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La Scuola come ambiente multiculturale

Un progetto linguistico che ha coinvolto due istituti scolastici superiori: il Luigi Einaudi di Padova e il Van Celstinstituut di Anversa in Belgio.

di Lorenza Venturi
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Tramite il progetto "La scuola come ambiente multiculturale", realizzato nell'a.s. 2001/2002 si è cercato di dare agli studenti un diverso punto di vista circa alcuni problemi esistenti nella società e nella scuola sotto il profilo della costituzione di realtà multientiche e multiculturali. La maggior parte degli studenti, sia belgi sia italiani, non aveva idee precise in merito alla presenza di studenti stranieri nella propria scuola, né alla presenza di immigrati nella propria zona. Per gli studenti italiani, in particolare, si è trattato di una tematica nuova in quanto è solo negli ultimissimi anni che ci si sta confrontando nella scuola superiore con la presenza di alunni provenienti da altri paesi. Con l’ausilio di rappresentanti delle comunità straniere, dei partner locali, di rappresentanti di immigrati presenti nel territorio è stato quindi svolto un lavoro di informazione e di coinvolgimento ad ampio raggio.

Molti studenti hanno superarto la loro diffidenza verso altre culture, imparando anche a distinguere fra loro alcune culture diverse e ad apprezzarle.

Gli studenti stranieri delle due scuole hanno partecipato ad alcuni dei gruppi di lavoro o hanno comunque dato un loro contributo (quelli presenti nella scuola italiana sono stati intervistati, hanno fornito materiali fotografici, hanno fornito informazioni circa feste nazionali, popolari, ricette tipiche, …dei loro paesi di provenienza).

Nel mese di marzo 2002 gli studenti italiani si sono recati ad Anversa e, successivamente, nel mese di aprile hanno ricevuto i compagni belgi: in entrambe le occasioni sono state approfondite le tematiche già analizzate ed è stato effettuato un lavoro contrastivo.

Alla fine dei due soggiorni c’è stata da parte degli studenti una presentazione del lavoro fatto rivolta ai genitori, ad altri studenti della scuola e ai partner locali.

Gli studenti hanno concretamente ed efficacemente usato le L2, utilizzato i laboratori informatici e vari software migliorando le loro competenze in merito, hanno imparato, toccandolo con mano, le regole di una buona cooperazione, basata su una chiara divisione dei compiti, una buona conoscenza delle aspettative reciproche: darsi appuntamenti chiari e giungere ad accordi precisi e condivisi. Gli studenti hanno quindi imparato a lavorare in sinergia con altri e a gestire  il loro lavoro, mentre sono solitamente abituati ad eseguire compiti affidati ma non a risolvere problemi e ad essere creativi.

Durante il progetto c’è inoltre stata un’intensa cooperazione che ha permesso agli studenti di notare contrastivamente la diversa organizzazione dei due sistemi scolastici, le diverse metodologie di insegnamento, i diversi modi di affrontare i problemi, le diverse abitudini di vita nelle famiglie e fuori, i diversi modi di passare il tempo libero. Anche in questo senso c’è  stato un percorso di conoscenza dell’altro, non solo rispetto agli immigrati.

La valutazione del progetto in entrambi i paesi ha dato risultati positivi di massima: da test di ricaduta e monitoraggio effettuati sia in Belgio sia in Italia alla fine dello scambio è emerso che il 95% degli studenti si èdichiarato molto soddisfatto dell’esperienza sotto tutti i profili e che la ripeterebbe. La maggior parte degli studenti ha partecipato volentieri, si è ben integrata in famiglia, ha apprezzato il paese straniero visitato, ha cercato di calarsi nelle abitudini locali.

di Roberta Burdese, Istituto tecnico commerciale Luigi Einaudi di Padova [roburd@libero.it]

editing a cura di Lorenza Venturi, redazione webzine [l.venturi@indire.it]

 
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