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CITTADINANZA EUROPEA

Educazione alla cittadinanza democratica

di Simona Baggiani
21 Giugno 2004

L’educazione alla convivenza democratica prevista nei programmi dei diversi livelli scolastici si realizza certamente anche attraverso la possibilità per gli studenti di partecipare alla vita della propria scuola, alle decisioni che in essa vengono prese, alla determinazione di alcune scelte fondamentali che li riguardano.

I decreti delegati del 1974 prevedono la partecipazione degli studenti delle scuole secondarie superiori e dei genitori agli organi collegiali della scuola: i Consigli di Casse e i Consiglio di Istituto. Restano esclusi da queste forme di partecipazione gli studenti della scuola media inferiore, anche se in molte scuole sono adottate forme parziali di organizzazione della rappresentanza degli studenti.

Per rispondere in parte a questa esigenza di partecipazione, all'inizio dell'anno scolastico 1998/99 è entrato in vigore lo Statuto delle studentesse e degli studenti (Decreto del Presidente della Repubblica n. 249/1998), scaturito da un lungo dibattito che ha coinvolto tutte le componenti della scuola, e in primo luogo gli studenti, attraverso le loro associazioni e le loro rappresentanze istituzionali.

L’art.1 definisce la comunità scolastica come comunità di dialogo fra tutte le componenti, in cui ognuno opera “per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio”. Tra i diritti indicati all’art.2 si segnalano quello alla formazione culturale e professionale, all’informazione sulle norme che regolano la vita della scuola, alla partecipazione, secondo il regolamento d’istituto, alle scelte importanti per la vita della scuola riguardanti anche la programmazione, i libri di testo, il materiale didattico, nonché ad una valutazione trasparente del proprio profitto. “Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti”. La scuola garantisce il rispetto delle culture di alunni stranieri, la libertà di assemblee degli studenti e delle loro associazioni.  

Tra i doveri degli studenti si segnalano (cfr. art. 3):

  •       quello della frequenza assidua dei corsi e dello studio;
  •       quello del rispetto di tutto il personale della scuola e “dei loro compagni”;
  •       quello del rispetto delle attrezzature e quello di rendere accogliente l’  ambiente   scolastico inteso “come importante fattore di qualità della vita della scuola”.

Lo Statuto si colloca nel processo di acquisizione dell'autonomia da parte delle scuole, sia nel senso che indica norme generali che i singoli istituti dovranno integrare e sviluppare, sia nel senso che contribuisce a definire il quadro delle relazioni fra gli studenti, e fra studenti e altre componenti, all'interno delle comunità scolastiche chiamate a progettare autonomamente la loro offerta formativa. Le scuole, infatti, con l’autonomia sono libere di definire regole interne, progetti, modalità di organizzazione della partecipazione di genitori e studenti alla vita della scuola, che possono ampliare di molto quanto previsto dalla normativa nazionale.

Nonostante tutto ciò, la discrepanza che si rileva nel curriculum (vedi articolo correlato La cittadinanza nel curriculum della scuola italiana), fra ciò che è teorizzato e quello che poi viene messo in pratica, continua a verificarsi anche a livello organizzativo, per ciò che riguarda il coinvolgimento attivo delle famiglie e degli studenti nei processi decisionali della scuola. Anche se esistono spazi riconosciuti e tutelati per la discussione, pure politica, degli studenti ed è data loro la possibilità di organizzare momenti di pubblico confronto e manifestazioni all’interno della scuola, non sempre questa opportunità viene utilizzata. Attualmente c'è un dibattito in corso sui compiti e la composizione degli organi collegiali; ciò ha portato alla presentazione di una proposta di riforma che dovrebbe modificare la composizione dei consigli e delle loro funzioni in relazione ai nuovi compiti che le scuole svolgeranno nel contesto di crescente autonomia organizzativa e amministrativa delle scuole.

Per quanto riguarda, infine, il coinvolgimento delle scuole nella società civile, non è possibile fare riferimento ad un quadro generale in quanto tale partecipazione, se si realizza, avviene comunque nell’ambito dell’autonomia scolastica e della forte variabilità interna che caratterizza il nostro sistema scolastico, variabilità determinata dalle culture specifiche delle singole scuole, dei rapporti esistenti a livello locale tra singole scuole, comunità locale, territorio.

Immagine tratta dall'archivio Dia di Indire

 
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