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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Alternanza scuola-lavoro: esperienze dal 1996

Come consuetudini passate e novità della Riforma si integrano reciprocamente: un caso specifico

di Francesco Proia
22 Febbraio 2005

Dia IndireDa quanto tempo l'Istituto Professionale "A. De Pace" ha avviato i progetti di alternanza scuola-lavoro come modalità di formazione?

      Il nostro Istituto ha attivato percorsi di alternanza con il mondo del lavoro, considerando  quest’ultimo come luogo di formazione complementare alla scuola, già da molto tempo, ma in forme diverse rispetto alla legge di riforma promossa dal Ministro Moratti nel 2001.
Nel 1996 si avviarono i percorsi post-qualifica nel quarto e quinto anno di corso nei settori della moda, in quello economico aziendale e turistico, chimico biologico e qualche anno dopo anche nell'ambito della grafica pubblicitaria.
      In questa  esperienza l’Istituto ha collocato in stage mediamente 480/500 allievi ogni anno, in periodi meno intensi di produzione, creando un sistema di formazione integrata dei formatori e di reciproca conoscenza degli ambienti formativi e lavorativi da parte dei soggetti che attuavano il percorso.
Attraverso questo processo si è determinata la fidelizzazione di un numero crescente di imprese, non più partner occasionali  per l’organizzazione di percorsi di alternanza bensì come promotori in percorsi formativi finalizzati all’inserimento dell’allievo nel mondo del lavoro.
Nello stesso anno nasceva il primo laboratorio di Impresa formativa simulata (fondi FESR) per la gestione avanzata di un’agenzia di servizi “La Terra del Sole” e nello stesso anno la costituzione di “Enotria , il luogo del vino”.
La metodologia IFS rappresenta un canale integrato tra sistema di formazione regionale, pubblico e privato, alternanza scuola e mondo del lavoro.
Le ultime imprese simulate che stanno nascendo in questo anno scolastico sono: “Salentoli” cooperativa giovanile e “Casa Editrice Il Drago S.r.l.” – Le Fiabe di Nonna Antonietta.
    Nel 1999 , per arginare il fenomeno della dispersione scolastica e nel contempo rispondere alla legge allora vigente sull’obbligo di frequenza, con l'ENAIP di Lecce, 29 allievi assenti continuativamente furono contattati da esperti orientatori e si resero protagonisti di un  progetto “integrato”che utilizzava le risorse orarie e professionali allora previste per gli istituti professionali per consentire la frequenza di scuole per estetisti ed acconciatori senza oneri aggiuntivi e ad integrazione del programma curricolare con personalizzazione dei percorsi e certificazione degli esiti. 
    Nel 2001,  partecipando alla Misura 3.2 - “Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani ed adulti secondo un approccio preventivo” POR PUGLIA 2000 – 2006 , l’Istituto in partenariato con  la formazione professionale e il mondo del lavoro organizzò tre percorsi formativi biennali finalizzati al rilascio di qualifiche regionali.
Il programma mirava a formare OPERATORI NEL SETTORE DELL’ARTIGIANATO TIPICO LOCALE in collaborazione con la Provincia di Lecce e le Aziende del settore (il progetto è stato ripresentato e rifinanziato per il biennio seguente), ADDETTI DI SEGRETERIA IN AMBIENTE AUTOMATIZZATO con ENAIP e aziende del settore e OPERATORI GRAFICI PUBBLICITARI MULTIMEDIALE con l’Agenzia Servizi Formativi Pugliesi e le aziende del settore.
    Nel 2002, su affidamento dell’Ufficio Scolastico Regionale di Puglia, è stato avviato un corso sperimentale triennale a titolarità del nostro Istituto per il conseguimento della qualifica regionale di “Operatore informatico della gestione aziendale” in partenariato con AGEFORM di Bari e con stage in aziende del settore.
Inoltre, è in avvio, sempre su affidamento dell’Ufficio Scolastico Regionale di Puglia, a titolarità del nostro Istituto con partenariato ENAIP e stage in aziende del settore, un corso triennale per il conseguimento di una qualifica regionale valevole nel campo della  preparazione di prodotti estetici naturali.
Nel 2001/2002 accanto all’implementazione di nuove IFS “ Camurria” ed “Every Thing” è stata realizzata, attraverso i fondi CIPE,  un’associazione tra IFS del nostro istituto e quelle di altre scuole, supportata da una rete territoriale costituita da comuni della provincia  (Monteroni e Leveranno), da aziende agro alimentari florovivaistiche, associazioni di categoria, Azienda speciale della Camera di Commercio e Consorzi  di aziende turistiche, che con il loro contributo hanno dato vita, fino alla fase di start up, a cooperative giovanili.
Dia IndireGli stessi fondi CIPE hanno dato la possibilità, in anni successivi di costituire Cooperative di transizione scuola-lavoro: “Fitness on line” nel settore Chimico biologico e “Jast in Web”, nel settore grafico pubblicitario.
Quest’ultima opera ancora nell’Istituto come piccola cooperativa reale, costituita da ex allievi.        
     Per ultima si sottolinea l’esperienza partita nell’anno scolastico 2003/2004 con cui si sta sperimentando il modello di alternanza previsto dall’ art. 4 della legge 53/2001 e che formalizza, già dal secondo anno di  frequenza scolastica, la possibilità di alternare momenti di formazione in azienda e/o in aula con esperti, a momenti curricolari.
Allo stato attuale il percorso è alla sua seconda annualità, momento in cui si realizza l’integrazione con il mondo aziendale per 168 ore, di cui 120 in azienda e 48 circa in aula, con esperti del mondo del lavoro che coadiuvano le esperienze in azienda, che si ribadisce non sono propriamente lavorative ma apprendimenti veri e propri sul Sistema azienda e sul Cerco lavoro.

Il rapporto con il mondo delle imprese fa parte , fin dalla sperimentazione di Progetto ’92, ora ordinamento degli Istituti professionali, del curricolo della nostra scuola e si concretizza in parte di esso (300 ore annue mediamente) ossia nell’area di”professionalizzazione”.
In tale area curricolare gli studenti di 4° e 5° anno obbligatoriamente su un progetto redatto dal Consiglio di Classer integrato con esperti aziendali, svolgono attività d’aula e di laboratorio nella scuola ed esperienze di tirocinio in azienda coerenti con le figure professionali sviluppate nel progetto.

Si tratta di un’alternanza che parte dall’acquisizione di competenze trasversali ed arriva a quelle più squisitamente professionalizzanti e si basa principalmente sulla progettazione integrata, il supporto del curricolare al progetto professionalizzante, la condivisione e progettazione del consiglio di classe allargato alle figure di esperti esterni provenienti dal mondo produttivo, l’acquisizione di crediti formativi in esperienze di tirocinio e la valutazione e certificazione integrata scuola-impresa.
L’elevato numero di classi IV e V implica la costruzione di un sistema di rapporti con numerose aziende del territorio dal momento che la nostra scuola vuole far realizzare lo stage nella stessa azienda a non più di 2-3 allievi.

 


Quali sono i risultati didattici e formativi, quali gli aspetti positivi – per la scuola e per lo studente- finora raggiunti con l’alternanza scuola – lavoro?

C’è da segnalare che il 70% dei frequentanti i corsi biennali finanziati dal POR Puglia, ottenuta la qualifica regionale si sono  iscritti  nel nostro istituto, hanno effettuato regolare esame integrativo ed attualmente proseguono gli studi con soddisfazione nei vari settori ad indirizzo coerente con il corso precedentemente seguito.
E’ troppo presto per fare una valutazione sull’ultimo percorso iniziato nel mese di novembre relativo alla sperimentazione vera e propria dell’altrenanza scuola-lavoro, ex art. 4 legge 53, ma nella sua organizzazione sono stati essenziali i risultati delle esperienze pregresse , soprattutto degli stage, e i tirocini formativi estivi e delle IFS. Dai questionari di autovalutazione prodotti dagli allievi che hanno partecipato ai percorsi sopraindicati, si evince, per la maggior parte, un aumento della motivazione alla frequenza scolastica, ma anche un mutato atteggiamento nei confronti della scuola che hanno visto come mediatrice  del loro ingresso nel mondo del lavoro.
Inoltre queste esperienze protette si sono rivelate costruttive anche perché hanno agevolato nei ragazzi l’acquisizione e il riconoscimento dell’importanza  di competenze trasversali, quali  quelle relazionali e organizzative.  

 


Quali sono stati i problemi riscontrati relativamente al rapporto scuola con le aziende? Dia Indire
E per lo studente, quali sono le difficoltà che maggiormente incontra con questa modalità di formazione?

Nella realizzazione dei percorsi le aziende si sono dimostrate disponibili sia nel momento della progettazione che in quello più impegnativo della formazione degli allievi.
 Il problema , nella sperimentazione, ex art. 4 legge 53, è stato quello di reperire tante aziende per il numero dei ragazzi  selezionati .
Tale difficoltà per il nostro Istituto si può considerare solo marginale sia per la rete di aziende fidelizzate all’Istituto già da tempo, sia per la collaborazione istituzionale di SPEGEA, scuola di Management dell’ Assindustria di Bari. Abbiamo perciò assicurato due alunni per azienda , poiché crediamo nella personalizzazione dei percorsi e nella efficacia di un tutor  mediatore e facilitatore di apprendimenti  soprattutto in contesti non deputati a tale compito.
Le difficoltà dell’alunno sono state solo iniziali e hanno riguardato l’adattamento ai ritmi e alle modalità comunicative proprie dell’azienda.
Riguardo invece alle sezioni di curricolo che in alcuni giorni l’allievo “perde” per recarsi in azienda per ora non hanno rappresentato un problema, anche per  la collaborazione all’interno del consiglio di classe dei docenti interessati ad una progettazione curricolare che prevede moduli equivalenti a livello di apprendimenti in azienda ed a scuola.
Ciò perché la nostra scuola non ha scelto di individuare la classe dell’alternanza ma ha fatto scegliere agli allievi di diverse classi la possibilità di intraprendere tali percorsi. Per cui nella stessa classe coesistono allievi che frequentano il normale curricolo e ragazzi che sono in alternanza.

 


Con quali criteri sono progettati, attuati, verificati e valutati i percorsi di alternanza?

Nella  progettazione di percorsi in alternanza si è tenuto conto dei  fabbisogni formativi e professionali territoriali, della convinzione che l’alternanza non debba costituire un’attività aggiuntiva ma un segmento curricolare parallelo che, anche se con modalità diverse, conduce gli studenti a raggiungere gli obiettivi del corrispondente, normale curricolo, della personalizzazione del percorso finalizzata al successo formativo e delle competenze trasversali , in particolare nel primo anno, e delle tecnico professionali, nel secondo.
      La valutazione, affidata ai tutor scolastici e aziendali unitamente al Consiglio di classe, ha sempre avuto come criteri fondamentali la frequenza scolastica e dello stesso percorso, le competenze trasversali - relazionali e organizzative -, declinate in descrittori chiari e analitici acquisite e le competenze professionali  acquisite relativamente ai moduli svolti.
      L’autovalutazione dell’allievo rappresenta un momento altrettanto importante che riguarda la significatività dell’esperienza.


 

Secondo la riforma è l’istituzione scolastica o formativa responsabile delle esperienze formative dello studente. Come si attua concretamente questa responsabilità?

      La sperimentazione in Puglia è stata formalmente sancita da un accordo quadro siglato dalle parti interessate (Ufficio  Scolastico Regionale, Confindustria, Unione Regionale delle Camere di Commercio, Spegea , Regione Puglia) nel Luglio del 2003.
Tale accordo ha creato una sinergia tra le parti sia nella progettazione del percorso triennale, sia nel reperimento delle aziende, sia per la formazione dei tutor scolastici e aziendali.
       Responsabilità dell’Istituto è stata ed è quella invece di pianificare il percorso personalizzato, coerente quindi alle caratteristiche degli allievi e più specificatamente al profilo definito e al percorso curricolare .
Per questo sono stati coinvolti  i Consigli di classe, anche attraverso una scelta opportuna dei tutor scolastici in seno ad essi e rispondenti a determinate caratteristiche, in particolare capaci di stabilire rapporti positivi con gli allievi. Dopo una fase di orientamento organizzata da Spegea, si è proceduto alla selezione dei ragazzi in base a criteri predefiniti , attraverso colloqui e questionari i cui risultati hanno dato vita ad  un report.
      Il gruppo di progetto  e i tutor  aziendali prima di avviare l’anno scolastico hanno progettato fasi e competenze e  nel mese di ottobre i Consigli di classe hanno conosciuto i nominativi dei ragazzi prescelti ed hanno condiviso il profilo e il percorso modulare.
      Allo stesso tempo si è proceduto alla comunicazione e convocazione di alunni e famiglie  per comunicazioni sui  contenuti e la logistica del percorso.
In sede di scrutinio del primo quadrimestre invece, saranno presentate le attività realizzate dagli alunni e un primo monitoraggio sui risultati , allo stesso tempo si acquisiranno notizie sulla prima ricaduta che il percorso può aver avuto sul curricolare.

 


Come si integrano i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro con i percorsi formativi  del corso di studi e con gli obiettivi generali e specifici di apprendimento della scuola?

Dia IndireL’integrazione dei percorsi con  il corso di studi e gli obiettivi è stata resa possibile con un’attenta progettazione nel quale si è tenuta in gran considerazione la progettazione del Consiglio di classe e la progettazione dei Dipartimenti che ormai da tempo  sono articolate in standard di competenza.
Per migliorare il rapporto tra le aree anche dal punto di vista temporale , abbiamo previsto che gli allievi fossero impegnati in soli due giorni la settimana, quando la classe è coinvolta nell’area di integrazione, spazio temporale che nel progetto 2002 rappresenta un’opportunità progettuale nella quale la scuola si apre al territorio.
Invece per le esperienze di stage si è proceduti con la distribuzione del monte ore in tre aree:  A, B e  stage coerentemente pianificate in base alla figura professionale stabilita e per il quale si realizzerà la certificazione delle competenze.

 

In che cosa consiste il ruolo del tutor formativo interno, come guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza scuola – lavoro?

    Il ruolo del docente – tutor è tra le innovazioni più interessanti proposte dalla Riforma, rappresenta una vera sfida della scuola dell’autonomia: egli deve gestire la complessità del cambiamento che vede nella personalizzazione del percorso e nella condivisione di una cultura professionale aperta alla collaborazione ed all’integrazione collegiale, gli aspetti maggiormente rilevanti. In quest’ottica il tutor formativo interno si rapporta con gli allievi assistendoli nella fase di orientamento e durante lo svolgimento del percorso di alternanza; si rapporta al tutor aziendale per facilitare la comunicazione fra scuola e azienda. Indica eventuali problemi e individua le soluzioni opportune, si interfaccia con i consigli di classe per aggiornarli sullo stato del progetto e sull’allievo a cui è stato affiancato. Affianca il docente esperto nella organizzazione pratica degli interventi, pianifica e registra attraverso strumenti appositamente stabiliti, i comportamenti e gli obiettivi raggiunti.

 


In che modo la scuola si è occupata della formazione dei tutor per questo compito?

Nel progetto di sperimentazione dell’alternanza, tra i compiti previsti dall’accordo quadro, vi è anche quello della formazione affidato a Spegea, che ha realizzato sui seguenti argomenti una comunicazione efficace, anche per conoscere l’impresa, un’azione di psicopedagogia e di orientamento, tramite un’analisi sociologica del mercato del lavoro e un’empowerment come didattica delle capacità.

 

 
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