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EDILIZIA SCOLASTICA

L'ambiente della scuola

di Isabel de Maurissens
09 Aprile 2004

Sometimes you get discouraged                            
Because I am so small                                         
And always leave my fingerprints    
On furniture and walls.     
But every day I'm growing ...    
I'll be grown-up someday,    
And all those tiny handprints    
Will surely fade away.     
So here's a final handprint    
Just so you can recall      
Exactly how my fingers looked    
When I was very small.
 
 
Di Frances Meyer
 
A volte ci si scoraggia
Perché sono così piccolo
E lascio sempre le impronte delle mie mani
Su mobili e muri.
Però ogni giorno cresco…
Diventerò grande un giorno,
E tutte queste piccole impronte
Spariranno sicuramente.
Qui c’è ancora un'ultima impronta
Così  da ricordarsi 
Esattamente come erano le mie dita
Quando ero molto piccolo.
 
 
Questa poesia è una metafora per ricordarsi di una cosa, seppure banale: un bambino cresce, e con lui dovrebbe crescere anche il suo ambiente scolastico, cioè  le sedie, i tavoli, lo spazio intorno al banco. Da alcuni anni si sta sempre più affermando la consapevolezza del valore educativo e formativo dell’architettura (qualità, tecniche e tecnologie, valenze sociali, ecc.).
 
Un articolo del Guardian - “Are you sitting comfortably” di Phil Revell - indica che molte “postazioni scolastiche” risultano illegali se rapportate agli ambienti di lavoro degli adulti.

In una recente ricerca del British Chiropratic Association si afferma che il 29% dei genitori parlano di mal di schiena dei loro figli e che il 38% dicono di essere preoccupati per la loro postura.
Siamo davvero così lontani dei primi banchi scolastici italiani in ferro e legno (Zizzoli, Pezzarossa) o in legno leggerissimo del dottor Borselli?

Il primo interesse per l’ergonomia nelle scuole risale al 1893 quando in una relazione al Ministero della Pubblica Istruzione vengono evidenziate le caratteristiche che un banco di scuola deve avere per non danneggiare le condizioni di salute dell’alunno (soprattutto la colonna vertebrale ma anche la vista, le funzioni respiratorie e quelle circolatorie).


Oggi, i recenti convegni dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sul tema “Designing Tomorrow’s School” hanno l’obiettivo di fare una sintesi  sui dibattiti, gli studi e gli approfondimenti circa l’edilizia scolastica e formativa del futuro.

Le tematiche di base del convegno, come del dibattito generale, possono ricondursi ai seguenti punti:

1. Ogni nuova organizzazione spaziale dovrà tenere conto degli orientamenti dei percorsi educativi e formativi.

Interessante al riguardo “il gruppo classe” (focus: ambiente sociale) che prende posto all’obsoleto rapporto classe-aula (focus: ambiente fisico). Viene individuato come una unità articolata e dinamica degli spazi, per accogliere piccoli, medi e grandi gruppi in laboratori, centri di interesse, ecc. Quindi gruppi che richiedono spazi flessibili. In Italia, a livello sperimentale esistono già “gli spazi tematici”. In pratica, saranno gli studenti a spostarsi da un posto all’altro.

Questo consentirà anche un risparmio notevole come dimostra il progetto in itenere per la nuova sede dell’IPS “Falcone” di Gallarate (Varese).
La riconversione del patrimonio esistente dovrebbe comportare l'adattamento degli spazi in funzione delle scelte, anche pedagogiche, tenendo conto delle nuove tecnologie, ad esempio badge elettronico per ogni utente (per la registrazione della presenza in ingresso, risultati scolastici, uso di attrezzature ed impianti) e soprattutto creando luoghi piacevoli, ricchi di stimoli, sani e confortevoli, nel rispetto delle regole della bioarchitettura.


2. Le procedure di intervento dipenderanno dalla struttura di ogni paese; tuttavia i convegni hanno individuato dei comportamenti comuni che potrebbero essere applicati a tutti i paesi.


3. Le reti e i caratteri degli interventi. Sarà essenziale individuare dei punti nodali di rete a cui fare riferimento sul territorio. Ogni intervento dovrà avere una logica di rete. Ad esempio, il progetto pilota Camden in Inghilterra prevede un’aula tecnologicamente avanzata, smontabile e spostabile da scuola a scuola.


Due siti correlati, che riteniamo interessanti segnalare: la Scuola Intelligente http://www.next2day.it/isb/  e Abitare la Scuola http://www.bdp.it/aesse/.

L’abstract è tratto da:
"Nuova Secondaria", a. 21, n. 5, 15 gen. 2004, “Nuove architetture per la scuola”, p. 23-26.
"La scuola in Europa", supplemento, a. 3, n. 3, set. 2003, "Il banco scolastico in Italia" a cura di Rosa Isabella Vocaturo, p. 4-20.

La poesia citata è visibile sul sito: http://www.education-world.com/a_lesson/lesson134.shtml. La traduzione della poesia è a cura di Indire.  

di Isabel De Maurissens, Progetto RIVI; editing a cura di Francesco Vettori, redazione webzine, Indire.

 
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