di Massimo Acciai
19 Novembre 2003
Chi si è interessato alla recente riforma del sistema scolastico, illustrata dalla legge 53 del 2003, si è sicuramente imbattuto nell'espressione " portfolio delle competenze". Il termine è definito, tra l'altro, nel testo delle Indicazioni nazionali per i Piani di Studio Personalizzati nella Scuola Primaria; si tratta in poche parole di una raccolta di documenti, scelti in parte dall'alunno, in parte dal docente e in parte dalla famiglia, curata ed aggiornata dal Tutor: tale raccolta serve a documentare il percorso formativo dell'alunno e valorizzare il soggetto.
Il vocabolo "portfolio" viene dall'ormai onnipresente inglese (così come altri termini chiave della Riforma quali "tutor" e "standard", ormai entrati nell'uso corrente), vocabolo a sua volta preso dall'italiano "portafoglio", lemma di chiara etimologia latina (come anche tutor). "Portfolio" nel significato classico appartiene al lessico pubblicitario ed indica una raccolta di testi e immagini destinati alla promozione di un nuovo prodotto o di una linea di prodotti e dunque, in senso più ampio, una raccolta di dati e documenti riguardanti un medesimo argomento. Si comprende così come sia entrato nel lessico della Riforma; si tratta in parole povere di un dossier sullo studente, un fascicolo che lo riguarda in prima persona.
Nel significato sopra citato rimane quasi invariato nelle principali lingue europee (francese "porfolio", tedesco, spagnolo, ecc.): ricordiamo infatti che l'esperienza, che qui da noi in Italia è ancora a livello di sperimentazione, è ormai una realtà consolidata in paesi extraeuropei quali Canada, Australia e Stati Uniti mentre è ancora poco diffusa in Europa.
di Massimo Acciai, redazione webzine [m.acciai@indire.it]
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