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CITTADINANZA EUROPEA

Active Citizenship

Educare alla cittadinanza: l'esperienza del Liceo Giuseppe Veronese di Chioggia

di Brunello Filippo
08 Giugno 2004

Mentre procede l’integrazione economica europea e progredisce la riflessione sul concetto di cittadinanza, ciò che resta  indietro è senza dubbio la sperimentazione di nuovi percorsi e pratiche educative che traducano la teoria in prassi. Se da una parte rimane sospeso il ruolo che tale tema potrà avere in ambito educativo nel curricolo scolastico nazionale, grazie ai progetti Comenius alcune scuole stanno avendo l’onore/onere di sperimentare.

In questo contesto si inserisce la breve storia del progetto Comenius 1 di Sviluppo della Scuola "Active Citizenship" del Liceo Giuseppe Veronese di Chioggia (Venezia), che inizia nell’anno scolastico 2002-2003, come esito imprevisto e fortunato di uno scambio linguistico con il Sint-Jan Berchmanscollege di Diest (Belgio). L’idea e l’organizzazione del progetto parte dal Victoria College di Belfast, scuola prestigiosa e ricca di esperienze nel campo della cittadinanza attiva. Gli altri partner sono la St. Louis Community School di Kiltimagh (Repubblica d’Irlanda) e il St. Martin’s College di Malta. Collabora da quest’anno anche la Grund - und Gesamtschule, di Wilhemshorst, Germania. Per noi, scuola di provincia, che ha già avuto esperienze Comenius con l’assistentato linguistico e la formazione in servizio, è una grande occasione per aprire la scuola a una tematica strategica, per imparare dal confronto con altre scuole europee, per migliorare la qualità della nostra offerta formativa e per riflettere sulla mission del nostro istituto.

La cittadinanza attiva, termine ombrello che racchiude molteplici idee e iniziative, prende man mano la fisionomia di "tema trasversale". Il lavoro della commissione Comenius si svolge su più piani:

  • documentazione e acquisto testi sull’argomento;

  • sensibilizzazione al tema;

  • individuazione di progetti, anche in corso di svolgimento nella scuola, che possano prestarsi a uno sviluppo nel senso della cittadinanza attiva;

  • creazione di progetti ex novo sul tema;

  • viaggi di progetto per lo studio delle esperienze in corso nelle altre scuole partner.

Il primo viaggio di progetto, 4-9 novembre 2002, è decisamente un eye-opener: la scuola di Belfast è un "altro mondo". Siamo colpiImmagine tratta dall'archivio Dia di Indireti oltre che dalle strutture, strumentazione e gestione dell’istituto, dal senso di armonia, e condivisione delle finalità educative. Le studentesse (è una scuola solo femminile) lavorano sulla cittadinanza da più prospettive, con un taglio decisamente pragmatico: le varie iniziative, dall’ambiente all’equo-solidale, dal volontariato alla riconciliazione sociale (siamo a Belfast!), entrano di fatto nel curricolo e nel vissuto della scuola e della comunità locale. Nella Repubblica d’Irlanda visitiamo anche una scuola di Kiltimagh, più modesta per strutture e ambizioni, ma anch’essa pronta a cogliere la sfida di integrare sapere con responsabilità sociale, istituendo, magari, un concorso per tenere la propria classe, scuola e città, più pulite. La scossa del viaggio ci mette in moto. Alcuni insegnanti - siamo ancora un gruppo sparuto - organizzano le prime attività di cittadinanza attiva: alcune sull’ambiente; sulla nostra storia: gli statuti comunali medioevali di Chioggia; sul disagio e sui disabili. Tra queste ci sono esperienze già in atto che si sintonizzano sul tema.

Il secondo viaggio di progetto, 24-29 maggio 2003, ci porta a Malta. Anche qui restiamo sorpresi dalla serietà con la quale la scuola tutta lavora sul tema della cittadinanza. Tra le attività significative: gli studenti incontrano il Primo ministro maltese sul tema del degrado ambientale; si raccolgono fondi per i profughi ospitati a Malta; si organizzano la settimane dell’handicap, dell’identità culturale italiana e maltese. Capiamo che dobbiamo imparare a comunicare meglio i risultati delle nostre iniziative, anche attraverso le presentazioni con power point. La cittadinanza inoltre deve diventare valore chiave condiviso da tutta la nostra scuola; solo così la nostra azione potrà diventare incisiva. Ci impegnamo a costruire una policy che sottoporremo all'approvazione del Collegio dei Docenti. Dovrà impegnare l’istituto a rispettare e promuovere i seguenti principi:

  • la responsabilità sociale e morale;

  • la riscoperta della propria eredità culturale;

  • l’educazione attraverso l’esperienza;

  • la cultura della democrazia e della trasparenza;

  • la cultura della partecipazione;

  • la cultura del rispetto della diversità e dell’inclusione;

  • la cultura del dialogo e della collaborazione.

Le iniziative organizzate dal nostro Liceo nell’anno scolastico 2003-2004 provano ad applicare le conoscenze acquisite, nel tentativo di passare da una cittadinanza "pensata" ad una cittadinanza "agita":

  • A Stranger Among Us. L’immigrazione a Chioggia.

  • Capital Punishment. A cosa serve la pena di morte?

  • La realtà degli anziani nel nostro territorio.

  • Conoscenza della propria città.

  • Sviluppo delle capacità degli alunni in vista delle prospettive di lavoro.

La nostra scuola è cosciente di aver intrapreso una sfida. Ci rendiamo conto che il cammino avviato ci sta trasformando: nella consapevolezza delle molteplici esigenze della convivenza civile, nell’esigenza di crescere rispetto a modelli più evoluti dei nostri. Percepiamo l’urgenza di inserire il tema della cittadinanza tra le materie curricolari. Restano tuttavia zone grigie, sulle quali riteniamo opportuno riflettere:

  • Siamo consapevoli di nuotare controcorrente, con resistenze interne ed esterne. La cittadinanza ufficialmente esaltata è spesso occultamente osteggiata, prima di tutto dalla piovra dei burocrati, che ostacolano, a volte anche in buona fede, l’apertura della scuola a tutte le esperienze formative esterne.

  • La cooperazione, che è anche una delle finalità inerenti al tema, è spesso fonte d’attrito. È difficile insegnare ciò che non si è, e capita che le finalità decantate dai progetti risultino in conflitto con i comportamenti dei loro promotori. Anche cooperare è esercizio d’apertura e di responsabilità.

  • Favorire procedure democratiche e trasparenti nell’ambito della scuola come nella società resta talvolta tabù, e ci si può ritrovare col cerino in mano, imputati per eccesso di cittadinanza.

  • È opportuno ricordare che il prodotto coincide con il percorso e con lo stile adottato durante il percorso: il fine è "essere" cittadini in ogni situazione ed ambito, e non mostrare di esserlo diventati magari attraverso una splendida realizzazione multimediale. Detto questo, non si vogliono giustificare i prodotti di scarsa qualità.

  • Il coinvolgimento della scuola è un problema cruciale: se non tutti lavorano sulla cittadinanza, tutti almeno devono essere opportunamente informati, e se possibile, non remino contro. Anche nel coinvolgimento degli allievi è opportuno rispettare i principi della cittadinanza. La scuola è una agenzia educativa, e beneficia del confronto con altre agenzie educative. Tutti, dall’operatore scolastico al dirigente, dovrebbero persuadersi che questo tema è un’opportunità di crescita e non solo del lavoro in più.

Nel tentativo di coniugare identità e diversità appellandosi a valori universali, la cittadinanza resta un tema cruciale per il futuro della scuola e per la costruzione dell’Europa. Se crediamo anche nello sviluppo etico della persona, vale la pena scommettere sul tema della cittadinanza e sulla scuola come laboratorio di apertura.

Immagini tratte dall'Archivio Dia di Indire

di Brunello Filippo, Liceo Giuseppe Veronese, Chioggia (Venezia)

 

 

 
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