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RIFORMA

Valutazione didattica e riforma dell'istruzione

Due strumenti per un sistema di istruzione efficace. L'opinione di Archie LaPointe, uno dei massimi esperti di valutazione didattica

di Francesco Vettori
08 Giugno 2004

Una delle grandi sfide della società contemporanea è il raggiungimento di un livello di istruzione primaria per tutti, indipendentemente dal sesso, dalla cultura alla quale appartengono e dal luogo in cui vivono, così come ribadito dal secondo degli otto Obiettivi del Millennio.
Su questo e su come i processi di riforma attualmente in atto a livello globale e quelli di valutazione dell'attività formativa possano interagire fra di loro per garantire a tutti gli individui l'accesso ad un livello di conoscenza primario, abbiamo intervistato Archie LaPointe, uno dei massimi esperti mondiali in materia di valutazione, responsabile NAEP, National Assessment of Educational Progress per ETS, Educational Testing Service.

L'interesse generale verso la Riforma dell’Istruzione ha certamente come obiettivo quello di rafforzare il sistema globale dell'istruzione per garantire una migliore diffusione delle conoscenze, ci ha detto LaPointe.

Questa necessità non è stata avvertita recentemente, ma affonda le radici in quella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948 che sosteneva il diritto di ogni individuo all’istruzione.
Inoltre 20 anni fa circa a Jomtien, in Tailandia, le Nazioni Unite, e un cospicuo gruppo di Paesi e organizzazioni internazionali hanno ribadito unanimemente che l’istruzione è uno dei diritti umani fondamentali di ogni bambino sul nostro pianeta. Molti Paesi nel mondo hanno aderito a questo straordinario e storico impegno, per mettere in atto l’iniziativa Istruzione per tutti. Gli obiettivi di questa iniziativa sono stati di recente sottolineati nella campagna “Obiettivi di sviluppo del millennio”.

Da allora sono stati fatti grandi passi in avanti, anche in virtù del riconoscimento, da parte di molti governi, che le società moderne riescono ad operare con successo solo se i loro cittadini sono ben istruiti e hanno prospettive per il futuro. La povertà e l’ignoranza portano a miseria e disperazione. Le economie moderne dipendono da professionisti competenti e da lavoratori formati, per competere con successo nel mercato globale.

Per essere efficace, un sistema di istruzione moderno deve prendere in considerazione queste realtà basilari. Il mondo si è reso conto che l’essenza, il nocciolo della questione che ci troviamo ad affrontare, è l’apprendimento degli studenti: la questione fondamentale è che ogni bambino su questo pianeta ha il diritto e l’esigenza di imparare. Macrostatistica, identificazione di sessi e razze, disabilità fisiche e mentali, tutti questi elementi sono rilevanti, ma subordinati a questo semplice fine: ogni bambino deve imparare a leggere e a far di calcolo.

E’ stata molte volte nominata la parola Riforma. Quali significati attribuisce a questo termine?

Riforma non significa cambiare tutto e introdurre innovazioni e tecnologie completamente nuove.
Riforma può voler dire tornare ai principi e ai metodi che hanno funzionato bene in passato, o, semplicemente, rafforzare quelli che funzionano meglio adesso.
La Riforma dell’Istruzione, per essere efficace oggi, deve probabilmente applicare entrambe le alternative: rafforzare i principi fondamentali e le tecniche che hanno dato buoni esiti in passato (Banca Mondiale: lo sponsor di un programma di ricerca), come pure aggiungere nuove idee e tecnologie al sistema esistente.


Come si può arrivare ad una “riforma efficace”? Come possono i legislatori decidere che cosa mantenere del passato e quali innovazioni introdurre per rispondere al meglio alle esigenze della popolazione? Quali strumenti hanno a disposizione?

Per essere proficue, le decisioni politiche sulla natura e sull’organizzazione del sistema scolastico, nonché sulle priorità degli investimenti per il personale docente, gli edifici e i programmi, devono essere basate su dati affidabili. Se i dati statistici relativi all’istruzione sono credibili, il loro impatto può essere considerevole. Dati ingannevoli e risultati erronei sono peggio di una completa assenza di dati.

Cito un esempio che conosco molto bene. Si riferisce alla realtà americana.
Dal 1990, gli Stati Uniti d’America si stanno dedicando con grande impegno alla riforma del loro sistema scolastico che si basa su sei elementi chiave, per la cui individuazione è stato fondamentale il lavoro di lettura e analisi dei dati statistici relativi alla valutazione del sistema scolastico. Uno di questi elementi è proprio la presentazione dei dati per le decisioni relative all’istruzione e alle politiche.

Il National Assessment of Educational Progress (NAEP), l’organismo preposto alla valutazione del sistema di istruzione statunitense, da anni diffonde dati fondamentali per individuare le priorità di intervento con lo scopo di migliorare il sistema di istruzione.
In particolare, da oltre trent’anni sottolinea come sussista una persistente ineguaglianza nel sistema scolastico degli Stati Uniti (Dati statistici relativi all’istruzione). Gli allievi neri e latino-americani ottengono costantemente risultati inferiori negli esami di lettura e matematica. La stessa disparità esiste tra studenti ricchi e poveri. Le cause sono l’inadeguatezza dei finanziamenti scolastici e dei programmi, come pure l’impiego di insegnanti meno qualificati per le popolazioni di minoranza.
Ogni anno, da 30 anni, i quotidiani della nazione riportano questi risultati del NAEP. Finalmente, due anni fa, il Congresso votò una legge che prevede di colmare queste lacune tra ricchi e poveri entro il 2014. La legge dispone che entro tale data tutti i bambini, indipendentemente dalla razza o dal livello sociale, siano in grado di leggere e conoscano la matematica e le scienze a livello “Competente”.
Ognuno dei 50 stati deve creare i parametri necessari, adattare i corsi di studio, aggiornare gli insegnanti, misurare i risultati degli studenti e riportare tali risultati ai genitori, ai cittadini e al governo federale.immagine tratta dall'archivio Dia, Indire
Poiché la legge prevede incentivazioni e penalità monetarie, i Governatori, i presidi e gli insegnanti stanno prendendo seriamente queste responsabilità. Ovviamente, il completo raggiungimento di questo obiettivo è impossibile per svariati motivi. Ma grazie a questa legge imperfetta, durante i prossimi 12 anni, centinaia di migliaia di bambini poveri impareranno a leggere e a far di calcolo, offrendo loro un’opportunità che altrimenti non avrebbero mai avuto.
Questo è un esempio che illustra l’importanza di dati credibili.

Per riepilogare, nel corso degli ultimi venti anni, il mondo ha compreso che una riforma scolastica efficace è possibile ed è essenziale, in nazioni grandi e piccole. Ha imparato che è possibile delineare parametri realistici. Molti paesi hanno formato e aggiornato migliaia di insegnanti. Personale specializzato sta progettando esami che valutano accuratamente i risultati dell’apprendimento. E il NAEP è impegnato nel perfezionare le tecniche di presentazione dei dati e delle informazioni agli insegnanti e ai legislatori perché siano utili ed efficaci. Se la pianificazione è scrupolosa, possono essere ideati sistemi di valutazione integrata economici e semplici da implementare. Grazie a programmi internazionali di valutazione, come l’indagine TIMSS, abbiamo anche imparato a riconoscere e ad apprezzare i guadagni  ottenibili quando diverse nazioni collaborano a progetti di riforma e di analisi.

 

Intervista di S. Chipa a Archie LaPointe, responsabile NAEP, National Assessment of Educational Progress per ETS, Educational Testing Service.


 

 
 
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