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RIFORMA

Il rilancio dell’Istruzione e formazione tecnica superiore

Un’alternativa al corso di laurea per avere un titolo di studio e formazione che arricchisca il proprio curriculum.

di Alessandra Lazazzara
06 Agosto 2004

Troppo spesso i giovani e le famiglie italiane non hanno mai sentito parlare dell’Istruzione e formazione tecnica superiore, un’alternativa per chi non ambisca al titolo accademico. È un titolo di studio e formazione spendibile sul mercato del lavoro e che può garantire un’occupazione rapida, sicuImmagine tratta dall'archivio Dia di Indirera e spesso anche redditizia; si articola in corsi brevi per chi provenga sia dai licei sia dagli istituti tecnici.

L’opportunità è stata rilanciata dal ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica Letizia Moratti, in occasione dell’insediamento del comitato nazionale per l’Ifts (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore), in cui siedono rappresentanti del Miur, del dicastero del Lavoro, degli enti locali e delle parti sociali, nonché il presidente della Conferenza dei rettori, e che avrà il compito di dare stabilità agli interventi già effettuati nel settore, definire nuove figure professionali e definire le possibili integrazioni del sistema dell’istruzione e formazione tecnica superiore con la ricerca scientifica e tecnologica.

Con l’istituzione del sistema dell’Ifts (per maggiori informazioni consulta la banca dati Ifts di Indire), in raccordo con il mondo del lavoro, sono stati realizzati dal 1999 ad oggi oltre 2000 corsi destinati a più di 44 mila allievi: ad un anno dalla conclusione dei percorsi si sono registrati circa 3.000 nuovi occupati. Negli ultimi quattro anni lo Stato e le Regioni hanno stanziato oltre 450 milioni di euro per la realizzazione dei corsi, con tirocini lunghi oltre 400 ore.

La formazione tecnica superiore è importante sia per rispondere ai bisogni formativi territoriali, sia per creare figure professionali che abbiano titoli spendibili a livello nazionale e internazionale immediatamente occupabili nel mondo del lavoro. Inoltre per salvaguardare la situazione della formazione nel Sud, il ministro ha assicurato l’impegno a lavorare in accordo con il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), per assicurare una sostanziale equivalenza fra le regioni nella capacità di formare giovani qualificati professionalmente e che possano trovare rapidamente un’occupazione ben remunerata. I corsi sono rivolti sia a giovani sia ad adulti perché la conoscenza diventa subito obsoleta.

All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Conferenza dei presidenti della regione, Enzo Ghigo e i sottosegretari al ministero del Lavoro, Pasquale Viespoli e al Miur, Maria Grazia Siliquini. È emerso che il percorso dell’Istruzione e formazione tecnica superiore non è ancora sufficientemente noto, quindi non sviluppa a pieno tutte le sue potenzialità. Nonostante sia stato innovato il rapporto tra domanda e offerta di lavoro, modernizzato le metodologie della didattica, reso protagonista il territorio e attuato sinergie fra scuola e lavoro, ci sono modalità organizzative non ancora omogenee sul territorio e bisogna impegnarsi maggiormente sia sul piano delle risorse economiche sia della comunicazione.


 

 
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