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STANDARD DI APPRENDIMENTO

Breve storia di due parole oggi sulla bocca di tutti

Standard e Competenze

di Massimo Acciai
15 Novembre 2004

Archivio Dia IndireCome portfolio e tutor anche standard è una delle tante parole che l'inglese ha preso in prestito da altre lingue, modificandone profondamente il significato originario: chi penserebbe infatti che l'internazionale standard sia giunto a noi dal francese antico estandart, cioè stendardo? Il termine passa infatti all'inglese col senso di "insegna", e successivamente di "livello", accezione ereditata anche dall'italiano. I significati attuali, reperibili su un qualsiasi dizionario, sono molto vari:

  • modello al quale ci si uniforma o che viene assunto come termine di riferimento, ad es."attenersi a un certo standard";
  • livello medio, ad es. "un elevato standard di vita";
  • campione di un prodotto su cui si basano le classificazioni ufficiali   di qualità usate per valutare la produzione corrente;
  • sistema monetario, ad es. "gold standard";
  • la varietà di una lingua che è proposta a modello nel suo insegnamento.

Quando aggettivo, standard è sinonimo di "normale, uniforme, unificato".

Nell'ambito della recente riforma del sistema scolastico, attuata dalla legge 53 del 2003, la definizione di standard delle competenze è espressa nel consueto linguaggio tecnico per addetti ai lavori. Si tratta dell'indicazione di un livello minimo di conoscenze, sia teoriche che pratiche, che lo studente dovrebbe raggiungere e padroneggiare alla fine dell'anno: in parole povere cosa l'allievo saprà e cosa saprà fare. Il traguardo è fissato dal MIUR (il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e rappresenta il punto di partenza per la programmazione didattica dei docenti e per la valutazione finale degli alunni.


Il termine competenza invece non è entrato nell'italiano da una lingua straniera moderna, il vocabolo latino competentia ha infatti fornito la base  per le lingue neolatine (francese compétence, spagnolo competencia, portoghese compêtencia) e non solo (inglese competence, danese kompetence).
E' interessante ricostruire la storia di questa parola, dal significato originario latino cum-petere "dirigersi insieme, convergere" (usato per esempio a proposito di strade, da cui compitum "incrocio") fino al verbo italiano competere nel senso di "concorrere", ossia "convergere verso un comune obiettivo", da cui competizione per ottenere qualcosa.
In ambito psicopedagocico il termine competenza viene sempre più spesso utilizzato: in particolare, nei Nuovi Orientamenti pedagocici per la scuola materna, lo sviluppo delle competenze - inteso come consolidamento delle abilità sensoriali, percettive, motorie, linguistiche, sociali e come capacità di pervenire a prime forme di riorganizzazione dell'esperienza, di esplorazione e ricostruzione della realtà - è considerato esplicitamente come una delle tre fondamentali finalità generali di quella scuola. 
Con l'espressione competenze personali, ricorrente nel lessico della Riforma Scolastica, ci si riferisce alle conoscenze raggiunte in una data disciplina, in breve a quello che si è appreso. L'espressione riunisce, almeno nelle intenzioni, i tre elementi fondamentali dell'apprendimento: imparare a conoscere, imparare a fare e imparare a essere. Questi tre fondamentali aspetti dell'apprendimento rappresentano gli ambiziosi obiettivi che l'alunno dovrebbe raggiungere per il proprio sviluppo personale e per la propria autonomia.

Immagine tratta da Dia Indire 

Editing a cura di Francesco Vettori, Indire Comunicazione

  

 

 

 
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