Palazzo Gerini

La Nuova sede di Palazzo Gerini

Al museo fu garantita una nuova prestigiosa sede: Palazzo Gerini, storico palazzo – che sorge in Piazza de’ Ciompi, all’interno del quartiere popolare di Santa Croce.

Si legge in un articolo del 1940: Palazzo Gerini«Questo edificio, che il Ministro Bottai ottenne dal Comune, è stato restituito dall’architetto Ezio Zalaffi al suo primitivo splendore. Facciate, cortili, portici, sale, scale, soffitti di vario stile, dal Quattrocento al Settecento, sono stati armonicamente ripristinati. La facciata posteriore, che dà sulla via Borgo Allegri, è stata dallo Zalaffi rinnovata nello stile del Rinascimento fiorentino.
Ma non è tutta nel Palazzo Gerini la sede del Museo. Accanto ne sorgerà un altro, ad esso collegato, che comprenderà una serie di grandi sale svolgentisi su tre piani, attorno ad un nucleo centrale destinato alle riunioni, oltre a una piccola biblioteca per ogni piano, e a una più grande nella zona centrale. Al secondo piano, una grande terrazza permetterà la costruzione temporanea e sperimentale di scuole all’aperto »

In realtà, la nuova ala del palazzo, in rigoroso stile fascista, non fu mai realizzata a causa della guerra. Lo storico edificio medievale, tuttavia, di proprietà del Comune di Firenze fin dalla seconda metà dell’Ottocento, fu restaurato dall’architetto Ezio Zalaffi, allora capo dell’Ufficio comunale delle Belle Arti, che, tra le altre cose, ridisegnò la nuova facciata rinascimentale sul fronte orientale. Al noto architetto Giovanni Michelucci fu affidato il progetto architettonico degli interni, che egli realizzò in collaborazione con Leonardo Ricci e Giuseppe Gori, figlio dell’ebanista Gregorio Gori che realizzò tutti gli arredi, oggi in larga parte conservati presso la Fondazione Michelucci di Fiesole.

Palazzo Gerini

Il nuovo museo era articolato in un discreto numero di stanze, organizzate in tre distinte sezioni: la sezione dedicata alla storia della scuola, quella dedicata alla scuola secondaria e all’istruzione tecnica e quella dedicata alla scuola materna ed elementare.

«Il Museo della Scuola presentava una serie di stanze, ciascuna delle quali era dedicata ad un argomento riguardante un campo d’insegnamento o un tipo di scuola e per la quale erano stati costruiti dei mobili diversificati tra loro, disegnati per accogliere materiali di vario tipo. Tranne rari casi erano tutti molto funzionali sia dal punto di vista delle strutture esterne (mancano spigoli vivi, le maniglie sono stondate, le sedie sono lineari e molto confortevoli), sia dal punto di vista dell’utilizzo delle parti interne. […]
L’arredamento del Museo della Scuola, voluto dal Regime per esaltare i progressi compiuti nel campo dell’istruzione, aveva permesso di mettere finalmente in pratica tutto quanto Michelucci avrebbe voluto fare nel campo del mobile fino ad allora senza riuscire per mancanza di mezzi.
Può, senza più ostacoli, costruire mobili singoli creati per un ambiente con caratteristiche precise e che quindi non possono vivere al di fuori di esso; ogni stanza, destinata ad accogliere il materiale espositivo e d illustrativo delle diverse tipologie di scuole del Regno, presenta un arredo fatto su misura ed in sintonia con lo spirito della scuola stessa. A questo concorrono anche le decorazioni murarie che costituiscono la cornice entro cui i mobili trovano la loro collocazione ».