di Isabel de Maurissens
17 Maggio 2004
All'interno del convegno “La riforma della scuola. Stato, attuazione e prospettive”, illustrando i punti di forza della riforma della scuola dell’obbligo (legge n.53 del 20.03.03) Giuseppe Bertagna, uno tra i principali autori della riforma, ha sottolineato come elemento di importanza fondamentale la centralità della persona in un’ ottica sistemica. (Si veda l'articolo correlato Tutorato e tutor nella riforma, di Giuseppe Bertagna).
L’alunno vive infatti l’esperienza scolastica nella rete delle relazioni più significative che intrattiene con il proprio contesto. Famiglia, scuola e territorio, con le loro diverse offerte e potenzialità, interagiscono in quest’ambito esercitando una funzione educativa integrata, che nasce dalla combinazione armoniosa dei tre agenti, tutti importanti. In questa prospettiva la centralità della persona è forte e deve essere intesa non nel senso di hegeliana individualizzazione, ma in quello di personalizzazione, che vede l’individuo alunno costruirsi un suo specifico percorso educativo nell’intreccio di scuola, famiglia e territorio. Tale centralità, precedentemente di tipo prevalentemente cognitivo, oggi arricchita delle indispensabili valenze affettive e relazionali, è importante per cogliere la filosofia della riforma; solo partendo da questo presupposto si possono capire gli strumenti che la riforma si è data: il portfolio, la funzione tutoriale, le molte attività laboratoriali, i piani personalizzati e le varie attività opzionali che l’alunno può scegliere insieme alla famiglia. Successivamente, i cicli scolastici nel quadro della riforma sono stati illustrati da Robolino (Consulente presso il Ministero dell’Istruzione), da Petrilli (Funzionario del Ministero), Gori (Dirigente Scolastico), Pugliesi (Consulente del Ministero).
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, un tema caldo è quello dell’anticipo dell’iscrizione (quest’anno vengono richiesti i 3 anni compiuti entro il 28 febbraio). E’ stato precisato che la Riforma prevede l’anticipo solo a particolari condizioni, prima fra tutte l’esaurimento delle liste d’attesa. Tale anticipo inoltre non è una norma assunta una volta per tutte: di anno in anno sarà emanato un decreto legislativo concordato insieme a comuni e associazioni di categoria.
Per quanto riguarda l’anticipo di iscrizione alla scuola primaria (6 anni entro il 28 febbraio) si è osservato che la richiesta da parte delle famiglie è stata massiccia e sorprendente: ad oggi sono 28.000 gli alunni “anticipatori”; cosa che ha portato 1.500 nuovi posti di lavoro, ai quali vanno aggiunti altri 1.500 posti per l’introduzione della lingua inglese.
Per quanto riguarda la Scuola secondaria di secondo grado, la legge n. 53 del 20/03/03, pur prevedendo un unico sistema educativo, lo articola in due sottosistemi:
- otto licei di durata quinquennali
- l’istruzione e formazione professionale dai tre ai sette anni
Lo Stato manterrà la sovranità sulle norme disciplinanti i licei, mentre l’istruzione e la formazione professionale passeranno alle Regioni.
Sono intervenuti a questo proposito alcuni rappresentanti dei gruppi di lavoro della Commissione Bertagna, che hanno illustrato più dettagliatamente la struttura dei licei. Ai licei classico, scientifico e artistico, si aggiungono i seguenti:
- il liceo linguistico, che non è previsto nell’ordinamento delle scuole statali, ma è in realtà già presente in via sperimentale presso istituti statali di istruzione secondaria. Esso è ad ogni effetto istituto secondario di secondo grado, ed il suo titolo finale è valido per l’accesso a tutte le facoltà universitarie. Le tre lingue comunitarie studiate saranno scelte dalla scuola;
- il liceo di scienze umane, che ricomprende gli istituti magistrali, i licei psico-pedagogici e della comunicazione;
- il liceo musicale e coreutico;
- il liceo economico;
- il liceo tecnico;
La linea che accomuna tutte questi nuovi licei è la centralità data alla cultura italiana e europea coordinata con i vari indirizzi di specializzazione.
Nel quadro prospettato da Bertagna si inserisce l’intervento attivo dell’INDIRE per lo sviluppo della riforma, sia con le attività di formazione a distanza degli insegnanti che attraverso la partecipazione alle attività di osservazione e documentazione circa la sperimentazione della riforma, che coinvolge prioritariamente gli IRRE. I Presidenti dell’IRRE Umbria e Lombardia, prof. Savelli e dott. Meroni, hanno illustrato il ruolo degli istituti regionali, sottolineando la forte collaborazione delle istituzioni scolastiche (80%) alle attività loro correlate. Secondo Meroni, ciò testimonia che la riforma, anche se problematica, ha le basi per decollare con successo.
di Isabelle de Maurissens, Progetto RIVI, Indire
Editing a cura di Francesco Vettori, Ufficio Comunicazione, Indire
La foto è tratta dall'archivio Dia di Indire
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