di Leonardo Bartoletti
08 Giugno 2004
Quali sono i cambiamenti, secondo lei, di fronte ai quali ci troveremo via via che la cittadinanza europea si concretizzerà? soprattutto dal punto di vista giuridico?
La cittadinanza europea è qualcosa che si aggiunge, non toglie. Perché si è cittadini del proprio paese ma si è già cittadini della propria città, del proprio luogo di vita, e si è inseriti perciò in una comunità politica, che si allarga a diverse sfere. La cittadinanza europea significa oggi essere parte di un processo di unificazione che non rinnega le diverse identità, invece le valorizza trovando una sintesi più elevata, una sintesi che speriamo sia anche sintesi politica, nel senso nobile della parola. Cittadino europeo è cittadino in quanto ha direttamente dei diritti nell'Unione Europea, perciò non è mediato in questo dagli Stati. L'Unione infatti non è solamente un'unione di Stati, ma un'unione di popoli e cittadinanza europea è anche un modo di presentarsi in altre situazioni.
Al di fuori dei confini dell'Unione Europea si è cittadini del prorpio Stato e cittadini dell'Unione. Un'esempio semplice, pratico: dove non c'è una rappresentanza diplomatica del proprio paese, è la rappresentanza di un altro paese dell'Unione che può assistere i cittadini dell'Unione.
Intervista di Leonardo Bartoletti, Ufficio Stampa Indire
Cesare Mirabelli è Presidente Emerito della Corte Costituzionale: Professore di Diritto Ecclesiastico presso l'Università di Roma Torvergata, è autore di numerosi saggi fra i quali Religioni e sistemi giuridici: introduzione al diritto ecclesiastico comparato, Il Mulino, Bologna, 2000, Sicurezza delle contrattazioni: dalle opportunita alle regole nel mercato immobiliare, Giuffre, Milano, 1996, Le intese tra Stato e confessioni religiose : problemi e prospettive (a cura di), Giuffre, Milano, 1978, L' appartenenza confessionale: Contributo allo studio delle persone fisiche nel diritto ecclesiastico italiano, CEDAM, Padova, 1975
Intervista di Leonardo Bartoletti, Ufficio Stampa Indire
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