Indire, sito ufficiale
Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa MIUR
immagine di contorno      Formazione separatore dei progetti      Documentazione separatore barra alta      Didattica separatore barra alta      Comunicazione separatore barra alta Europa
contorno tabella centrale
PORTFOLIO

Portfolio: intervista a Franco Favilli

E' necessario informare e formare le famiglie ad un corretto uso del portfolio

di Lorenzo Calistri
01 Dicembre 2003

Immagine tratta dall'archivio DIA Franco Favilli
Presidente per la Toscana dell'Associazione Italiana Genitori (AGE)

presidente@agetoscana.it 
Associazione Italiana Genitori


A cosa serve il portfolio delle competenze?

Il portfolio è lo strumento tramite il quale viene seguita e monitorata l’evoluzione e la crescita – sia a livello formativo che personale – di ogni singolo allievo. Il portfolio deve pertanto accompagnare l’allievo durante l’intero corso della sua vita scolastica. Alla redazione del portfolio devono contribuire in maniera attiva, oltre agli insegnanti, l’allievo stesso e la sua famiglia, tramite la messa a disposizione di informazioni, conoscenze ed esperienze che meglio consentono la definizione del profilo dell’allievo stesso. Il ruolo dell’allievo e della famiglia sono di primaria importanza, perché l’uno non può che essere il beneficiario di una corretta elaborazione del portfolio, mentre l’altra deve rappresentare la fonte primaria di informazione e conoscenza dell’allievo stesso, in quanto persona.


Secondo Lei le famiglie hanno chiaro cosa sia?
 
Assolutamente no, almeno finora, eccetto alcuni casi isolati!


Di fatto ancora non esiste, come se lo immagina e come dovrebbe esser fatto secondo Lei?
 

Beh, si prevede che il portfolio sia costituito di due parti: una scheda di valutazione ed una scheda di orientamento. E’ importante che le due schede abbiano per i docenti un rilievo non eccessivamente diverso né, tanto meno, siano determinate in maniera consequenziale; voglio dire, mi auguro che, se la scheda di orientamento deve riportare esperienze scolastiche significative, commenti, osservazioni, indicazioni provenienti non solo dall’interno della scuola, ma anche dall’ambito personale (dell’allievo) e familiare, allora il contenuto di una scheda di questo tipo deve rappresentare qualcosa di fondamentale per la predisposizione della prima scheda (di valutazione) e non di marginale. Soprattutto non deve accadere che venga ad essere riprodotto il modello precedente che vede il contenuto, strettamente didattico, della scheda di valutazione come origine del contenuto, spesso ridotto ad una semplice indicazione di tipo essenzialmente didascalico, della seconda. 


Che tipo di partecipazione vede nella compilazione del portfolio da parte delle famiglie?
 

Tenuto conto delle indicazioni a livello normativo, le famiglie dovrebbero collaborare, non semplicemente partecipare (magari in maniera passiva se non addirittura di semplice formale presenza e presa d’atto), alle varie successive fasi di elaborazione (più che di semplice compilazione) del portfolio, con continuità. Per ottenere questo è necessario, d’altra parte, fornire alle famiglie opportuni elementi di conoscenza di questo nuovo strumento, delle sue finalità e delle aspettative che la scuola stessa ripone in esso. Per questo è importante che le famiglie vengano informate e formate rispetto a questa nuova rilevante opportunità di interazione e collaborazione con gli insegnanti, da vedere come ulteriore occasione per compiere il meglio possibile il loro dovere di attori primari nell’attività di educazione dei propri figli.


È a conoscenza di sperimentazioni regionali simili a quelle del portfolio di recente introduzione?


Onestamente, no! Almeno non di sperimentazioni chiaramente analoghe a quanto previsto dalla nuova normativa. Ma questa può essere, anzi sarà senz’altro, una mia mancanza.


Conosce delle esperienze internazionali di portfolio?


Sì! E si riferiscono ad alcuni Paesi del nord Europa. L’esperienza, così come riferitami da conoscenti che fanno parte di associazioni di genitori in quei Paesi, è da considerarsi più che soddisfacente, pur con le difficoltà intrinseche ad una non sempre facile collaborazione fra categorie di educatori (docenti e famiglie) raramente abituati ad una interazione che non sia di tipo subordinato.

 

Leggi l'intervista di Elena Esposito

 

Lorenzo Calistri, redazione webzine

[l.calistri@indire.it]

 
Articoli correlati

Da abilità a competenza: un cambiamento formale e sostanziale
di Isabel de Maurissens (21 Gennaio 2004)

Il Portfolio e i sindacati confederali
di Laura Coscia (10 Gennaio 2004)

Portfolio: intervista a Elena Esposito
di Lorenzo Calistri (01 Dicembre 2003)

Portfolio e famiglie
di Lorenzo Calistri (28 Novembre 2003)

Nuove forme di valutazione
di Michela Salcioli (28 Novembre 2003)

Il portfolio delle competenze individuali nella scuola primaria
di Silvia Vecci (24 Novembre 2003)

Portfolio: cos'è?
di Massimo Acciai (19 Novembre 2003)

Portfolio: esperienze internazionali
di Simona Baggiani (19 Novembre 2003)

Da dove viene la parola portfolio
di Massimo Acciai (19 Novembre 2003)

Partire con il portfolio giusto
di Francesco Vettori (19 Novembre 2003)