Sala degli Istituti Tecnici Industriali

Gli istituti tecnici - nati con la legge Casati (1859), poi modificata da una serie di altri testi normativi succedutisi negli anni - furono previsti dal legislatore come luoghi deputati alla formazione dei discenti avrebbero nell'uso logico e appropriato degli strumenti adatti a svolgere un lavoro, appunto, tecnico.

Le scuole tecniche potevano avere vari indirizzi: agrario, industriale e artigiano, commerciale.

Il Museo Nazionale della scuola di Firenze fu luogo centrale per la rappresentazione dell'istruzione tecnica, che qui trovò il luogo adatto per una sua narrazione attraverso numerosi materiali didattici, illustrativi e pratici, che vennero esposti nelle ampie e luminose vetrine disegnate dall'architetto Giovanni Michelucci.

Si segnala la presenza di: lavori di cucito, di rammendo e ricamo, eseguiti dalle alunne della Scuola del Magistero della Donna di Firenze e da altre simili scuole presenti in Italia; i materiali della Scuola di Calzetteria, delle Scuole indistriali a carattere artistico, i materiali derivanti dai corsi di lavorazione della carta e da quelli per fotografi, per tipografi, per ottici, per ceramisti, per radiotecnici, per liutai e conciatori di pelli.

Tutto l'ambiente era corredato anche da motori, dinamo, frese, trapani e alberi motore.