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Le parole di chi impara
Ecco le prime interviste ai corsisti ATA
di Francesco Vettori
21 Agosto 2006

  

Bruna Simion, Antonio Bagaglia e Antonella Codeluppi hanno frequentato la Formazione Puntoedu ATA

Come giudica la Sua esperienza di formazione con gli strumenti multimediali ed in particolare con alcuni strumenti della piattaforma Ata, come il forum e la classe virtuale?

Dia IndireB.S. : Lo studio attraverso gli strumenti multimediali è la strada che consente di coniugare lavoro e studio. La mia esperienza  nel caso specifico del corso Indire è assolutamente positiva, anche se la partenza ha avuto qualche titubanza dovuta al poco tempo disponibile, al fatto che non sono più giovanissima e che le mie basi informatiche erano di “timido approccio” utilizzando gli strumenti presenti in famiglia.
Le difficoltà riscontrate inizialmente riguardano soprattutto la comunicazione via e-mail per la spedizione degli elaborati. Perché il collegamento internet subiva delle frequenti disconnessioni.
Avevo paura di non farcela, il confronto e gli esami preoccupano sempre un poco, ma mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo della novità ed in particolare “la classe virtuale “ prima ed il “forum” dopo, che mi hanno permesso un confronto diretto con persone di altre esperienze e uno scambio di informazioni con i colleghi di tutta Italia. Quanto fatto finora consente a mio avviso di migliorare l’attività lavorativa e quindi la qualità del servizio reso, che necessita di una formazione professionale adeguata alla quale corrisponderà una valorizzazione del servizio stesso.

A.B. : In modo a dir poco eccezionale: avere a disposizione, per una formazione professionale, degli strumenti così pratici come la classe virtuale  o il forum, dà la possibilità ad ogni corsista di mettere a confronto le proprie idee ed opinioni con quelle di altri colleghi di profilo o anche di diversa categoria lavorativa. In definitiva posso affermare con estrema tranquillità e convinzione che tali strumenti sono di assoluta necessità per qualsiasi tipologia di formazione professionale.

A.C. : Lo strumento della classe virtuale al mio corso è stato usato molto poco, avremmo fatto sì e no 5 o 6 interventi. Superate le prime difficoltà legate alla comprensione del meccanismo - non avevo nessuno con cui potermi confrontare, per cui non sapevo come si entra in piattaforma, come si studia, come si scarica, come si inviano i materiali, come si usa la chat - il mio interesse si è rivolto alla ricerca di altri “contatti” verso i forum tematici prima e la community poi.
Si è trattato di una esperienza, non solo nuova, ma straordinariamente positiva e per la quantità di stimoli derivanti dallo scambio di idee con i colleghi di tutta Italia  e per la  modernità “sbarazzina” di alcuni strumenti comunicativi. Per esempio, nella sezione dati personali  l’ “avatar” e il “Testo personale”, sono elementi creativi e ironici,  sconosciuti al nostro lavoro spesso abbruttito dalla routine e dalla patina di seriosità che connota tanto i nostri noiosi uffici quanto i nostri capi. In piattaforma ho respirato aria nuova, anzi ho respirato. Il metodo innovativo e l’essere pionieri mi ha aperto l’orizzonte: cambiare è possibile!

Le molte adesioni volontarie a questi corsi sottolineano un bisogno di aggiornamento e di formazione continua per profili anche molto diversificati. Secondo Lei quali sono le aspettative di un corsista ATA?

B.S. : Oggi risulta sicuramente pressante attuare un percorso di formazione continuo per essere e mantenersi al passo coi tempi, sempre di più si parla di sicurezza nella scuola, di primo soccorso, di supporto all’handicap, di sapersi rapportare con l’utenza con professionalità e di essere sempre e comunque informati sui rinnovamenti dell’universo scolastico. Con questa logica ho aderito e affrontato il corso. Relativamente ai motivi che hanno spinto gli ATA all’adesione volontaria, ritengo che la formazione sia ambita più o meno da tutti, ma le aspettative primarie riguardano un riconoscimento economico che attualmente non è certamente adeguato alle mansioni, ai compiti e alle responsabilità degli ATA, comparando la nostra attività alle altre categorie della scuola. Ritengo quindi che per molti la molla principale sia stata un possibile ritorno economico. Credo inoltre che l’aspettativa di un possibile avanzamento di carriera, cosa che purtroppo si attende da tempo, abbia contribuito a inviare tante richieste di partecipazione.
Questa mie affermazioni sui motivi di adesioni volontarie, così numerose, derivano dal fatto che non siamo in molti  a seguire e continuare, per passione, ad accedere al sito ed al forum. Questi rappresentano per me ancora strumenti di informazione, confronto e aggiornamento.

A.B. : Credo che le aspettative siano comuni un po’ a tutti gli ATA, dando per scontata quella di aggiornare innanzitutto la propria formazione e mettere eventualmente le basi anche per un miglioramento dal punto di vista professionale, aspirando legittimamente ad un profilo superiore al proprio.

A.C. : Il corsista ATA "medio" si aspetta la soluzione dei propri problemi lavorativi contingenti – ovvero risposte ai quesiti che via via gli si pongono nella giornata lavorativa, come "Dove trovo la tal circolare?...Come si fa ad  eseguire quel determinato lavoro?... a chi mi devo rivolgere per?."
Ovvero cerca punti di riferimento normativi su cui poter contare e indicazioni operative valide per tutto il territorio nazionale.

Il corsista ATA “giga” si aspetta di migliorare il proprio status culturale e professionale. Cioè apprendere quanto di nuovo esiste intorno, anche spaziando in altri profili, quindi interagire con l’Amministrazione, in forma diretta, senza eccessive gerarchizzazioni e infine evadere dalla ristrettezza del proprio istituto “fortezza” per approdare sul “Pianeta Scuola”.

In pratica:

  • confronti, scambi e arricchimenti con professionalità varie: tutor d’aula - moderatori – docenti e colleghi dei vari profili;
  • filo diretto con l’amministrazione: per la prima volta qualcuno ascolta la nostra voce;
  • autonomia operativa: spesso lavoriamo in completo abbandono.

La vera e propria formazione è stata mediata costantemente dalla figura di e-Tutor: può chiarire quanto è stato importante questo ruolo?Dia Indire

B.S. : L’e-Tutor  rappresenta l’elemento di motivazione, di supporto e di sostegno soprattutto nella parte iniziale del progetto dove maggiori sono le incertezze, i dubbi e la scarsa volontà di confrontarsi con test ed in genere con le verifiche di apprendimento.  E’ risultata importante la disponibilità, anche fuori dell’orario di lavoro, le risposte via e-mail ed in genere i suggerimenti e le attività di corollario e supporto al corso.
Ho apprezzato in modo particolare che l’ e-Tutor fosse un DSGA, in quanto ritengo che fra tutte le categorie professionali all’interno della struttura scolastica, sia la figura più idonea a interpretare capacità e difficoltà del personale ATA, in quanto ogni giorno  svolge il suo compito a stretto contatto con personale della nostra categoria, conoscendone perfettamente le mansioni e potendo visionare gli elaborati inviati con cognizione di causa.

A.B. : Per ciò che riguarda l’aspetto informatico, nel mio caso personale, ha avuto una valenza piuttosto relativa, fatto che non sminuisce l’importanza che tale figura ha avuto per tantissimi corsisti alle prime armi con un personal computer. Al di là di tutto un e-tutor preparato è paragonabile ad un faro, presenza della quale di sicuro non si può fare a meno.

A.C. : La soluzione “blended”  di attività in presenza e di attività on-line è veramente ottimale. Nel mio caso la figura dell’ e- tutor è servita da “guida” discreta – ci ha accompagnato nei diversi incontri facendoci sentire attori protagonisti del nostro percorso formativo. Abbiamo superato la paura del – “dove clicco?” e del giudizio ”se sbaglio?”.
In community poi, siamo stati “adottati” e “accuditi” dagli altri e-tutor presenti. Io stessa ho una certa "assistente" sempre pronta a rispondermi quando mi trovo in difficoltà.

Vorremmo parlasse degli aspetti che emergono dalla frequenza dei corsi ATA: per esempio, la disponibilità all’attività collaborativa dei partecipanti, ma anche la difficoltà a tradurre in pratica quanto appreso, una volta tornati a scuola.

B.S : I gruppi di lavoro sono da sempre un elemento di crescita e di spinta motivazionale; a mio avviso in questo corso la formazione dei gruppi poteva avvenire più per necessità che per convinzione, non tutti infatti possiedono gli strumenti idonei per accedere e utilizzare quanto accessibile al sito in modo veloce. Personalmente ho utilizzato i supporti disponibili in casa, perché tecnologicamente all’avanguardia e non comparabili con quelli disponibili nel mio plesso scolastico.
A ciò consegue, per quanto mi riguarda, una richiesta da parte delle colleghe al lavoro di gruppo che ha favorito i primi contatti ed ha permesso un migliore risultato del corso stesso rendendolo maggiormente gradevole grazie al confronto con altre persone.
Gli argomenti trattati nel corso rappresentano un buon approfondimento, presentato in modo gradevole, di facile consultazione e adeguato alle tematiche e problematiche del nostro ambiente lavorativo. Le difficoltà per i corsisti relative all’applicazione di quanto appreso, sono maggiormente legate alle caratteristiche e ruoli del personale  e alle varie realtà scolastiche che sono  diversificate e che influenzano quindi i risultati applicativi molto di più dei contenuti del corso stesso.
Ritengo complessivamente molto utile ed applicabile quanto appreso nel corso di formazione, anche se nella realtà, a torto o a ragione, la nostra categoria non è ben vista né tanto ben valutata. E’ auspicabile che la grande adesione al corso favorisca una crescita professionale e una conseguente migliore professionalità, una migliore visibilità della categoria ed un adeguamento della mansione alla realtà scolastica degli anni 2000.
In conclusione, esprimo un giudizio molto positivo dell’iniziativa e che rappresenterà un vero successo, se sarà  l’inizio di un percorso di formazione continua destinato a coinvolgere tutto il personale della scuola.

Dia IndireA.B. : Tutti coloro i quali partecipano ai corsi, sono molto attivi e vogliosi di imparare cose nuove, di certo più che disponibili all’attività collaborativa, non risparmiandosi minimamente nella partecipazione, addirittura  attraversati e travolti a tratti dall’euforia della novità. Non posso che parlare a titolo personale per quanto riguarda invece la traduzione dell’apprendimento formativo dalla teoria alla pratica: non ho avuto particolari difficoltà in tal senso nella scuola dove lavoro, e questo risultato è conseguenza diretta di una formazione continua e costante negli anni che si traduce in un vero e proprio vantaggio per un lavoratore, che si estende di riflesso anche a tutto l’ambiente lavorativo in cui esso presta servizio.

A.C. : Primo: direi che emerge la fiducia nel cambiamento. Chi ha partecipato alla formazione sa che non starà immobile ma tenderà ad obiettivi condivisi che lo porteranno a rinnovarsi.
Abbiamo imparato a ragionare sugli argomenti proposti, a porci quesiti, a ricercare fonti normative; abbiamo provato a dare risposte assieme ai tutor, ai moderatori, ai colleghi di altri profili. In un ambito di rapporto quasi paritario, libero dall’eccessivo verticismo che impera nelle nostre scuole. Sembra banale ma tutto ciò non è sempre fattibile nel proprio contesto lavorativo.
Secondo, ma non certo in importanza: l’aspetto della “formazione vera e propria” che avviene nel migliore dei modi cioè con poca fatica. Ovvero con molta fatica ma anche con molta gratificazione.
Peccato che quando si torna  in ufficio ci si deve misurare con l'arretratezza perché i corsi di aggiornamento sono accolti dai  superiori con diffidenza, è difficoltoso farsi riconoscere le ore on-line, l’uso dei computer per non parlare di stampanti, etc. rimane minimo, e non viene valorizzata la ricaduta professionale derivante dalla partecipazione ai corsi di formazione, ritenendo spesso quanto si apprende inutile e non aderente alla realtà.
Le ore on-line ho dovuto svolgerle oltre l’orario di lavoro e in un primo tempo fu anche messa in dubbio la possibilità del recupero, nonostante l’Intesa del 2004 e il CCNL 02-05 definiscano la formazione “leva strategica fondamentale”.
Probabilmente la dirigenza non teme tanto i “rimproveri” quanto di perdere potere, magari qualcuno li avisasse che il mondo cambia!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


                                               

 
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