben progettato le occasioni di contatto e di scambio con l'insegnante sono forse più frequenti di quelle che vengono offerte, ad esempio, da una università tradizionale, e sono inoltre bidirezionali, caratteristica che non possiedono le classiche lezioni frontali.

Per concludere, si sente di fare una qualche raccomandazione?

Se vogliamo che i sistemi di apprendimento online vengano sviluppati in modo tale da facilitare effettivamente il processo di apprendimento elettronico, abbiamo bisogno di un chiaro quadro di riferimento per la comunicazione tra i vari attori del VLE: discenti, accademici, formatori, amministratori, tecnici, architetti di VLE, dirigenti d'azienda, decisori politici, e via dicendo. Per questo motivo, ultimamente, mi sono dedicato ad un progetto, il "VLE Denouement profile", che vuole essere un utile supporto proprio in questo senso, per migliorare cioè la comunicazione tra i progettisti di e-learning da una parte e il mondo accademico, o più in generale i fornitori di contenuti dall'altro. Si tratta di un toolkit, una sorta di strumentario, per produrre un profilo generale del VLE sotto forma di studio di caso multimediale, che, con una rappresentazione grafica, riporti la prospettiva delle diverse parti in causa. In questo modo ognuno può, sulla base delle proprie esigenze specifiche, individuare le caratteristiche della sua piattaforma ideale.

di Lorenza Venturi, redazione webzine [l.venturi@indire.it]

 

 
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